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Topics - alex

1981
Suzuki / Suzuki RMX 450 - E
« il: 06 Settembre 2010, 13:22:39 »
Finalmente ho trovato un compagnuccio di merende che ha messo la mano al portafoglio e dal DRZ ha fatto il salto alla RMX.  13
Per ora apro il thread, poi domani o (in caso di pioggia) dopodomani ci faremo un'uscita da sparo in quello che è il nostro oramai consueto scenario del Tagliamento e ci scambieremo le mto (almeno lui ha detto così... che gliela metto in mano, l'Apriliotta?  17)
Seguirà report con le mie impressioni su quella che, a differenza delle altre jappe, è tuttora una moto con caratteristiche racing (anche se non esasperate) pur conservando le connotazioni dual sport. Il che la rende sostanzialmente unica nel panorama attuale  97

1982
Motore / Pulizia filtro aria
« il: 06 Settembre 2010, 11:46:05 »
In questo articolo voglio esporre le mie esperienze aggiungendo alcuni suggerimenti sperando che possano essere utili a qualcuno di voi.

COME "FACCIAMO" IL FILTRO
Se poniamo questo quesito in pubblico, scopriremo rapidamende che qualcuno lava il filtro con benzina, altri con benzina + sapone per stoviglie, altri solo con sapone per stoviglie, altri ancora con kerosene, altri con solventi specifici, ecc..
Questo in effetti e' un argomento a tutto campo.

Le metodologie di pulizia che oggi solitamente usiamo hanno i seguenti problemi:

1) Uso di solventi aggressivi, quali benzina o diluente nitro.
Questi solventi attaccano le colle di assemblaggio del filtro disgregandole e danno una certa "lassita'" alle celle del materiale filtrante.
Ci troveremo quindi con filtri che si scollano (alcune colle pero' resistono allo scollamento) e con un effetto "canotto"; gli alveoli cioe' si dilatano lasciando quindi passare particolato con granulometrie decisamente superiori.
L'effetto "canotto" si nota molto facilmente perche' il filtro perde di consistenza ed aumenta di volume.

2) Lavaggio solo con sapone per stoviglie.
Il filtro non ha i problemi lamentati al punto precedente, ma spesso non riesce ad eliminare completamente l'olio per filtro che abbiamo usato.
La funzione principale dell'olio per filtro e' quella di intrappolare il particolato piu' fine, che potrebbe altrimenti passare attraverso le celle filtranti e raggiungere quindi il condotto di aspirazione.
Se non eliminiamo i residui di olio per filtro non elimineremo quindi nemmeno queste particelle.
Se mi si passa il termine, e' un po' come dare la cera su un pavimento sporco. Io lo so ma...contimuo a farlo  ::)

3) Lavaggio con kerosene o petrolio raffinato (benzina bianca)
E' un ottimo sistema di lavaggio, in quanto riesce a sgrassare efficacemente il filtro, ma necessita poi di essere lavato con sapone per stoviglie per eliminare i residui di particolato rimasti intrappolati nelle celle filtranti.

4) Lavaggio con prodotti specifici
sebbene molti credano che sia equivalente al lavaggio con kerosene o petrolio raffinato, i prodotti specifici utilizzano anche solventi che aiutano ad eliminare il particolato in sospensione.
L'unico problema dei prodotti specifici e' che il liquido (visto il costo) non si butta ma va lasciato sedimentare per poterlo riutilizzare, da qui infatti nascono alcune soluzioni che prevedono una vaschetta di sedimentazione in dotazione.
Ovviamente il prodotto puo' essere riutilizzato per un certo numero di volte, poi a causa della volatilita' di alcuni solventi contenuti in esso ed al grado relativo di inquinamento da particolato, esso deve essere sostituito (generalmente ogni 20-30 lavaggi, ovvero una volta l'anno).

Ricordo anche che i filtri non sono eterni.
Anche se utilizzati nel migliore dei modi, e' bene cambiarli ogni 20 lavaggi, in quanto le celle comunque si deteriorano e lasciano passare sempre piu' particolato.
Ovviamente se vengono "strapazzati" l'usura e' precoce.
In particolare ricordo di togliere sempre l'inserto in gomma (o plastica) per il centraggio del filtro sul cestello.
Questo particolare se in gomma puo' deteriorarsi, mentre se in plastica puo' danneggiare il materiale filtrantre tutte le volte che strizziamo il filtro durante le operazioni di pulizia ed oliatura.

UN CASO SPECIFICO
Per capire meglio il grado di pulizia dei nostri filtri vi presento una mia esperienza.
Da sempre, lavo i filtri con acqua tiepida e sapone liquido per lavatrice, oppure con lo ChanteClair.
Un giorno un amico mi spiega che anche lui usa lo stesso sistema ma quando fa revisionare la sua CRF250 il meccanico gli fa notare che le valvole di aspirazione sono usurate in modo tale da far pensare ad una scarsa pulizia del filtro aria.
A seguito di cio' ho cercato di capire meglio la situazione.
Ho controllato il residuo di particolato rimasto nel filtro dopo lavaggio ed asciugatura, e mi sono spaventato da quanta sabbia ne e' uscita.
Ho quindi acquistato un prodotto specifico della K&N (segue sempre il lavaggio con detersivo liquido per lavatrice) ed ho rifatto il controllo constatando come la quantita' di particolato rimasto fosse decisamente inferiore.
Man mano che il prodotto sedimenta, l'efficacia del lavaggio diminuisce ed il residuo riscontrato sul filtro pulito aumenta ma rimane comunque nettamente inferiore a quello riscontrato con il metodo utilizzato in precedenza.

