Stavo guardando questo filmatino
https://www.facebook.com/video.php?v=10153644996568709 e mi sono trovato a fare due ragionamenti al salto sui motivi che a ciascuno possono sembrare i più disperanti, insomma quelli del momento in cui forse fai tempo solo a realizzare ed a dire "alè". Quello che meno di tutti desideriamo possa accadere.
Per quanto mi riguarda, l'irreparabile, a meno di un intervento di Santa Bernadette, la protettrice delle manette (mai sbocciate) o del puro caso (vulg.: sano culo) è quando la ruota anteriore inizia a "planare", e il tassello non prende più, la sospensione va in controritmo e il manubrio si chiude, non importa se secco in colpo unico o con quei due o tre cambi di verso che allungano l'agonia e ti fanno venire quel magoncino che dice solo "adesso dove vado a finirla?"

Che poi si finisce sempre nello stesso modo, col posteriore che si alza e ti spinge via, le gambe che si prendono nel manubrio e il tuo corpo che attende la legnata mentre si carpia in modo plastico come solo i grandi del fotosport sanno coglierti.
I primi backflip, ammettiamolo, li abbiamo sempre fatti senza la moto

Provo ad analizzare: la moto non decide all'improvviso di scaricarsi davanti, quindi io e solo io ho scelto o assecondato una traiettoria infelice, oppure semplicemente non desiderata, che mi ha colto impreparato con i pesi mal distribuiti, magari le gambe rigide e le braccia che istintivamente cercano di controllare il manubrio anzichè gli equilibri e i contraccolpi. E magari ci aggiungo pure una manatina involontaria di gas, che sai mai non dovessi completare bene l'opera!

Ultimamente si è aggiunta anche la fisima che se uno mi sta troppo "a culo" in un frangente simile o in qualsiasi caduta possa rovinarmi addosso. mai avuta, si vede che la scala verso la fossa passa anche attraverso questo gradino :tim: