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« il: 15 Febbraio 2014, 14:56:59 »
Temperatura: 7 gradi. Saranno 8 quando arrivo alla concessionaria, 10 alla fine del test. Ottima, per il periodo. Ho preso al volo il Suomy da On-Off, scelta azzeccata, becco un po’ di vento sulla gola ma evito appannamenti. Stivali da turismo stradale, scelta azzeccata, con gli Adventure o ancora peggio con i Charger non avrei avuto alcuna speranza di gestire non solo il cambio, ma anche la posizione in sella. Guanti da Motard, scelta pessima: niente paramani, dita rattrappite per tutta la prova. Giubbotto in pelle. gran efsseria, dopo qualche chilometro ho iniziato ad avere freddo, fesso che sono!
Veniamo a noi: Non che ci sia la coda come a un concerto degli U2, alla concessionaria. Sono il primo, ma la moto non c’è. Era fuori col capofficina a scaldarsi. Quando arriva vedo per la prima volta questo strano oggetto che mi ha fatto mettere la sveglia anche di sabato. L’esemplare è di un grigio-rosso (sarebbe la versione “rosso” ma preferisco definirla così) e mentre entra guardo frontalmente il cupolino, il becco, il complesso ruota anteriore: contenuta e ben dimensionata, il becco richiama davvero quello del Big, quindi non una spatola sgraziata, ma un accenno discreto che richiama più la Multistrada che non moto più di tendenza. Per fortuna il doppio faro si sviluppa verticalmente, non ne posso più di tutte ste ottiche da Corte dei Miracoli. Le frecce fanno timidamente capolino laddove si va in contrasto tra la dimensione del muso e quella del serbatoio. Di trequarti la linea è filante, ma un po’ da bevitore di birra, insomma tra plastiche e curve del serbatoio c’è una bella panzetta, per fortuna il telaio perimetrale, verniciato (bene) in nero semiopaco alleggerisce il tutto. Il blocco motore pare quello di prima, con la solita incongruenza di quella cartuccia filtro olio che spara avanti e molto vicina al collettore di scarico del cilindro frontemarcia.
Veniamo al dunque: cerchi da me definiti “a 5 razze sdoppiate” che mantengono leggerezza agli insiemi ruota, ma stampati senza infamia e senza lode, Bridgestone “giànonmiricordoquali” ma comunque 100% stradali, una bella strumentazione, assemblaggi Suzuki, ossia molto meglio delle altre giappe e anche di tante europee, un manubrio… ma sto manubrio è assurdo! Mi ricorda le manovelle che si adoperano per tirar su le tende dei bar, ha una S molto pronuncuata verso l‘alto. Inoltre si chiude molto verso il pilota, e per compensare la delusione è pieno di tanta robina fatta bene e che parrebbe studiata nei particolari per essere funzionale. E soprattutto per non ingombrare con ciarpame inutile. Apprezzo.
Lo scarico.. Ormai tocca abituarsi, normative e tendenze obbligano al bombolone del GPL, che almeno ha il pregio di coprire un forcellone molto essenziale e che, quindi, non costituisce di certo un pezzo da esporre al M.O.M.A. Il telaietto posteriore ha un richiamo estetico con quello del GS, ma poi la cosa finisce là, perché dimensioni, ingombri e logiche costruttive sono totalmente difformi.
Salgo, la sollevo dal laterale (il centrale non è nemmeno optional) senza alcuno sforzo, pesa quanto la Culona ma i pesi sono distribuiti in modo assolutamente diverso. Allargo ed arretro le piante dei piedi, che poggiano entrambe saldamente, e raddrizzo un pelo la schiena: il peso scompare. La strumentazione è gradevole, il ronzio del check ormai familiare, solo che a primo impatto non è gradevole avere così tante informazioni tutte insieme, su un display, devi andare a cercartele e memorizzare la posizione di quel che ti serve.
Allora, riassumendo: ha l’ABS, ha un controllo di trazione semplice che lavora su parametri dati da posizione manopola, albero motore, marcia innestata e non ricordo più che altro. Non ha disponibilità di selezione mappe, però ci sono delle impostazioni per la sensibilità del TC. Le lascio così come sono, e anche il cupolino, tanto per regolarlo occorre lavorare di brugola e smontarlo. L’aria in volto non mi spaventa, significa che sono in moto.
Mano sulla frizia, schiaccio e butto giù la marcia. Entra gentile, pelo al gas, rilascio e l'impressione è che stacchi troppo presto, si muove e mi porta al cancello della concessionaria, pulsante freccia senza guardare, e la trovo subito. Esco, prima-seconda in un lampo, ma la prima non è poi così corta, giusto per fare un parallelo, la Culona ce l’ha più corta. Spazi di innesto brevi, nessuna impuntatura né in sequenza né in scalata, non è rumoroso; frizione fin troppo morbida, vocazione stradale. Sono un po’ troppo carico in avanti, per come definirei io l’assetto di una Tourer, e le ginocchia sono obbligate a rimanere larghe perché se c’è uno scalino nel serbatoio, di fatto sotto di esso c’è una bombatura e non una nicchia per ospitare le mie gambe. Però a chi ha meno leva la cosa andrà bene. Io comunque sto comodo lo stesso.