OLIARE IL FILTRO
Dopo aver correttamente pulito ed asciugato il filtro aria, per aiutarlo a trattenere le impurita' e' necessario che esso sia inumidito con un olio specifico.
Alcuni non mettono nulla, altri mettono olio da motore, altri (legati forse ai passati anni '70
) mettono olio da miscela.
Per aiutare il filtro a svolgere la sua funzione l'unico olio che va bene e' quello specifico per filtri aria.
Questo tipo di olio e' studiato appositamente per avere una elevatissima coesione, evita cioe' di essere strappato dal flusso di aspirazione ed essere ingurgitato dal motore dopo pochi secondi di marcia.
Olio motore ed olio da miscela infatti vengono aspirati in pochi minuti lasciando il filtro senza alcuna protezione.
L'operazione di oliatura e' rognosa in quanto si sporca dappertutto e si rischia di lasciare troppi residui di olio sul filtro.
Se il filtro resta troppo intriso d'olio, esso inizia a colare dalla cassa filtro, inoltre la traspirazione della massa filtrante risulta limitata.
E' bene quindi accertarsi di aver eliminato l'eccesso d'olio e dell'avvenuta evaporazione dei solventi prima di rimontare il filtro.
Per veicolare l'olio nella massa filtrante, la sua formulazione e' composta infatti anche di una certa percentuale di solventi, quindi e' importante tenere sempre ben chiuso il flacone, in modo da non trovarsi poi con mezzo flacone di "catrame" ben difficile poi da spalmare sul filtro ed altrettanto importante lasciare il tempo che i solventi evaporino prima di avviare il motore.
Se avviamo il motore a filtro appena montato, i solventi non saranno ancora evaporati e l'olio tendera' ad essere aspirato dal motore vanificando l'effetto protettivo per il quale l'olio e' stato messo.
Un sistema valido per oliare il filtro senza sporcare troppo e' quello di infilarlo in una borsina pulita (tipo quelle dell'ortofrutta) cospargendolo poi con l'olio.
Chiudendo la borsina si puo' frizionare il filtro senza disperdere l'olio distribuendolo uniformemente nella sua massa.
Alla fine di tale operazione basta strizzare il filtro e toglierlo dalla borsina.

QUALCOSA CI SFUGGE?
Il particolato aspirato non e' solo quello che passa dal filtro, come potrebbe essere logico pensare, ma spesso e' dovuto anche alle irregolarita' delle tenute nella cassa filtro.
Il filtro aria infatti va in battuta sulla sua sede nella cassa filtro, ma errori o problemi di fusione possono dare luogo ad irregolarita' di questa superficie o della forma del cestello.
In questo modo possono venirsi a creare delle irregolarita' attraverso le quali l'aria viene aspirata direttamente dall'ambiente esterno, senza passare per il filtro!
Molti infatti utilizzano ancora la vecchia ma pur sempre efficace prassi di stendere un velo di grasso idrorepellente sul bordo di tenuta del filtro aria prima del montaggio, in modo da evitare eventuali problemi di questo tipo.
Un controllo piu' accurato puo' essere fatto montando il cestello senza filtro e controllando la distanza che rimane da esso alla rispettiva battuta sulla cassa filtro.
Questa misura dovrebbe essere dell'ordine dei 5 mm.

IL FILTRO NON AMA L'ACQUA
Particelle d'acqua sul filtro dovute a guadi, pozzanghere o lavaggi con idropulitrice sono veramente un problema.
L'acqua a causa delle sue peculiarita' si fa strada attraverso l'olio del quale il filtro e' intriso portando con se' il particolato il quale viene quindi poi aspirato dal motore, con le conseguenze del caso.
Per i guadi e le pozze e' necessario cercare di sigillare la cassa filtro, come vedremo in seguito, mentre per i lavaggi e' sufficiente togliere il filtro e mettere l'apposito tappo che si trova normalmente in commercio assieme a quello per lo scarico.

RIDURRE l'INQUINAMENTO DEL FILTRO
Vero e' che il filtro aria comunque lo puliamo ad ogni uscita (o almeno dovremmo farlo), ma e' anche vero che meno esso si sporca e minore e' la quantita' di particolato che fluendo attraverso di esso entra nel nostro motore.
Una volta le casse filtro erano fatte meglio (diciamola tutta), le giunzioni ed i raccordi con le altre parti erano piu' precise.
Oggi le casse filtro sono sovente in due meta' rivettate, senza guarnizioni intermedie e mal raccordate con le altre parti.
Meno polvere entra nella cassa filtro e meno si sporca il filtro, ovvio, no?
Per ridurre drasticamente questo fenomeno basta sigillare per quanto possibile la cassa filtro.
Prima di tutto sarebbe bene controllare la guarnizione interposta tra il condotto di aspirazione (boot) e la cassa filtro, che spesso nella parte inferiore perde.
Poi si puo' passare ad una sigillatura mediante silicone della cassa filtro.
Normalmente si usa una cartuccia intera di silicone (bianco, nero o trasparente..dipende solo dai gusti) sigillando dall'interno i due laterali tra cassa e parafango posteriore e la zona ad arco tra il parafango e la cassa filtro; anche questa zona deve essere sigillata dall'interno.

OKKIO ALLA PENNA!
Le CR dopo il 2001 tendono ad aspirare aria falsa tra filtro e cassa filtro.
Le RM del 2003 e le Yamaha vecchie (fino al 2001) hanno troppo spazio tra cestello ed aribox, tendono quindi ad aspirare aria falsa. Anche le YZ 2002-03 hanno un problema simile.

Thanks to:
DirtRider.com
Eric Gorr

1983
Consigli per iniziare / L'indurimento degli avambracci
« il: 06 Settembre 2010, 11:40:05 »
Chi di noi non ne va soggetto?
Solo io?  ???
No dai!  ;D

L’indurimento degli avambracci, meglio conosciuto come “arm pump” è un problema ricorrente tra chi pratica motocross e condiziona drasticamente la guida.

