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Topics - alex

1891
Drive in / Scommetto che vi va bene anche l'errore di ortografia
« il: 30 Dicembre 2010, 23:00:06 »
Prima che me ne dimentichi:




Buon Ano a tutti! Perché con un po' di culo, l'anno sarà buono senz'altro!

1893
Alzi la mano chi non ha mai applicato delle carte da gioco alle forcelle della propria bici, nell'eta' in cui vedendo un giornalino porno notavi solo la predominanza di rosa nelle foto..
Interessante notare come nel mio quartiere esistessero due filosofie modaiole:
C'era chi aveva la BMX [Sportiva , semplice, acrobatica, wazzamerican boys] e chi aveva la SALTAFOSS [pesante, gli ammortizzatori entravano in risonananza alla minima deviazione tipo rodeo, indubbiamente la preferita dagli "alternativi"]
Ecco: la CEMPION [scritto così, come se a 9 anni non m'accorgessi di quanto fossero dementi i costruttori] era in pratica la presa per il culo di una SALTAFOSS; dove dovevano esserci gli ammortizzatori c'erano due molle arruginite dalla funzione puramente estetica, la sella aveva un fissaggio a "persuasione" nel senso che rimaneva su' solo a sassate piu' che stringendo i bulloni, era di un color grigio ratto [adesso lo chiamano ANTRACITE ] ma la cosa piu' pietosa era la leva del cambio.
La SALTAFOSS aveva un bel pomello sul tubo centrale , tutto da spingere avanti e indietro e tre belle marce che ti facevan creder d'essere Agostini, la CEMPION aveva un trafilato d'alluminio pericolosissimo per i miei seppur modesti attributi e il bello e' che NON cambiava un cappero.
Dovevi immaginare.
Come se t'arriva davanti la Arcuri e ti dice "Ciao tessoro , so' Manu, adesso Imaggina che me voi fa' " Dunque, nella solita e amena periferia, io e il Ciro ce la giravamo con gran fracasso tra parchetti di siringhe e palazzoni fantasma rimasti dalla speculazione edilizia, un paesaggio fiabesco-avventuroso, davvero.
Preso dalla megalomania di cui sopra e spronato dal pugliese Ciro che aveva attaccato una quantita' di carte spropositata, tipo 3 per forcella, alcune raddoppiandole per dare maggiore rigidita' e quindi uno skioppo piu' udibile.
Arrivato a quel punto, muovere la CEMPION era come tentare di spostare un panettone di cemento a calci, l'unica soluzione era quella di arrivare su un declivio bello alto e lasciare che la gravita' facesse il resto.
Preceduto da un rumore che era quello di miliardi di cavallette delle piaghe d'Egitto,arrivo nel quartiere e citofono a Ciro e Gianlu, detto Pippo.
Ciro scende , scafatissimo, e prende la sua BMX, Pippo dice "adesso scendo" e si sente in lontananza la voce della nonna che dice "di' che deve finire di mengere le friselle*" [digli che devi finire di mangiare le friselle], Pippo non dice e scende , tirando fuori dal sottoscala una bella SALTAFOSS.
Partiamo per la cava usata per la costruzione di vari palazzi, tutti pronti a insanguinarci le ginocchia, io sorrido e cado dalla sella ,svitata, sbucciandomi anzitempo.
Arrivati sulla sommita' della montagnetta , guardiamo in basso... metri e metri di discesa ripidissima, impossibili da risalire senza funi, sassi sparsi e cespugli di ortiche pronti ad arrossarti i gomiti, in fondo luccica il laghetto d'acqua piovana dove noi fregavamo i girini da tirare alle femminuccie colla fionda [naturalmente si schifavano e piangevano, chiamando padri barbuti in canottiera].
Ci interroghiamo con lo sguardo sulla reale consistenza della nostra volonta'..
Ce la faremo a scendere?
Ci ammazzeremo?
Finiremo come quell'altro col braccio ingessato?
Ma sopratutto: Chi scende per primo?
Pippo era desideroso di una forte iniezione di popolarita', essendo per la maggior parte del tempo spiato da madre e nonna iperprotettive [memorabile quella serata estiva in cui, tra zanzare e giochi infantili, dal quarto piano la nonna urlo' "Gienluche! salissu', c'e' le benene che te piece tente!"]
In virtu' di tutto questo , il Pippo nazionale prende coraggio ed esclama "scendo per primo".
Noi si strabuzza gli occhi, e gia' la considerazione per questo homunculus lievita parecchio.
Si prepara: ruota anteriore sul limitare del terribile pendio, sudore copioso e singulti mal dissimulati di nervosismo..
Ha appena il tempo di dire "vado" che scompare alla vista , noi corriamo verso il ciglio in tempo per vedere Pippo in caduta verticale che rimbalza sulla parete della collina [era piu' un fiordo norvegese] totalmente fuori controllo.
Poi l'incredibile..
Anche il piu' pazzo degli stuntman si sarebbe guardato bene dal fare una cosa simile, ma il buon Pippone ci ha dimostrato definitivamente il suo coraggio.. e che le friselle danneggiano i neuroni.
Per frenare il sistema SALTAFOSS-Pippo [che a quella velocita' aveva raggiunto un peso valutabile in 600 kili] il ragazzetto pressa con la suola il copertone anteriore, convinto forse che sarebbe servito ad aiutare i suoi freni spanati..non abbiamo il tempo di chiederci "'azzofa'?!" che la magra gambetta gli scivola e finisce tra le razze in plastica del cerchio.. subitaneo il ribaltamento con caduta libera nel vuoto..
La romantica tavola stile "Domenica del corriere" vede una muraglia e sopra due figure in controluce , con in primo piano un bambino terrorizzato agganciato alla bicicletta con un espressione tipo "Jimmy il fenomeno" del Drive in, paracadutista senza paracadute.
L'atterraggio e' abbastanza morbido, Pippo, fortunatissimo, finisce in un cespuglio.
Di ortiche.
Non urla, non piange..mugola.
"m"....."hmhm".. poi piu' nulla.
Sembra una formica da quell'altezza.
Ci passa per la testa il ragionevole dubbio che sia defunto.
Noi , pallidi, decidiamo di scendere per l'altro versante , lungo un dolce sentiero da favola, dopo 5 minuti arriviamo sul luogo del misfatto.

