Si chiama così l'ultimo articolo di Peppe Privitera su Moto.it
http://www.moto.it/news/i-racconti-di-moto-it-peppe-c.htmlGustoso, dal finale forse un po' troppo surreale, ma arrivandoci c'è qualcosa in cui sicuramente riconoscerci. Ciascuno coll suo perché
Lo riporto qui:
Tu non hai una moto brutta.
E’ solo “diversa”.
In cima al passo sei sempre l’ultimo ad arrivare, ma è solo perché sei prudente e le leggi, tu in primo luogo, sai che vanno rispettate senza eccezioni.
Però, che bello far parte dello sfavillante mondo dei motociclisti, eh?
Vabbè, non è che con 70 cavalli ti senti Superman, ma a te bastano soprattutto se li confronti con i 25 ronzini del tuo scooter dato in permuta, e i tuoi limiti, tu, li conosci: andate ogni giorno al bagno insieme e vi fate una chiacchierata. L’ultima volta avete parlato di performance, del resto eravate al cospetto del reo… e comunque era solo ansia da prestazione, tieni a sottolineare.
Non sei più il ventenne di una volta, eppure il sedimentarsi dell’età ha i suoi pregi: si dice addio alle velleità insensate, come per esempio poggiare il ginocchio a terra in curva su una statale. Oddio, tu l’hai fatto ma oltre al ginocchio hai poggiato il gomito, il mento, il casco, le mani, la caviglia… e ti è pure costato 500 Euro per una leva frizione, una pedana e uno specchietto. La prossima volta compra italiano. No, vabbè, scherzavo…
Avere quarant’anni ti piace: dì la verità.
Ti piace poter fare a tratti il giovanotto troppo cresciuto e a tratti il sapiente uomo con una vita intrepida e pregna di esperienze alle spalle, mentre dinanzi a te si schiude il periodo della tua esistenza durante il quale mettere a frutto l’acquisito giudizio, regalando perle di saggezza ai tuoi simili; non al tuo cane, ad ogni modo: ci hai provato ma, dopo che ha fatto la pipì sulla ruota anteriore della moto, lo tieni alla catena e non ci parli più; così impara, il bastardo.
Capisco. Vivere con uno stipendio statale così così, fare i turni in quinta, la vita da single. E ancora: lavorare in divisa, sottostare ai superiori; speravi nella scientifica e invece vai allo stadio tutte le domeniche anche se il calcio non ti piace: una moto ci vuole. Ma proprio questa porcheria dovevi comprare?? Hai un bel dire che le moto sono belle tutte: non è così. Ammettilo, l’hai comprata solo perché costava poco, perché l’anno prossimo diventa d’epoca e bollo e assicurazione si riducono, perché ha un bel sellino lungo che facilita l’approccio col gentil sesso e anche perché se te ne stufi puoi sempre rivenderla per quanto l’hai acquistata e tornare allo scooter 250; sei proprio un bel furbo.
Guardati; dai, girati un attimo verso lo specchio. Ora alza la maglia e aspetta che si fermino... li vedi? Sono i chili di troppo, quanti saranno 10? 15? Non credi che ogni grammo in più sia motivo del tuo scarso successo tra le donne? Secondo me, dovresti cambiare target, cavolo: basta con le venticinquenni, comprendilo: non ti filano. Dacci un taglio e dedicati alle tue coetanee, magari ne trovi pure una che è motociclista come te; ah, dici che quelle con la moto ti spaventano? Secondo me è solo perché vanno più forte di te e in loro la passione è più viva: ti senti debole, ecco cosa. Le donne con la motocicletta sono dei diamanti tenaci e ti fanno sentire come quei bambini affascinati da un traguardo meraviglioso e irraggiungibile, anche scalando in seconda e dando tutto gas.
Oggi è sabato, tra poco ti metterai in moto e ascenderai al passo della Faticosa: cercherai di consumare un millimetro di bordo della gomma in più, arriverai in cima sudato, con le braccia indolenzite e il mal di testa per la tensione di sapere che c’è sempre una moto ululante dietro di te, con in sella un macho che non
aspettava altro che incontrarti per sentirsi il pilota della situazione in un ipotetico circuito della domenica: lui già sente le folle che lo incitano, le tracas scoppiare, Mida che urla “scatenate l’inferno!!”, spera nell’invasione di pista da parte degli (inesistenti) acclamanti spettatori e si esaspera se tu non ti fai da parte.