Spesso si discute di questo problema tra amici cercando una soluzione facile e definitiva che purtroppo non esiste.
Alcuni professionisti, quali Roncada, Dowd e Sellards hanno optato per la soluzione estrema: l’intervento chirurgico.

Per risolvere questo problema, piuttosto che intervenire chirurgicamente è necessario capire i fenomeni ad esso legati e le relative reazioni del proprio organismo, in quanto non esiste una soluzione unica e semplice uguale per tutti.
Il dolore agli avambracci non sempre è causato dal fenomeno dell’”arm pump”, ma può essere indotto anche da sindrome del tunner carpale (sempre più frequente tra chi usa il PC per tutto il giorno), artriti, anomalie al collo, gomito del tennista, fratture, ecc.

L’indurimento degli avambracci è dovuto all’accumulo di sangue nel muscolo.
Durante l’esercizio fisico l’organismo richiama più sangue ad irrorare il muscolo che quindi si gonfia fino al punto da strozzare i vasi sanguigni nell’avambraccio.
I muscoli dell’avambraccio si possono gonfiare fino al 20% in volume e siccome la guaina che li contiene non è molto elastica la pressione all’interno aumenta in proporzione.
Allo stesso tempo viene rilasciato acido lattico in grandi quantità (in persone non allenate) che causa dolore al muscolo.
La combinazione di questi due fattori dà luogo al fenomeno dell’”arm pump”.
Ci sono anche fattori contingenti, quali lo stile di guida, la posizione del manubrio, l’età e la dieta.

I seguenti suggerimenti possono aiutare a ridurre il fenomeno dell’”arm pump” :

1. Allenarsi con regolarità. Il modo migliore in assoluto per risolvere il problema è quello di allenarsi più spesso. Purtroppo non è sempre facilmente praticabile, allora nei tempi lunghissimi in cui stiamo a casa pensando alla moto, come minimo giocherelliamo con una pallina da tennis  :).
2. Respirare correttamente, teniamo sotto controllo il modo in cui stiamo respirando quando affrontiamo un tratto impegnativo. Alcuni piloti si dimenticano di respirare correttamente, in questo modo la quantità di ossigeno nel sangue viene drasticamente ridotta aumentando lo stress muscolare.
3. Stare rilassati. Il nervosismo gioca un ruolo negativo aumentando la possibilità di inccorrere nel fenomeno.
4. Fare riscaldamento e stretching. Prima di inforcare la moto praticare una sessione di riscaldamento e di stretching aiuta sicuramente.
5. Non usare guanti stretti. I guanti stretti riducono il flusso di sangue. Pare banale, ma a volte una misura trovata in stock a prezzaccio, o la voglia di non avere "quelle orribili pieghette" possono dare più fastidi di quanto possiamo immaginare.
6. Regolare bene il manubrio ed i comandi.
7. Tenere la moto con le gambe. La moto non va guidata di braccia, ma deve essere tenuta stretta tra le gambe e guidata principalmente con esse.
8. Scegliere le traiettorie meno bucate. Ovviamente, scegliere le traiettorie meno bucate ridurrà l’affaticamento muscolare.
9. Esercitare gli avambracci. Ci sono un paio di esercizi che possono aiutare, tra cui la “power-ball” (o la pallina da tennis che ho già citato prima) ed il legno con la corda da arrotolare.
10. Mantenersi idratati. Bere acqua o sali minerali regolarmente in piccole quantità prima e durante l’esercizio fisico evita la disidratazione. La disidratazione aumenta lo stress muscolare e la densità del sangue. Non aspettare di avere sete, sarà già troppo tardi!


Personalmente, ho ottenuto buoni risultati seguendo questi pochi punti :

a) Allenarsi in moto almeno una volta a settimana (o quasi....)
b) Evitare del tutto caffè e qualsiasi alcolico, anche a bassa gradazione almeno dalle 24 ore precedenti. Lo so, è dura rinunciare alla birretta nella pausa alrifugio, ma...
c) Bere quanta più acqua possibile almeno dalle 24 ore precedenti; non aspettare di avere sete per farlo.
d) Tenere la moto con le gambe lasciando riposare le braccia per quanto possibile
e) Mantenere un respiro regolare sfruttando la capacità polmonare al meglio

Alcuni usano prendere una o due compresse di Aspirina in quanto è un vasodilatatore e dovrebbe migliorare sensibilmente le cose.
Io non ho notato alcun risultato apprezzabile.  126

Thanks to:
Jondy L. Cohen
Stephen Gall

1984
Ciclistica / Regolare le sospensioni
« il: 06 Settembre 2010, 11:24:51 »
A mio avviso una buona regolazione delle sospensioni è la prima cosa da ricercare per migliorare le prestazioni della moto. Una moto ben equilibrata è un'arma vincente. Se disponiamo di un mezzo con sospensioni pluriregolabili, vediamo come ottenere questo risultato:

Regolazione statica delle sospensioni:

   1.      Sollevate la moto in modo che le ruote siano completamente staccate da terra, potete fare prima l'anteriore e poi il posteriore. Prendete la misura riferimento da un punto solidale al telaio ai perni ruota. Per l'anteriore potete prendere la misura dalla piastra di sterzo al perno ruota e per il posteriore da un punto qualsiasi del codino.
   2.      Rimettete a terra la moto mantenendola perpendicolare e senza applicare nessuna pressione. Rilevate le  misure negli stessi punti del punto 1, assetto statico
   3.      Sottraete le misure rilevate al punto 1 a quelle del punto 2, naturalmente divise fra anteriore e posteriore, effettuate queste misure almeno tre volte e fate la media matematica. Avete ottenuto la misura di abbassamento statico (Static sag) detto anche negativo o neutro. I valori ottenuti devono essere compresi fra quelli riportati nella tabella che normalmente viene inclusa nel manuale di uso e manutenzione della propria moto (o alla peggio nel manuale di officina):

Quei valori che troveremo, normalmente espressi in millimetri, si riferiscono alla possibilità della sospensione di lavorare in estensione rispetto alla posizione statica. Se questo valore è insufficente la ruota anteriore non riuscirà a copiare gli avvallamenti dell'asfalto facendolo "sbacchettare" mentre il posteriore avrà la tendenza a saltellare e "sbandierare".

