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Impianto elettrico / Ride By Wire
« il: 30 Novembre 2012, 15:37:15 »
Da tempo adottato su moto stradali, sta facendo di recente la sua comparsa anche nel mondo del fuoristrada, specie grazie alla sempre più diffusa alimentazione mediante iniezione elettronica.
Il ride by wire è stato, manco a dirlo, ereditato dall'aeronautica, come tante altre soluzioni (es. freni a disco e fibra di carbonio).
Nel caso specifico l’acceleratore non comanda direttamente l'apertura delle farfalle o delle ghigliottine ma, tramite un potenziometro, manda impulsi ad una centralina che, in funzione di alcuni parametri risponde in maniera più o meno diretta al comando (uno dei parametri ad esempio è la mappatura scelta) trasmettendo a sua volta il comando ad un motorino elettrico passo-passo che comanda l’apertura della farfalla; per la massima ottimizzazione si può avere anche un motorino per ogni cilindro, considerato che i parametri non sono necessariamente identici in ogni cilindro.
E’ facile capire che se anche la corsa di chiusura è guidata da ride by wire, questo può essere utilizzato anche come controllo del freno motore. Sulla Yamaha R1 il ride by wire è attivo solo in apertura mentre la chiusura e' comandata ancora dal cavo tradizionale per motivi di sicurezza, almeno fino a che l’elettronica non sarà affidabile al 100%. Immaginate cosa potrebbe accadere se la centralina per un qualunque motivo (hardware o software) dovesse mantenere aperto il gas in fase di frenata. Le ultime tendenze però vanno verso il controllo totale delle farfalle, sia in apertura che in chiusura.
Il vantaggio del ride by wire è che, ruotando la manopola del gas, si trasmettono alla centralina 2 messaggi: l'angolo e la velocità di rotazione della manopola; questi dati vengono messi in relazione con il tipo di mappatura scelta e con i dati provenienti da alcuni sensori che rilevano la pressione dell'aria, la temperatura, i giri del motore e in base ad alcuni algoritmi la centralina decide velocità e angolo di apertura dei corpi farfallati.
Il risultato è un'erogazione fluida, una spinta progressiva e senza vuoti ed la miscela ottimale di benzina e aria in funzione della richiesta del pilota e delle condizioni ambientali e del motore, per cui ci dovrebbe essere anche un miglioramento nei consumi ed una maggiore facilità a rispettare le sempre più restrittive normative antinquinamento.
Tradotto in pratica quando in accelerazione si dà gas non sempre è vantaggioso spalancare, ma bisogna parzializzare; bene il ride by wire, magari aiutato anche da un sistema anti-spin (tipo l'APRC della Aprilia, tanto per citarne uno), lo fa al posto nostro.
E’ intuitivo comprendere che questi sistemi richiedono una accuratissima messa a punto sia per essere certi di gestire tutte le combinazioni possibili di informazioni che arrivano alla centralina sia per dare un buon feeling al pilota, primo fra tutti ridurre al minimo, se non eliminare, l’effetto on-off.
Per cui, ricordiamoci che con la moto dotata di iniettori e acceleratore RBW non basterà "carburare" l'alimentazione mediante l'ottimazione del c.d. CO, ma andrà (anche più spesso rispetto agli intervalli di manutenzione programmata) effettuato anche il riposizionamento a "zero" del TPS, ossia della corretta posizione "virtuale" della manopola del gas.
Il ride by wire è stato, manco a dirlo, ereditato dall'aeronautica, come tante altre soluzioni (es. freni a disco e fibra di carbonio).
Nel caso specifico l’acceleratore non comanda direttamente l'apertura delle farfalle o delle ghigliottine ma, tramite un potenziometro, manda impulsi ad una centralina che, in funzione di alcuni parametri risponde in maniera più o meno diretta al comando (uno dei parametri ad esempio è la mappatura scelta) trasmettendo a sua volta il comando ad un motorino elettrico passo-passo che comanda l’apertura della farfalla; per la massima ottimizzazione si può avere anche un motorino per ogni cilindro, considerato che i parametri non sono necessariamente identici in ogni cilindro.
E’ facile capire che se anche la corsa di chiusura è guidata da ride by wire, questo può essere utilizzato anche come controllo del freno motore. Sulla Yamaha R1 il ride by wire è attivo solo in apertura mentre la chiusura e' comandata ancora dal cavo tradizionale per motivi di sicurezza, almeno fino a che l’elettronica non sarà affidabile al 100%. Immaginate cosa potrebbe accadere se la centralina per un qualunque motivo (hardware o software) dovesse mantenere aperto il gas in fase di frenata. Le ultime tendenze però vanno verso il controllo totale delle farfalle, sia in apertura che in chiusura.
Il vantaggio del ride by wire è che, ruotando la manopola del gas, si trasmettono alla centralina 2 messaggi: l'angolo e la velocità di rotazione della manopola; questi dati vengono messi in relazione con il tipo di mappatura scelta e con i dati provenienti da alcuni sensori che rilevano la pressione dell'aria, la temperatura, i giri del motore e in base ad alcuni algoritmi la centralina decide velocità e angolo di apertura dei corpi farfallati.
Il risultato è un'erogazione fluida, una spinta progressiva e senza vuoti ed la miscela ottimale di benzina e aria in funzione della richiesta del pilota e delle condizioni ambientali e del motore, per cui ci dovrebbe essere anche un miglioramento nei consumi ed una maggiore facilità a rispettare le sempre più restrittive normative antinquinamento.
Tradotto in pratica quando in accelerazione si dà gas non sempre è vantaggioso spalancare, ma bisogna parzializzare; bene il ride by wire, magari aiutato anche da un sistema anti-spin (tipo l'APRC della Aprilia, tanto per citarne uno), lo fa al posto nostro.
E’ intuitivo comprendere che questi sistemi richiedono una accuratissima messa a punto sia per essere certi di gestire tutte le combinazioni possibili di informazioni che arrivano alla centralina sia per dare un buon feeling al pilota, primo fra tutti ridurre al minimo, se non eliminare, l’effetto on-off.
Per cui, ricordiamoci che con la moto dotata di iniettori e acceleratore RBW non basterà "carburare" l'alimentazione mediante l'ottimazione del c.d. CO, ma andrà (anche più spesso rispetto agli intervalli di manutenzione programmata) effettuato anche il riposizionamento a "zero" del TPS, ossia della corretta posizione "virtuale" della manopola del gas.