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Abbigliamento ed equipaggiamento / CASCO: Fibra o Policarbonato?
« il: 17 Settembre 2010, 11:22:40 »
Un casco in fibra costa più di uno in policarbonato, ma è più sicuro? dipende dalla qualita, dalla costruzione, dalle caratteristiche della calotta e da altri elementi. ecco quali sono davvero importanti per la sicurezza
Tra le più classiche discussioni "da bar" tra appassionati di moto, ci sono sicuramente quelle sui caschi.
Le battaglie tra i sostenitori della fibra (di vetro o composita che sia) e i fan del policarbonato tengono banco da decenni: eppure sembra che in giro ci sia ancora parecchia confusione. Abbiamo deciso di approfondire l'argomento fibraplastica: per esempio esistono caschi in fibra "economici" realizzati in Europa che non hanno nulla da invidiare ai famigerati "cinesi", e sono decisamente inferiori a quelli in policarbonato.
Ma come valutare se un casco è più sicuro di un altro? Le normative dettano criteri minimi di sicurezza a cui i produttori devono attenersi, lasciando al singolo costruttore la facoltà di incrementarli o meno.
L'attuale normativa di omologazione dei caschi in Europa è la direttiva ECE R22-05. Rispetto a quelle in vigore all'estero, la normativa europea attribuisce più importanza a cosa succede in caso d'urto alla testa all'interno del casco, piuttosto che alla resistenza meccanica del casco stesso. Per intenderci, la calotta esterna deve essere un po' elastica: l'energia dell'impatto verrà cosi' assorbita dal guscio esterno, che la distribuirà sulla sua superficie (distruggendosi). L'energia residua sarà assorbita dalla calotta interna in polistirolo o poliuretano espanso. Tra i test previsti dalle normative ECE R-22 05 c'è la prova di impatto in cinque punti ben precisi della calotta.
E allora il rischio dov'è? Questo sistema puntiforme di omologazione dei caschi potrebbe permettere ai produttori meno scrupolosi (diciamo così) di mettere in vendita caschi poco sicuri, perchè meno spessi nelle zone della calotta lontano dai famosi 5 punti, dove non ci sarebbero controlli.
Caschi in Policarbonato
Sono realizzati iniettando il materiale all'interno di appositi stampi. E' impossibile intervenire sulla calotta per fare delle zone più spesse e altre piùsottili. Chi ha pohi scrupoli ricorre, piuttosto, a materiali scadenti (ma rischia di non passare i test). Un casco in policarbonato di media qualità è in genere più valido di un casco in fibre realizzato a "risparmio"
Caschi in Fibra
Esiste la possibilità di costruire calotte più robuste solo nei punti interessati dal test, aggiungendo manualmente delle pezze di rinforzo in kevlar. Cosi' le aziende poco serie risparmiano sui costi, realizzando caschi più leggeri ma meno sicuri. Attenti a chi vende caschi in fibra a prezzi "stracciati"!
P.S. negli stati uniti la certificazione si chiama SNELL (attualmente vesione M2010) che prevede parametri molto piu' severi di quelli europei le quali prove oltre all'impatto generale su tutta la calotta prevedono un test di penetrazione per controllare la robustezza che deve essere quindi molto rigida ed uniforme (come ad esempio i caschi Arai o Shoei, che costano dai 400 euro in su).
Tra le più classiche discussioni "da bar" tra appassionati di moto, ci sono sicuramente quelle sui caschi.
Le battaglie tra i sostenitori della fibra (di vetro o composita che sia) e i fan del policarbonato tengono banco da decenni: eppure sembra che in giro ci sia ancora parecchia confusione. Abbiamo deciso di approfondire l'argomento fibraplastica: per esempio esistono caschi in fibra "economici" realizzati in Europa che non hanno nulla da invidiare ai famigerati "cinesi", e sono decisamente inferiori a quelli in policarbonato.
Ma come valutare se un casco è più sicuro di un altro? Le normative dettano criteri minimi di sicurezza a cui i produttori devono attenersi, lasciando al singolo costruttore la facoltà di incrementarli o meno.
L'attuale normativa di omologazione dei caschi in Europa è la direttiva ECE R22-05. Rispetto a quelle in vigore all'estero, la normativa europea attribuisce più importanza a cosa succede in caso d'urto alla testa all'interno del casco, piuttosto che alla resistenza meccanica del casco stesso. Per intenderci, la calotta esterna deve essere un po' elastica: l'energia dell'impatto verrà cosi' assorbita dal guscio esterno, che la distribuirà sulla sua superficie (distruggendosi). L'energia residua sarà assorbita dalla calotta interna in polistirolo o poliuretano espanso. Tra i test previsti dalle normative ECE R-22 05 c'è la prova di impatto in cinque punti ben precisi della calotta.
E allora il rischio dov'è? Questo sistema puntiforme di omologazione dei caschi potrebbe permettere ai produttori meno scrupolosi (diciamo così) di mettere in vendita caschi poco sicuri, perchè meno spessi nelle zone della calotta lontano dai famosi 5 punti, dove non ci sarebbero controlli.
Caschi in Policarbonato
Sono realizzati iniettando il materiale all'interno di appositi stampi. E' impossibile intervenire sulla calotta per fare delle zone più spesse e altre piùsottili. Chi ha pohi scrupoli ricorre, piuttosto, a materiali scadenti (ma rischia di non passare i test). Un casco in policarbonato di media qualità è in genere più valido di un casco in fibre realizzato a "risparmio"
Caschi in Fibra
Esiste la possibilità di costruire calotte più robuste solo nei punti interessati dal test, aggiungendo manualmente delle pezze di rinforzo in kevlar. Cosi' le aziende poco serie risparmiano sui costi, realizzando caschi più leggeri ma meno sicuri. Attenti a chi vende caschi in fibra a prezzi "stracciati"!
P.S. negli stati uniti la certificazione si chiama SNELL (attualmente vesione M2010) che prevede parametri molto piu' severi di quelli europei le quali prove oltre all'impatto generale su tutta la calotta prevedono un test di penetrazione per controllare la robustezza che deve essere quindi molto rigida ed uniforme (come ad esempio i caschi Arai o Shoei, che costano dai 400 euro in su).