Fatt questo per la forcella e per il mono, adesso ripetete la misurazione, solo per il posteriore, come al punto 2 , ma questa volta con il pilota in assetto di guida e vestito come se dovesse partire. Detraete il valore del riferimento punto1 da questo e otterrete la misura di abbassamento con pilota (Sag rider) detto anche positivo. Questo valore deve essere compreso fra quelli riportati nella solita tabella:
Per quanto riguarda le misure di abbassamento statico e abbassamento con il pilota ci dovremo mantenere vicini ai valori minimi per l'utilizzo in "action" ed a quelli massimi per un utilizzo stradale. Più il pilota è pesante e più occorre avvicinarsi ai valori minimi di abbassamento statico ed a quelli massimi di abbassamento con pilota.
Se, con un valore minimo di abbassamento statico, non ci riesce di mantenere la misura dell'abbassamento con pilota nei limiti previsti, abbiamo una sospensione con molla troppo morbida, in caso contrario avremo una molla troppo dura.

   1.      Per effettuare la regolazione del freno in estensione dovete legare la leva del freno in modo che l'anteriore risulti ben frenato, fate lavorare ripetutamente la forcella mandandola giù e su diverse volte poi spingete con decisione e fatela tornare sù senza fare alcuna pressione sul manubrio. La forcella deve estendersi e scendere di qualche millimetro prima di fermarsi. Se scende troppo o scende e risale leggermente la forcella è poco frenata in estensione, mentre se non sale del tutto è troppo frenata. Per moto da enduro è generalmente meglio tenere la forcella meno frenata. Per il posteriore eseguiamo lo stesso procedimento, senza bisogno di tenerlo frenato, e dopo una spinta decisa dobbiamo calcolare un tempo di risalita completa che deve essere compreso fra 1 secondo e 1,5 secondi.
   2.      Per regolare il freno in compressione, che ha la funzione di variare il tempo di movimento della sospensione, bisogna spingere con forza e sull'anteriore devono rimanere liberi gli ultimi 15-25mm di corsa ed il posteriore non deve andare a "pacco" ovvero a battuta sul tampone.

Come variare le misure di riferimento ed i freni idraulici:

Per aumentare o diminuire le misure ai punti 3 e 4 bisogna variare il precarico delle molle con l'idraulica completamente aperta.
Aumentando il precarico si diminuiscono i valori di Sag e la moto si alza, mentre riducendolo si aumentano e la moto si abbassa per la forcella si usa una chiave di 14, 15 o 17mm mentre per il posteriore ci vuole una chiave a settore, in genere di 75mm.
Per l'idraulica della forcella si usano i registri situati sui tappi in alto per variare il freno in estensione mentre si agirà sui registri in basso, vicino al perno ruota, per variare la compressione.
Di solito, come si diceva, sul libretto di uso e manutenzione ci sono tutti i parametri necessari per una buona regolazione statica delle sospensioni e ricordatevi che la giusta pressione delle gomme è importante per apprezzarne i benefici.

Anche il livello e la viscosità dell'olio hanno la loro importanza, aumentando il livello dell'olio rispetto a quanto prescritto si otterrà un irrigidimento nella parte finale dell'escursione, diminuendolo si avrà un funzionamento più fluido e progressivo , ma se eccessivo si arriverà facilmente a fondo corsa nelle staccate al limite, con seri problemi di controllo del mezzo.

Ricordate di sostituire l'olio della forcella almeno ogni anno.

Regolazione dinamica delle sospensioni:


Per una buona regolazione dinamica delle sospensioni occorre un pò di esperienza e la giusta sensibilità nell'individuare i comportamenti della moto che devono essere variati. Non tutti (almeno, io no...) sono in grado di decifrare i segnali che ci arrivano durante la guida e se siete fra questi limitatevi a tenere la moto un pò più morbida di quanto consigliato dalla casa costruttrice.

Se invece pensate di essere dei buoni "collaudatori" ricordatevi di agire sempre e solo su un parametro alla volta e di segnare meticolosamente ogni variazione che effettuate per poter, in caso di errore di valutazione, tornare allo step precedente. Per l'utilizzo amatoriale, senza smanettate, optate per una regolazione tendente al morbido che esalterà una guida pulita.