Pensi a tutto questo e ti senti fuori posto come se fossi per l’ennesima volta rifiutato dai compagnetti di gioco alle feste delle medie, dove ti invitavano solo perché le mamme erano comprensive e se si fa una festa di compleanno si invita tutta la classe: lo sapevi, ma ci andavi sperando lo stesso che quella fosse la volta buona di poter giocare alla bottiglia pure tu e invece ti finiva in un angolo a bere aranciata, amara.
Soppesi le chiavi della moto mentre in ascensore sudi dentro la giacca tecnica e pensi che la moto non ti dà nulla in più di sé stessa. Che è un pezzo di ferro semovente, che non sei capace di farla andare come potrebbe e che non sei nemmeno in grado di cambiare una candela. Una volta hai provato a sostituire un fusibile ed è saltato il regolatore di tensione (500 Euro pure quello, anche se di quasi vent’anni fa. Vintage a peso d’oro), da quel momento hai smesso di sperare.
Forse acquistare questa moto è stato un gesto da piena crisi di mezza età. Forse hai finalmente realizzato che la moto non serve praticamente a nulla. Non serve a trovare una ragazza, è inutile se vuoi trasportarci qualcosa, non ti da nulla in più di uno scooter in termini di risparmio di tempo perso nel traffico per andare al lavoro: bravo il nostro premio Nobel che l’ha capito! Un appaluso, signori! Una moto è per motociclisti, punto e basta.
Bravo, sali in sella… ma che fai… vai lo stesso alla Faticosa?? Ma vai al bar, piuttosto! Ho capito, ultimo giro… va bene, fai come vuoi, avrai tutto il tragitto autostradale per capire che non sei un motociclista e scommetto che arrivato al casello volti la moto e torni a casa.
Però, vedo che sei allegro… 170 fissi. Non hai paura delle multe, del resto...
Il pedaggio è sei euro, paga e taci.
Oh… e adesso? Sei pronto a fare il Simon Buckmaster della Faticosa? Qui il più scarso ha 180 cavalli e tre stagioni nella superstock… vabbè un po’ esagero pure io… tu fai finta di guardare il panorama e la dignità è salva, funziona sempre.
Piano… piano… oh, ma oggi siamo in giornata di grazia! Perfetto! Curve come segnate al compasso e sguardo fisso all’uscita! È il tuo canto del cigno? Guadagni pure terreno su quello con la 1000 lì davanti… e nessuno ti supera… hai preso lezioni private stanotte?? Ma sei matto come Nuvolari!! Pianooooooooo!!! All’esterno no!!!! È pericoloso!!!!
Caspita, ce l’hai fatta. Non ti illudere, quello andava veramente piano.
No, il gruppone di ingarellati, no. Ti mancano 100 cavalli, esperienza di pista, tecnica e coordinazione.
E poi saranno tutti intorno ai trent’anni. Non hai il fiato per tenere il loro ritmo.
Lo sai che ti dico? Se ti concentri puoi farcela.
C’è un rettilineo con staccata da 120 a 30 km/h, te la senti di passarli in frenata? Vabbè, se cadi sono fatti tuoi, io sono qui al sicuro nel tuo ippocampo a gridare “c’è nessuno??”.
…dai, frena. OH, frenaaa!!! FRENAAAAAA!!!! ...c’è qualcuno che ti protegge, non c’è dubbio! Hai appena fatto lo slalom a ruote bloccate tra sette motociclette in staccata feroce e non solo sei rimasto in piedi ma li hai pure messi alle tue spalle… si stanno ancora chiedendo come hanno fatto a farsi fregare da una moto con 70 cavalli e quasi d’epoca… guardali, alcuni hanno rallentato di colpo facendo finta di non essere impegnati, che se sei passato è solo perché stavano passeggiando. Patetici.
Ne è rimasto uno lì davanti, quello con la bicilindrica rossa. Pifferi, guarda come guida… veloce ma elegante, rilassato, sembra che stia andando a spasso. Vabbè, per oggi hai fatto il tuo exploit; meglio se torni a casa tutto intero e con la moto lucida, quello lo rivedi in cima.
Ci senti?? Peppe?? Mi ascolti?? C’è nessuno qui??? Quello è meglio se lo lasci stare!! Dai, hai dimostrato che se vuoi anche tu puoi fare il pilota della domenica, ora lascia perdere e domani metti l’annuncio su Moto.it e vendi la moto tutta intera, fai il bravo. Ma sei un incontentabile! Ma non le senti le perdite
d’aderenza della gomma anteriore? Più forte di così non puoi andare e quello con la moto rossa si allontana… ma a vedere bene, no. Si avvicina.
Bello il trucco di tenere la moto su col ginocchio… dove l’hai imparato?
Va bene! A questo punto ce la giochiamo tutta e vediamo come va a finire!! Hai l’ultimo chilometro per superarlo! Ascolta, quello ha il doppio della tua potenza tra le gambe… vabbè, ho sbagliato paragone, lo cambio subito prima che ti vengono i complessi, …quello ha 150 cavalli sotto il cul… no, così non ne usciamo più: senti, passarlo in accelerazione è impossibile, l’unica è in frenata. Anche se la bicilindrica rossa ha i freni radiali e gomme in mescola: se sei stato abbastanza pazzo da arrivare fino a qui in coda a questo missile, la tua follia è sufficiente per poterlo mettere dietro. Nel senso che lo superi, ma che vai a pensare...
Il tornante si avvicina! Ora! Ho detto adesso!...
Noooo, sei uno sfigato, lo vedi? Era l’ultima staccata vera e lui ti ha fregato, ora annusi i suoi scarichi fino al rifugio… pirla! Peppe, che vuoi fare?? Ti si è bloccato il polso? Chiudi!! Chiudi il gas a centro curva, lo riapri dopo, in uscita!!!! No, all’esterno col guardrail che è pronto a segarti in due no… no… chiudi il gas, abbiamo ancora tutta la vita davanti… POR FUERA!!! POR FUERA!!!!
PEPPE C’È!! PEPPE C’È!! PEPPE C’È!!
Pochi secondi dopo, Peppe si ferma di fronte al rifugio incredulo e pieno di sé, con la moto che puzza di bruciato e le braccia dolenti. Il motociclista con la bicilindrica rossa si ferma pochi metri dopo. Giungono tutti gli altri: chi impennando, chi tirando il motore fino al limitatore prima di spegnerlo, chi facendo uno stoppie sul piazzale.
Gli ultimi arrivati capiscono al volo che Peppe ha superato tutti, compreso il motociclista con la moto rossa, e l’incredulità fa proseliti: il gruppone si interroga con sguardi da dietro le visiere: chi sarà mai quel manico pazzesco che li ha umiliati con una moto da turismo degli anni ’90, dando lezioni di guida? Qual’è il suo passato, quante gare, che mestiere fa adesso?
Peppe non fa nemmeno in tempo a levarsi il casco che viene letteralmente sommerso da complimenti e pacche sulle spalle! Il gruppone lo vuole fagocitare e includere, gli attestati di stima per come ha superato anche quello con la bicilindrica rossa gli gonfiano l’ego, tronfio e spavaldo con le sue gomme di legno e i jeans sanguinanti mentre tutti gli altri sono con le tute di pelle e le gomme in mescola, qualcuno persino con le slick.
Frastornato, Peppe capisce di avere fatto l’impresa e di essersi meritato il rispetto e l’inclusione nell’élite dei veri uomini solo grazie al suo coraggio e alla sua cocciuta determinazione: osserva questa gente che ha il nome scritto sulla schiena e si sente parte della famiglia dei motociclisti, è felice.
Per ultimo si avvicina il pilota della bicilindrica rossa e la piccola folla che lo circonda si apre per lasciarlo passare come le acque del mar Rosso al cospetto di Mosè; si leva il casco mostrando il volto: è Loris Canipotti! Il celebre veterano della MotoGP appena ritiratosi dalle corse! Lo stupore ammutolisce il piazzale per un attimo, ma Loris sorride, si avvicina ancora di più a Peppe e gli porge la mano:
- Complimenti, nessuno è mai riuscito a superarmi sulla Faticosa!
Peppe si sfila rapidamente il casco jet con una mano, guarda negli occhi Loris e poi, per un millisecondo, tutti gli invidiosi astanti:
- Nessuno un cavolo! Favorite patente e libretto, tutti quanti!
Così imparano.
Antonio Privitera
04/04/2012