Grazie a quest'avventura Pippo e' apparso sotto le luci della ribalta, guadagnando la stima della combriccola e dai 13 ai 16 anni tutte le ragazze alle quali si tentava di palpare il palpabile erano ex di Pippo, il superfico.

Sandro, Duca 888 Sp4 "BARNSTORMER" & Multistrada "MANFRED"

1894
Abbigliamento ed equipaggiamento / Giacca Portatarga
« il: 20 Dicembre 2010, 14:10:48 »
Per chi ha comunque voglia di prendersi il rischio di girare senza la targa in posizione codice, questa soluzione quanto meno è pratica, non costringe ai targhini e neanche all'uso dello  zaino


1895
Aprilia / APRILIA RXV 4.5 RALLY REPLICA
« il: 19 Dicembre 2010, 19:55:04 »
Dopo averne tanto parlato, e mentre per la Dakar che sta per partire dovrebbe ormai essere stata fatta la scelta definitiva tra le 2 carene (quella finora portata in gara dal Chaleco e quella più leggera testata recentemente da Zanotti) diventa disponibile l'allestimento Rally Replica per chi già possiede una RXV o per i pochi eletti che ne vorranno una già pronta per le smaialate a lungo raggio  

sm400

APRILIA RXV 4.5 RALLY REPLICA

Si tratta della copia esatta della moto con cui Chaleco Lopez ha ottenuto l’eccezionale risultato alla Dakar 2010, con alcune modifiche scaturite dalle esperienze maturate durante la difficile prova sudamericana. Una moto pronto gara, costruita e assemblata direttamente da Aprilia Racing, il reparto corse della Casa di Noale che da sempre sforna mezzi vincenti in tutte le discipline. Un mezzo senza compromessi, che adotta il meglio della componentistica e che è curato in ogni minimo dettaglio, sia per la parte ciclistica che per il motore, assemblato dagli stessi tecnici che lavorano sulle RSV del Mondiale Superbike. Aprilia RXV 4.5 Rally Replica è proposta al prezzo di € 37.000 IVA inclusa ed è venduta in esclusiva dal Team Giofil (www.giofil.com – giofil@giofil.com).