Comunque vediamo di mettere in luce alcuni casi tipici di anomilia di funzionamento delle nostre sospensioni:

Aumentare lo STATIC SAG quando:
   

   1.      Il retroteno saltella
   2.      Il retrotreno sbandiera
   3.      L'avantreno è impreciso e non tiene la traiettoria

Aumentare il FRENO IDRAULICO IN COMPRESSIONE quando:
   

   1.      Nella fase iniziale della staccata la moto rimbalza
   2.      Aprendo il gas di colpo il posteriore si schiaccia troppo velocemente

Diminuire il FRENO IDRAULICO IN COMPRESSIONE quando:
   

   1.      La moto è troppo "secca" sulle asperità dell'asfalto
   2.      L'ammortizzatore risponde male alle sollecitazioni è troppo rigido e fà perdere aderenza alla gomma
   3.      La moto è troppo rigida in curva

Aumentare il  FRENO IDRAULICO IN ESTENSIONE quando:
   

   1.      Quando si rilasciano i freni la moto si scompone
   2.      Nelle curve ad alta velocità la moto ondeggia e/o "galleggia"

Diminuire il FRENO IDRAULICO IN ESTENSIONE quando:
   

   1.      La forcella è rigida ma arriva a fondo corsa
   2.      La forcella non copia bene gli avvallamenti del terreno
   3.      Scarsa aderenza ed instabilità all'uscita delle curve

Comunque ricordate che, con tutta probibilità, arriveremo sempre a una situazione di compromesso, e che non sarà possibile avere una moto perfetta in tutte le situazioni, sta a noi decidere, secondo il vostro stile di guida e le condizioni di fondo che abitualmente percorriamo.

Comportamento in movimento:


A) La forcella arriva a fondo corsa: aumentare il precarico delle molle


B) La forcella fa poca corsa e diventa troppo rigida fino al bloccaggio: diminuire il precarico.


C) L’anteriore serpeggia e c’è troppo carico sul pneumatico: togliere precarico all'ammortizzatore posteriore.


D) Il posteriore sbandiera o saltella: diminuire il precarico dell’ammortizzatore posteriore, attenzione che potrebbe anche essere troppo freno motore o un utilizzo eccessivo del freno posteriore.

E) L'anteriore scivola in staccata: Diminuire la rigidità della forcella (precarico molla) perché non fa una corsa sufficiente o sostituire le molle con altre più morbide

 F) Nel momento della staccata la moto rimbalza: Aumentare il freno in estensione della forcella ( per chi ha il freno in compressione è meglio aumentare prima questo parametro e dopo eventualmente l’estensione). Nel caso abbiate un K invece non c'è niente da fare: è il PDS  ;D

G) In curva la moto non assorbe le buche (scalcia) e pur essendo rigida arriva a fondo corsa: se il problema è all’anteriore diminuire il freno in estensione della forcella, se al posteriore diminuire il freno in estensione del mono.

H) Si sentono troppo le asperità del percorso: Diminuite il precarico dell'ammortizzatore e/o delle forcelle se questo è già tarato sul morbido diminuite il freno in estensione

I) Le sospensioni vanno a fondo corsa anche se non ci sono serie di buche o avvallamenti continui: Aumentare il precarico delle molle

L) Aprendo il gas di colpo il posteriore si schiaccia troppo velocemente diminuendo la stabilità e allargando la traiettoria: Aumentate il precarico della molla, ma se l’avete sarebbe meglio aumentare il freno in compressione.

M) La moto tende a derapare troppo ed è alta dietro: diminuire il precarico della molla al posteriore o alzare l'anteriore, in special modo se si verifica all'inizio dell'accelerazione

N) L'avantreno è impreciso e non tiene la traiettoria: la forcella arriva al fondo corsa superiore. Diminuire il precarico della molla e/o il freno in estensione della forcella.

O) L'ammortizzatore post non fa una corsa sufficiente, è troppo rigido e perde aderenza: Diminuire il precarico dell'ammortizzatore

P) La moto tende ad allargare la traiettoria: Abbassare l'anteriore o alzare il posteriore o variare entrambi. Oppure diminuire il freno in estensione sull'ammortizzatore posteriore.

Q) Nelle curve ad S la moto è dura da girare, oppure cambia direzione più facilmente ma è ballerina ed instabile: Nel primo caso diminuire il freno in estensione nel secondo aumentarlo

R) La moto è poco stabile o imprecisa in rettilineo non ha un buon equilibrio: Bilanciare l'altezza di guida o accordare il funzionamento delle sospensioni che probabilmente non lavora in sintonia. (avvertenza utile a chi, per esempio, ha sfilato la forca a naso)

S) La moto è troppo rigida: Ridurre il precarico delle forcelle e dell'ammortizzatore

1986
Drive in / Prima o poi tocca a tutti i forum rispettabili
« il: 03 Settembre 2010, 23:24:44 »
Per cui l'orrenda, temutissima domanda la faccio io:

chi di voi è su facebook?  :D

Io c'è!

1987
Officina / Si fa presto a dire "OLIO"
« il: 03 Settembre 2010, 22:14:00 »
Fonte: moto.it

Per una buona parte degli utenti le prescrizioni delle Case in merito ai lubrificanti da impiegare non si può dire che siano sempre chiarissime. In genere ci si affida al concessionario o al meccanico di fiducia e finisce lì.  In particolare per quanto riguarda gli oli motore, ci sono però molti appassionati che vogliono saperne di più. Ecco in sintesi le domande più frequenti, con le relative risposte.

Cos’è la viscosità e perché è importante?
Lo strato di olio che si interpone tra gli organi meccanici sopporta il carico (e quindi tiene separate le superfici metalliche) proprio grazie alla viscosità, ossia alla sua resistenza allo scorrimento. Quanto più essa è elevata, tanto maggiore è la capacità di carico; l’olio però fluisce con maggiore difficoltà.
La viscosità, ovvero l’”attrito interno” del fluido, diminuisce al crescere della temperatura, e questo è svantaggioso. Per indicare la viscosità degli oli si fa ricorso a una scala studiata dalla SAE (Society of Automotive Engineers); sulle lattine essa viene quindi riportata da apposite sigle numeriche, precedute appunto dalla sigla SAE. A ogni singola gradazione corrisponde un valore a freddo (indicato dal suffisso W) e uno a caldo.

Come si “interpretano” i valori di viscosità riportati sulle confezioni degli oli?
Gli oli moderni sono tutti multigradi. Ovvero, per quanto riguarda la viscosità, a freddo hanno una gradazione SAE e a caldo un’altra. La loro variazione di viscosità al crescere della temperatura è nettamente inferiore a quella degli oli unigradi. In altre parole, il loro indice di viscosità è molto più elevato.
Un olio SAE 20W-50 si comporta a freddo come un SAE 20 e a caldo come un SAE 50. Alle basse temperature è dunque fluido, mentre alle alte mantiene una notevole capacità di sopportare il carico.
Un SAE 10W-50 ha un indice di viscosità maggiore di quello di un SAE 10W-40 o di un SAE 20W-50.

E per quanto riguarda le prescrizioni delle Case motociclistiche?
I costruttori indicano di norma un campo di viscosità, ovvero delle specifiche relative agli oli multigradi, e un livello qualitativo al di sotto del quale l’olio non deve scendere; inoltre consigliano in genere una determinata marca. Quest’ultima raccomandazione di norma è legata ad accordi commerciali.
Per quanto riguarda la viscosità, presumendo che nessuno impieghi la moto con temperature ambiente inferiori a 0 °C e superiori a 40 °C, vanno bene gli oli multigradi con una viscosità W (a freddo) pari a 10 o 20 “gradi” SAE e una a caldo pari a 40 o 50. Insomma, sono OK un SAE 10W-40, un SAE 20W-50, etc…

Sulle lattine, oltre a quella che indica la viscosità, ci sono altre sigle. Cosa significano?
Si tratta delle indicazioni relative al livello qualitativo, o prestazionale, dell’olio, ed hanno una notevole importanza. Appositi enti hanno stabilito delle specifiche, e quindi delle serie di prove che i lubrificanti devono essere in grado di superare. A ciascuna di esse corrisponde una sigla.
In genere i costruttori fanno riferimento, nelle loro prescrizioni, ai livelli prestazionali messi a punto dall’API (American Petroleum Institute), che nel corso degli anni si sono logicamente evoluti. Le sigle che li indicano sono costituite da due lettere, delle quali la prima è sempre una S. La seconda aumenta, come posizione nell’alfabeto, mano a mano che le prove che l’olio deve superare diventano più severe. Un SG è senz’altro un buon olio, per uso motociclistico, ma i livelli qualitativi SH ed SJ sono superiori.  Stranamente, talvolta le Case motociclistiche indicano come livelli minimi alcuni che sono da tempo obsoleti, al punto che oli con tali sigle non si trovano più in commercio.

E’ tutto, per quanto riguarda le sigle?
No, c’è un’altra avvertenza, importantissima, e interessa solo le moto. A partire dai primi anni Novanta sono entrati in commercio, e si sono diffusi, oli automobilistici “energy saving”, nei quali sono presenti additivi modificatori di attrito. Se la moto (come accade nella grande maggioranza dei casi) non ha la frizione a secco e impiega lo stesso olio per lubrificare tanto il motore quanto il cambio, bisogna evitarne l’impiego nel modo più assoluto.
Per questa ragione, al fine di evitare qualunque rischio di inconvenienti, la JASO (associazione giapponese dei tecnici del settore automotive) ha varato norme ben precise. Gli oli delle generazioni più recenti privi di tali additivi, e quindi adatti ad essere impiegati nelle moto di schema convenzionale sono contraddistinti dalla sigla MA (per quanto riguarda quelli più moderni, si tenga presente che MA 2 è meglio di MA 1).

Come è fatto un olio motore? Quali sostanze lo costituiscono?
Un olio è costituito da una base (il lubrificante vero e proprio) e da un “pacchetto” di additivi accuratamente studiato e calibrato, che ha la funzione di esaltare alcune caratteristiche della base e/o di aggiungerne altre.
Le basi minerali sono miscugli di idrocarburi (con molecole contenenti in genere da 25 a 45 atomi di carbonio) e vengono ottenute dal petrolio grezzo mediante procedimenti di raffineria, tra i quali è fondamentale la distillazione sottovuoto dei prodotti pesanti, ossia delle frazioni altobollenti. Altri processi impiegati sono l’idroraffinazione, l’idroscissione e l’idroisomerizzazione; quest’ultima fornisce un prodotto con indice di viscosità molto elevato (XHVI).
Le basi sintetiche di gran lunga più impiegate sono le polialfaolefine (PAO) e gli esteri.

Che differenza c’è, in quanto a prestazioni, tra un olio minerale e uno sintetico?

Tanto per cominciare, occorre dire che un buon olio con base minerale è senz’altro migliore, rispetto a un discreto olio sintetico. Inoltre, le diciture sulle confezioni degli oli motore talvolta possono essere un poco fuorvianti. In alcuni lubrificanti indicati come sintetici, infatti, la base può essere in larga misura minerale.
In linea di massima, comunque, a parità di livello qualitativo, gli oli sintetici hanno qualcosa in più. In particolare, sono più stabili dal punto di vista chimico, specialmente alle alte temperature, hanno una bassa volatilità, un elevato indice di viscosità e, spesso, una grande “untuosità”.

Da cosa è costituito il “pacchetto” degli additivi?
Le sostanze impiegate sono svariate, e alcune di esse svolgono più di una funzione. Il “pacchetto” deve essere accuratamente dosato in ogni suo componente e la sua formulazione è legata anche alle caratteristiche della base. La quantità totale di additivi è generalmente compresa tra l’ 8 e il 15 % del prodotto finito. Alcuni di essi sono presenti però in pochi “punti” per mille. Per la maggior parte degli additivi esiste una quantità ottimale, in corrispondenza della quale essi forniscono i migliori risultati (andare oltre si rivela quindi controproducente).
Gli additivi impiegati sono numerosi: detergenti-disperdenti, antiossidanti, miglioratori di indice di viscosità, antiusura, antischiuma, inibitori di corrosione, abbassatori del punto di scorrimento, untuosanti…

Oltre alla viscosità, quali altre caratteristiche importanti deve possedere un olio?

Assolutamente fondamentali sono le proprietà tribologiche del lubrificante. In diversi casi (tipico è l’accoppiamento camma-punteria) all’interno del motore non si instaura un regime idrodinamico, con separazione completa delle superfici metalliche da parte di un velo d’olio di congruo spessore. Più della viscosità allora conta la capacità dell’olio di attaccarsi alle superfici formando un velo sottilissimo tenace e scivoloso. Dunque il lubrificante deve avere una elevata untuosità (i tecnici la chiamano spesso “lubricity”) abbinata a una forte capacità di aderire alle parti metalliche. Le caratteristiche tribologiche vengono esaltate da additivi antiusura, untuosanti ed EP (per estreme pressioni).

Insomma, si possono avere dei consigli in merito alla scelta?
È bene che l’olio che si acquista sia specificamente studiato per impiego motociclistico. È indispensabile che abbia la viscosità adatta, che sia di livello prestazionale adeguato e che, se la moto ha la frizione in bagno d’olio (e/o il cambio lubrificato dallo stesso olio del motore), sulla lattina sia riportata la dicitura MA, MA 1 o MA 2. Come ovvio, è fortemente raccomandabile l’impiego di oli di buona marca, che possibilmente siano al top (o quasi) della gamma.

1988
Aprilia / Aprilia RXV 5.5 MY08
« il: 03 Settembre 2010, 09:36:15 »
Esteticamente la RXV 2008 si presenta ancora più aggressiva grazie ad una nuova livrea grafica, sella bicolore rossa e nera, con inedito fanale anteriore “racing”, molto leggero, ed una mascherina decisamente aggressiva; nuovo anche il fanale posteriore. Particolari che, assieme ad un affinamento generale, hanno portato ad una significativa riduzione del peso a secco di 4 Kg, raggiungendo ora i 113 kg. Il che significa, in soldoni, 122 chili in odine di marcia, per una bicilindrica da 550 cc. Meno di molte tra le mono più classiche!



Grande attenzione anche all’ergonomia, fondamentale per l’uso agonistico, con un nuovo serbatoio che segue armonioso la linea della moto, consentendo spostamenti più rapidi del pilota, e l’adozione di un nuovo manubrio senza traversino con comandi più pratici e “corsaioli”. E’ ora ancora più facile diventare un “tutt’uno” con il proprio mezzo, senza alcuna interferenza delle strutture. Le sospensioni (forcella Marzocchi Shiver USD da 45mm all’anteriore e mono Sachs al posteriore) sono state aggiornate a livello di taratura sulla base delle indicazioni fornite dai piloti ufficiali, incrementando la stabilità sul veloce e l’assorbimento delle asperità sullo sconnesso. Personalmente trovo la forca ancora morbidina con il setting di serie.



Il telaio perimetrale accoglie il rivoluzionario, potente e affidabile bicilindrico 4 tempi da 549cc con cilindri a V di 77° gradi (raffreddato a liquido, distribuzione monoalbero a camme in testa con bilanciere sullo scarico, comando a catena, 4 valvole in titanio, alimentazione ad iniezione elettronica) che garantisce altissime prestazioni.



Le principali novità del model year 2008 riguardano l’elettronica, con la possibilità di gestire due differenti mappature attraverso un tasto posto sul manubrio. Un particolare molto utile con una mappa "full power" da usarsi in condizioni di ottima aderenza ed un'altra "soft" per avere un'erogazione più dolce nelle condizioni difficili. Aprilia afferma che questo è un validissimo aiuto nella guida i cui benefici sono stati apprezzati sia dai piloti più esperti (il sistema è stato sperimentato nella parte finale del Mondiale), che dagli appassionati in genere. In realtà, personalmente ho notato solo una brutalità iniziale in mappa H, ossia una schiena molto piùstretta raggiunta in modo estremamente veloce, dopodichè la moto si governa (si fa per dire) nel medesimo modo.

Importante novità, per un privato, è che Aprilia, dal modello 2008, ha allungato gli intervalli di manutenzione programmata, ponendo nuovi riferimenti di categoria. Infatti l’intervallo previsto per un uso “racing” passa da 45 a 75 ore di esercizio mentre quello di uso amatoriale cresce da 90 a ben 150 ore!
Nuovo anche il dispositivo di starter a freddo con pomello sulla scatola filtro anziché al manubrio, come nuovo è pure il filtro in spugna derivato dalle moto ufficiali. Doppia possibilità di scelta a livello del terminale di scarico. Infatti la RXV 2008 viene consegnata dai concessionari equipaggiata con i due ormai classici e stupendi “tromboncini” posti nel sotto sella, con l’opportunità però di montare sui campi di gara un inedito scarico laterale in acciaio, sviluppato in collaborazione con i tecnici Arrow, capace di un’erogazione più fluida in tutto l’arco di utilizzo. Avendo acquistato un esemplare "prova stampa", io però i tromboncini non li ho manco visti, così come la chiave del bloccasterzo.


L’IMPIANTO FRENANTE
Massima tecnologia e performance della ciclistica trovano una spalla adeguata in un impianto frenante ai massimi livelli. Sulla RXV spiccano le pinze Nissin che frenano dischi wave alleggeriti (270 mm l’anteriore), per il massimo controllo della frenata nelle situazioni difficili.
Il disco posteriore da 240 mm con pinza Nissin a singolo pistoncino (alleggerita rispetto al precedente modello) offre il perfetto connubio tra potenza e modulabilità.

LA COMPONENTISTICA: PRONTA PER CORRERE

    * Strumentazione digitale: ultraleggera e compatta in grado di fornire tutte le informazioni necessarie al pilota.
    * Manubrio Magura in alluminio a sezione varabile senza traversino per una elasticità ed un controllo ottimale
    * Faro posteriore a LED  ad altissima luminosità
    * Tappo del serbatoio filtro olio in alluminio
    * Impianto elettrico di derivazione racing
    * Filtro dell’aria “racing” in spugna

LA SCHEDA TECNICA:

Make Model   Aprilia RXV 550

Year   2008

Engine   Liquid cooled, four stroke, 77° V-twin cylinder,

Capacity   549
Bore x Stroke    80 x 55 mm
Compression Ratio    12.0:1

Induction     Integrated engine management system controlling ignition and fuel injection. Throttle body: 40 mm

Ignition  /  Starting      Electronic  /  electric

Max Power   70 hp @ 13000 rpm

Max Torque   65.9 Nm @ 10900 rpm

Transmission  /  Drive   5 Speed  /  chain
Frame    Steel perimeter frame with alloy vertical members

Front Suspension   45 mm upside down fork, double adjustment

Rear Suspension   Box section aluminium swingarm with cast body, Hydraulic monoshock with compression and rebound adjustment

Front Brakes   Single 270mm disc 4 piston caliper

Rear Brakes   Single 240mm disc 2 piston caliper

Front Tyre   90/90 -21

Rear Tyre   140/80 -18

Weight   113/122 kg

Fuel Capacity    7.8 Litres

1989
Comunicazioni / Portatarga aftermarket: Nessun problema
« il: 03 Settembre 2010, 08:46:24 »
fonte: motonline

Portatarga: la sostituzione è libera

di Riccardo Matesic

Un parere del direttore generale della Motorizzazione chiarisce che il portatarga non rientra fra le caratteristiche costruttive dei veicoli. Dunque è possibile adottarne anche uno non originale

Nessun problema per chi sostituisce il portatarga della propria moto. Lo ribadisce il direttore generale della Motorizzazione Civile, Maurizio Vitelli, con una lettera al corpo della Polizia Locale di Jesolo.
C'erano stati molti verbali in zona, proprio per l'uso di porta targa non originali, e della cosa ha finito per occuparsi l'Assobike, l'Associazione delle aziende produttrici di ricambi aftermarket, che è riuscita a ottenere questo chiarimento dal dirigente della sede centrale. Dunque Vitelli ha chiarito che il portatarga non rientra fra i componenti cui fa riferimento l'art. 78 del Codice: "modifiche alle caratteristiche costruttive dei veicoli in circolazione e aggiornamento della carta di circolazione".



La spiegazione è molto tecnica. Per rientrare nell'art. 78, un componente, oltre a essere indicato nel Regolamento d'Esecuzione del Codice della Strada, deve essere anche individuato con un provvedimento della Motorizzazione. E non risultano provvedimenti relativi al portatarga.
"Non si rilevano - scrive Vitelli - provvedimenti atti a individuare, tra le caratteristiche costruttive da sottoporre a eventuale aggiornamento della carta di circolazione a seguito di modifica, l'alloggiamento targa".
E continua: "Tutto ciò premesso, si ritiene, per quanto argomentato, che l'eventuale modifica dell'alloggiamento targa non debba essere oggetto di aggiornamento della carta di circolazione".
Dunque la sostituzione di tale componente con altri commerciali è concessa; ferme restando alcune caratteristiche dimensionali di base e, soprattutto, il tetto massimo di 30° per l'inclinazione sulla verticale.

1990
Percorsi ed aree autorizzati / Meduna-Cellina (PN)
« il: 03 Settembre 2010, 08:30:17 »
In realtà qui voglio far presente una questione che riguarda sì un percorso autorizzato, ma che ha subito di recente alcune restrizioni importanti e quindi mi pare opportuno dare, a chi volesse avventurarcisi, le informazioni necessarie per evitare problemi, siano questi una multa o addirittura... un proiettile calibro NATO  :o

La zona in questione è l'unico esempio di Tundra esistente nell'Europa occidentale. Per intenderci, possiamo arrivare a paesaggi simili a questo:


La scelta del percorso è praticamente libera, è un parco giochi molto esteso dove ognuno può trovare il proprio livello di difficoltà. Però da un mese a questa parte ci sono stati dei cambiamenti:
il torrente Cellina, è off limit. I militari hanno un permesso per esercitarsi, ma è vietata a tutti gli altri perchè la zona adesso è parco naturale e ci sono le guardie che ora hanno avuto anche carta bianca per sparare a chi non rispetta i divieti e non si ferma ai posti di blocco.
Comunque tutta la zona del torrente Meduna è liberissima.
Per capirci, tutta la parte a Est di Vivaro che parte da Maniago fino alla Cimpello-Sequals e tutta parco naturale compreso l'osservatorio Ariete che l'Esercito utilizza per i poligoni. La parte che si può utilizzare va dal guado di Santa Maria al guado di Basaldella e poi da lì giù verso sud.

1991
Presentazioni / Eccomi qua!
« il: 03 Settembre 2010, 07:54:07 »
Ciao a tutti, sono Alex dalla provincia di  Treviso. Qualcuno di voi mi conosce altrove come nolimit.  ::)
Ringrazio il Signor Site Admin (ma che è, pakistano?  ;D) e quell'altro brav'uomo che mi ha invitato con un sincero quanto criptico messaggio in privato.
E adesso diamoci dentro e facciamo crescere questo posticino accogliente!!  ;)