Bene, sentiamo sto motore: la prima sensazione positiva è che a 4000 giri ti dà già coppia abbastanza, anzi, diciamo che tira proprio bene, come fosse un bivalvole. Beh, quasi. La sorpresa è positiva. Intanto registro che sto curvando e cambiando i carichi in modo automatico e molto naturale, per essere la prima volta che salgo in groppa alla Stromma. Non male, davvero. Proviamo ad allungare un po’, l’asfalto è freddino ma le gomme mi sembrano in temperatura, e c’è poco traffico quassù. Sgrani le marce una dietro l’altra, quando ti aspetti che arrivi ecco la cambiata, non è certo un delirio di cavalleria, questo Suzu, rispetto alle ammiraglie sfornate dalla concorrenza, ma quel che serve c’è, ed è anche distribuito bene, e poi dà confidenza. Solo, forse, la schiena finisce un po’ presto, ma d’altronde comincia anche molto prima, dote positiva su per i passi, forse un pelo impegnativa se c’è da coprire lunghe distanze.
Intanto il c*lo riceve sensazioni rassicuranti, sto veramente comodo, peccato che la sella sdoppiata mi blocchi in una posizione obbligata. Appena poggi sulla sella, l'imbottitura ti sembra un pelo sostenuta, ma questo significa solo che a lungo andare starai comodo, e infatti così è. Vediamo di concentrarci sulla guida, finora ho potuto notare che stanno crescendo primule e crocus nei prati, e poi che ho incrociato una rara Tuareg molto ben tenuta, e quindi questo vuol dire che la moto non mi sta sparando dosi di adrenalina, dal momento che sto guardando il paesaggio. Tocca aprire, basta con questo andare a spasso. E lei che fa? Scende agile, sicura. La KYB anteriore è morbida, ma copia bene e non affonda a patto di staccare con morbidezza. Il posteriore invece si carica molto uscendo di curva, ma ha diverse possibilità di regolazione, magari un setting per me, quasi un quintale vestito da moto, lo si trova. Cambi in sequenza, destra-sinistra, sta sempre lì tranquilla, e va anche bella spedita. Frenata sicura e senza colpi secchi davanti, dietro è più che altro buona volontà, ma serve quel che basta per accompagnare o correggere nelle curve. Ti senti sicuro, puoi darne ancora. E inizi a divertirti. E inizi a concentrarti. E inizi a godertela. Basta tenerla tra i 3500ed i 7000 giri e lei ti cambia carattere. Non è schizoide, che a 6000 inizia a ruggire all'improvviso ed a correre indemoniata come la 1190 o come la Tiger, solo ti dimostra che una paciosa, se deve impegnarsi, non ha paura di tirar fuori le palle. Oh, questa ce l'ha! E rimane comunque maneggevolissima, leggera davanti (forse un pelino troppo per i miei gusti) e sicura nelle sensazioni che trasmette.
Nota: tra seconda e terza fai praticamente tutto quel che occorre fare su un passo di montagna, cambi poco e riprende sicura da tutti i regimi, magari scalando una marcia se proprio si è quasi morti sotto. A proposito di scalate: ho scoperto, dopo un paio di entrate in curva, che ha l'antisaltellamento di serie. Mica male, no? Dopotutto su strada costa circa 13.000 euro, quindi non c'è nulla di rubato o di ingiustificato.
Torno indietro per la stessa strada, la sensazione è di avere questa moto ormai da mesi, la conosco molto meglio di quanto conoscessi la Culona dopo due settimane assieme: secondo me significa un sacco, questa cosa.
Quando scendo e la rimetto sul cavalletto, la sensazione è quella di aver passato una mattinata gradevole con una bella persona, di quelle con cui potrai avere confidenza e sulle quali poter contare. Ma per me un amico è altra cosa. Per quello le manca ancora un pizzico di non so che. Anzi, lo so: un amico vuole che tu te lo meriti, diciamo. E poi, solo poi, ti dà tutto sé stesso. Questa no, è una educata, facile, sincera signora per bene della porta accanto. Tant’è che ho scritto un sacco di parole ma di sostanza ne ho potuta mettere poca. Allora accenno al fatto che le pedane sono un pelo troppo avanti e in alto per uno con le gambe come le mie, che il manubrio fa chiudere troppo i gomiti a quelli alti come me, e affermo che non ho, riconoscente, mai avuto un sentore di on-off all’acceleratore. Che ha una bella progressione, ma non il calcione sul cu*o, Che, se hai un certo tipo di carattere, con questa moto puoi avere divertimento e un sacco di soddisfazioni. Io quel carattere non ce l’ho. Però, concludendo, è una buona moto. Facile, sincera. Quel che ha è tutto suo originale ed effettivo e non è neanche poco, sembra al di sotto delle cosiddette concorrenti, dopotutto è una 1000 e oggi non hai i testicoli se non giri almeno con un milleddue...ma io la preferisco perché di inutile, fasullo, ciarlatano e roboante non ha nulla. Anzi, secondo me, da rilassati si riesce a tirarle fuori tutto e ci si diverte anche di più.