Ho ricevuto la visita di alcuni amici per un giro dolomitico, si sono presentati con queste cavalcature:
- BMW R1200 GS Rally
- BMW R1200 GS ADVENTURE
- BMW R1200 GS Black
- BMW 1150 GS
In questo marasma di teste sporgenti e brilluccicose, una carotona sporca, con gomme finite e sotto tagliando.
Ci si vede alle 8:30, in realtà si parte alle 9 passate, caffè, brioche, sigarettina, pipì... insomma sono esseri umani
Scendendo dal Passo Giau (regalo ottobrino: mai e poi mai eravamo riusciti a vedere 6 file di guglie nonostante il meteo desse pioggia) la carotona mi dà qualche pensiero unito a un po' di spago: in scalata, o anche in apertura, il posteriore scoda leggermente. Nulla di che, ma la cosa mi mette apprensione e finisco per trotterellare fino a valle, dove mi attendevano in gruppo per ripartire dopo caffè, sigaretta, pipì eccetera. però.
Però, si avvera il destino. Quello che era un accenno labile lasciato a mezzo la sera prima durante la cena, si prospetta brutalmente con cruda realtà. marko mi fa "dai, prendi la mia che facciamo il Pordoi a moto scambiate".
Ehm.. Ergh... insomma, dietro mi scoda, facciamo che la tengo ancora un po' per vedere che ha e poi vediamo. Cerco di allontanare il momento in cui dovrò poggiare le chiappe su un Giesse rally di maggio 2012.
Ma arrivati al Falzarego, la Culona si comporta in modo degno. Forse incompatibilità con l'asfalto del Giau, o magari superlavoro?
Si, perchè va detto che in mano a mucchisti esperti, la carota deve mettersi alla frusta, per tenere il ritmo e farsi rispettare. Significa che è tutto più piega, più staccata, più gas, più rapidità, più precisione. Tutto più. E sudando come un pinguino reale a Tunisi, con gli occhi talmente fissi da farmi venire i dolori alle tempie, me li studiavo, in valle, salendo al passo, in discesa:
Piegavo quasi il doppio, davo manate sulla manopola, eppure quelli sembravano in parata sul lungolago, in cerca di un parcheggio e di una gelateria.
Per farla breve, sul Falzarego io ho lasciato il kappone a marko e mi sono inerpicato sulla Chianina teutonica, assitito impietosamente nella procedura antifurto che potrebbe far impallidire l'allineamento delle piattaforme inerziali di un Bombardiere transcontinentale del XXI secolo.
Sensazione strana, mi ricorda qualcosa ma non so bene cosa, forse qualche impressione sepolta nella notte dei tempi. La pedana è un po' bassa, e la gamba si distende bene, raccolta ma senza sacrificio. Mi manda lievemente in apprensione il bilanciamento da fermo, ma il peso che avverti non ha intenzione di buttarsi improvvisamente di lato, nè di trascinarti verso fondovalle. Mah, frizione, prima. leva a manubrio morbidissima, resistente invece il pedale. manco ci faccio tanto caso: so che dovrò buttarmi giù senza perdere contatto col gruppo, nè ritardarlo. Mi si secca la lingua.
Stacco, si muove. Mi metto a centro gruppo, dò il gas che sono abituato a dare, mi ritrovo primo in un baleno. Ok, capito.
Arriva subito una sensazione: senti sempre sia l'anteriore che il posteriore. Impressione che non mi abbandonerà per 40 chilometri abbondanti, ossia fino a fondovalle dopo il Pordoi. Insomma, mi pareva che la moto mi dicesse che fa ogni singola ruota in ogni singolo momento. Inizio a sentirmi sollevato, ma adesso lì in fondo c'è una curva a sinistra e la strada spiana. Vediamo, pinzata leggera, poi più decisa, sembra un'automobile, la senti frenare tutta assieme, non trasferisce praticamente nulla e anche le braccia sforzano meno. Scalo, e sento subito che forse l'ho fatto troppo presto, o troppo velocemente... insomma come se una mano avesse preso la moto e cercasse di trattenerla da dietro. Anomalo. Ma ormai devo fare la piega, altrimenti quelli dietro mi spingono fuori nel burrone. la metto giù, lei va giù. troppo. Mi chiude anticipando la corda. Correggo, poi raddrizzo e vado dall'altra parte, a destra: piega riuscita, ma mi allarga. Sconforto. Ma ho capito perchè gli altri vanno così larghi per curvare a destra, invadendo anche l'altra corsia quando l'andatura è sostenuta. OK, memorizzato.
Quando hai capito queste due o tre cose, il Giesssssss ci pensa lui. Tu giri lo sterzo, tiri le leve, lui ti porta dopo la curva, mette la ruota dove vuoi, e solo lì.
Filoguidato. sho
Insomma non ci ho messo che una manciata di curve, in discesa e tenendo il ritmo del gruppo: non ho imparato a guidare la Mucca, ma padroneggio le nozioni elementari.
Il Pordoi in salita è stato divertentissimo, cambia direzione col pensiero, annulla il suo peso facendolo evaporare, gas morbido e lei sale. ecco perchè nello stretto non gli stavo dietro.... allarghi la destra, scali sottocoppia. Due regole in tutto. Non occorre quasi neanche cercare la traiettoria, tanto puoi fare solo quella, come, ripeto, essere in macchina. E rimani rilassato come in macchina, manca solo il CD.
In discesa le cose cambiano di poco anche se ci sono tornanti, non si frena in curva, si scala pochissimo, con la terza fai un passo alpino intero si a a salire che a scendere, e vai anche come un treno.
Giela restituisco contento della scoperta, e la conferma che il rispetto se lo merita. Rimane ostico per i miei gusti estetici, non è adrenalinico, ma è una signora moto. Però, lo confesso, piacevolmente sorpreso mi riprendo la mia carotona difettosa tutto contento, perchè c'è da sudare su altri 5 passi, prima di sera.