KIT DI TRASFORMAZIONE
Per chi già possiede una RXV o non voglia affrontare la spesa della moto completa, Aprilia Racing ha approntato un kit di trasformazione per trasformare la propria moto in vista delle gare africane. Si tratta di una modifica radicale della moto, per la quale viene fornito innanzitutto un nuovo telaio modificato (restituendo quello originale). Il kit comprende tutte le sovrastrutture necessarie, dai quattro serbatoi alla carena, dalla sella ai parafanghi anteriore e posteriore, dalla piastra paramotore con vano attrezzi integrato al serbatoio per l’acqua. Ammortizzatore di sterzo Öhlins, ruota anteriore, ruota posteriore con parastrappi, sella rally Dalla Valle con fondo in carbonio, impianto di scarico doppio Arrow Rally Replica, telaietto porta strumentazione, radiatore dell’olio sono gli altri componenti principali del kit. Aprilia consiglia inoltre una revisione completa del motore, al quale vengono apportate le modifiche necessarie per renderlo adatto all’utilizzo nelle lunghe maratone desertiche. Il montaggio è preferibile venga effettuato dai tecnici del Team Giofil. Il Kit, il cui prezzo è di € 16.000 IVA inclusa, è ordinabile sia attraverso Aprilia Racing, sia attraverso il Team Giofil (www.giofil.com – giofil@giofil.com).

PARTI SPECIALI
Sono disponibili anche una serie di accessori e parti speciali specifiche per un upgrade della moto “kittata”. Si va dal motore completo, alla revisione del motore di serie da parte di Aprilia Racing. Nel reparto sospensioni sono disponibili le forcelle Marzocchi da 50 mm con cartuccia Ohlins TTX, così come vari upgrade per la sospensione posteriore comprendenti forcellone allungato, leveraggio rivisto e ammortizzatore Öhlins. Tutte le informazioni e i relativi prezzi si trovano sul sito www.giofil.com.

PACCHETTI ASSISTENZA
L’impegno e l’esperienza del Team Giofil sui campi di gara sarà reso disponibile anche per i piloti privati che decideranno di correre con Aprilia RXV 4.5. Saranno studiati pacchetti ad hoc per le varie gare del Mondiale Cross Country, a partire dal Pharaons Rally 2010 per arrivare alla Dakar 2011. Il Team Giofil sarà presente con il proprio camion assistenza, con la possibilità di accedere al fornitissimo magazzino ricambi. Per maggiori informazioni è possibile inviare una mail a giofil@giofil.com.


1896
Officina / Riparare un carter
« il: 17 Dicembre 2010, 13:39:15 »
Stavolta è toccato al carter... un sasso bastardo e adesso ho la gocciolina d'olio che stilla  sm404

vabbè, per fortuna nel marsupio ho questo:



Una pasta bicomponente che si trova tranquillamente nei Bricocenter, dai ferramenta, ecc..
Molti preferiscono trattare i due lati con una colla o con il cosiddetto "alluminio liquido", ma vi asicuro che il risultato con la pasta tipo Quick Metal Repair è ben più che una riparazione di emergenza.
Per di più, la si può fare anche in mezzo al bosco e senza smontare il carter.
Ma vediamo come usarla in modo normale, ossia lavorando in garage con un minimo di comodità e di attrezzatura.

Servono:
- la chiave a brugola per il carter
- carta vetrata a grana grossa
- carta vetrata a grana fina
- un foglio di Scotchbrite
- una confezione di pasta bicomponente Quick Metal Repair

Corichiamo la moto dal lato di intervento in alto: ci eviterà di dover scaricare l'olio motore.
Innanzitutto smontiamo il carter e nel liberarlo da quello interno facciamo attenzione che la guarnizione non rimanga attaccata anche parzialmente al carter che stiamo togliendo.

Adesso il carter va lavato e sgrassato. C'è chi usa comune sapone per piatti, chi la soda, chi la benzina, chi il pulitore per i freni. Io mi sono accontentato di quest'ultima dopo aver asportato l'olio dall'interno e la schifezza dall'esterno con un straccio e un pennellino per entrare nella crepa.

Carteggiamo a grana grossa un'area di circa 2 cm per lato attorno alla crepa e la crepa stessa, in modo da offrire una buona superficie aggrappante.

Ripassiamo a benzina in modo da asportare tutta la polvere del carteggiamento.

Lasciamo asciugare e laviamo con un po' di ChanteClaire e abbondante acqua. Questo toglierà i residui grassi della benzina, che prima ci sono serviti a emulsionare meglio l'olio, adesso sarebbero una certezza di lavoro mal fatto.

Mentre il carter si asciuga, prendiamo un po' di pasta bianca e di pasta grigia dalla confezione del QMR (rispettando a occhio le proporzioni) e iniziamo a "palpugnarle" assieme con i polpastrelli fino a quando otterremo una massa omogenea, alquanto puzzolente e di aspetto sconcertante. Operazione che richiede almeno 4-5 minuti per essere decente.

Ora applichiamo la pasta sull'area che abbiamo preparato, nel modo meno "a cappero" possibile perchè tutto quel che stenderemo male dovremo carteggiarlo in seguito

Quando il risultato ci pare accettabile, rimuoviamo le sbavature eccessive dal contorno e lisciamo al meglio la superficie premendo molto leggermente. Io ho usato lo stesso cilindro della confezione del QMR.

Ora c'è da attendere un sacco di tempo, per cui l'operazione prevede una lunga pausa durante la quale avremo fatto quel che ci pare. Supponiamo che il tempo necessario sia abbondantemente trascorso e ritorniamo al nostro carter.

Dove prima c'era la crepa con la sua rientranza abbiamo ora una toppa grigiastra e dura, non proprio liscia e vagamente convessa. E' il momento di tirare fuori la carta vetrata fina.
Sintonizzare il cervello nella modalità "Santa Pazienza aiutami tu" e iniziare la lenta opera di carteggio esecitando una pressione omogenea e quasi impalpabile, dedicando più o meno passate a seconda di come vi è venuta la stuccatura (cioè in funzione delle probabili irregolarità). Sicuramente si potrebbe andar più decisi e dimezzare i tempi, ma il risultato finale sarà più soddisfacente.
l'ultima parte di questo lavoro fatelo dopo aver bagnato la carta vetrata.
Lasciate asciugare e prendete in mano lo Scotchbrite. altra parentesi angosciante in cui vi sentirete cretini con tutto quel che di meglio c'è da fare.

Una passata di straccio e... dai, valeva la pena di buttarci tutto sto tempo. certo la toppa è di colore diverso, ma adesso si può rimontare il carter certi che farà il suo lavoro per tanto altro tempo ancora.

1897
Officina / Filettatura spanata!
« il: 17 Dicembre 2010, 13:06:46 »
Eddai, mai successo? Non ci credo  sm441

Comunque dopo la prima giustificata reazione (con crepe sismiche nei muri della chiesa del quartiere) e quel minutino abbondante di panico con conati, respirare in modo lento e profondo, e poi: Pronunciare la parolina magica "Helicoil"

Non è troppo difficile. Occorre solo sangue freddo, calma e pazienza.
si fa così:

1) Si fora il foro sfilettato con una punta della dimensione "giusta" (compratela nuova braccini corti che non siete altro, non vale il rischio di far male un lavoro simile, costa un paio di euro!!).
2) Si filetta il nuovo foro con un apposito maschio che ha un passo "particolare" e che fa parte del kit degli Helicoil.
3) Utilizzando un apposito utensile (una specie di giravite particolare) si avvita (con grandissima cautela) l'Helicoil nella nuova filettatura. L'Helicoil è in pratica una specie di molla fatta in modo tale che una volta avvitata nella filettatura "specifica" costituirà a sua volta una nuova filettatura del passo voluto (nel caso delle moto MM6 e MM8 vanno per la maggiore).
L'Helicoil entra nel foro per circa 10 mm, ma esso costituisce una filettatura di gran lunga superiore all'originale, per cui i 10 mm sono sufficienti per l'utilizzo.

ecco una buona descrizione:  http://www.youtube.com/watch?v=RFYa6sjhh_E&feature=player_embedded


1898
Officina / Eliminare le bozze da una espansione
« il: 15 Dicembre 2010, 21:58:16 »
Torni da un giro con la tua moto e ti accorgi che hai bozzato la marmitta.

   smban

Cosa devi fare? Comprati una nuova marmitta!!
No dai, provo a dirti una dritta che mi disse un "Guru" tanti tanti anni fa:
Tira giù l' espansione dalla moto (non ci avresti mai pensato, dì la verità  :sign0151:.
Ci sono vari metodi per ripararla dalle bozze. Quello più semplice e rapido è quello di riempire la marmitta di acqua, ma proprio piena piena, senza bolle d'aria. Ora devi tappare perfettamente i 2 fori (quello che va dal motore all' espansione e quello dall' espansione al silenziatore).
Per fare ciò puoi utilizzare dei tappi in sughero o in gomma che andrai a spingere nelle cavità in modo da incastrarli per bene (puoi batterli con un martello in gomma senza esagerare). Ti consiglio di passare del filo di ferro sopra i tappi e allacciarlo agli attacchi dell' espansione come sicura (poi vedrai il perché).

Sbatti la tua espansione tappata nel congelatore, tra le salsicce e i broccoli, e controlla ogni 10 minuti. Appena vedi che la marmitta si è gonfiata e la bozza è scomparsa leva immediatamente il pezzo e lascia far sciogliere il ghiaccio. Successivamente asciuga perfettamente tutta l' espansione utilizzando un panno o soffiandola con dell' aria compressa. Concludendo rimonti la marmitta serrando bene le viti.  

Come sarebbe "Non ho il congelatore" ????  sm41

Allora adottiamo il piano B.
procurati un bruciatorino a butano, di quelli Camping Gaz che si usano per sverniciare le imposte, tanto per capirci.
e porta il compressore vicino a dove stai lavorando.
Ora al posto dell'acqua metterai aria compressa. Come? Beh, al tappo che metterai sul collettore avrai inserito una valvola di quelle delle ruote  sm13 quindi usarai la pistola gonfiagomme.
Se il tappo l'avrai fatto in nylon, l'inserimento della valvola darà la espansione (!!) giusta affinché non si stappi sul più bello. Tu comunque i soliti giri di fil di ferro daglieli  sm450

Basta portare la pressione interna a un bar in più, non occorre molto di solito, le espansioni sono piuttosto sottili.
Adesso prendi il bruciatore e passalo lentamente sulla superficie della marmitta, lentamente mai mai rimanendo fermo in un punto e insistendo sulla parte da raddrizzare, sempre con movimento avanti/indré lento ma costante.
E per miracolo, continuando eventualmente a pompare un po' di aria (solo se non si vede alcun risultato) POP!! pian iano la bozza torna a posto  sm413

hai capito adesso, perchè si chiama "espansione" ?  :29:

1899
Officina / Riparare il serbatoio (in alluminio o in acciaio)
« il: 15 Dicembre 2010, 21:39:47 »
Opps, quella caduta di ieri sembrava innocente e invece ecco lì, il serbatoio ha una piccola perdita proprio dove si è fatto quello striscetto  sm91

Butti tutto? Io proverai a ripararlo, che dici? Compra della Tankerite dal tuo spacciatore di ricambi preferito, che io provo a dirti come:

Per prima cosa Mister Ovvio dice che devi svuotare completamente il serbatoio della moto (puoi semplicemente aprire il rubinetto e staccare il tubicino dalla presa al carburatore). Poi scollega tutti i fili o tubi collegati ad esso e procedi con lo smontaggio del serbatoio. Prima togli le plastiche dei convogliatori e poi quelle di fissaggio del serbatoio. Stai attento nell' estrarlo perché potresti aver scordato di scollegare qualche filo o tubetto. Dici di no? Tutti quellli che strappano qualcosa l'hanno detto....  :098:

Ora hai il serbatoio in mano. Posizionalo in modo da far uscire le ultime gocce di benzina. A questo punto tanto vale approfittarne per dargli una bella pulita, e quando capita più l'occasione? L'ideale sarebbe disporre di pallini da caccia, ma se non ne hai (e non posso biasimarti)  prendi dei bulloni o dadi e versali all'interno insieme a del solvente (ottima è la trielina). Agita il tutto e procedi con il ripetere dell'operazione fin quando non uscirà una soluzione pulita. Successivamente sciacqua con acqua e sapone di marsiglia (yesss, il magico ChanteClaire va benissimo) esagera usando anche dell'alcool e asciuga tutto per bene con un panno pulito. *

Adesso prendi dell'acido antiruggine e versalo all'interno del serbatoio. Lascialo agire per qualche ora (1 - 2 ore vanno più che bene) e in seguito risciacqua con dell'alcool. Poi chiudi il buchino o la crepa con del nastro adesivo (compreso il foro del rubinetto della benzina) e lascia libero solo il foro del tappo. Miscela la tankerite con il catalizzatore e versa la soluzione attraverso l'unico foro aperto e chiudilo immediatamente con una palla ricavata da uno straccio ricoperto di domopack.  Si lo so, è una cosa rozza e tu non sei abituato a fare cose del genere, ma funziona, fidati.

Ora devi ruotare lentamente il serbatoio in modo che si depositi uniformemente uno strato della soluzione protettiva su tutta la superficie interna del serbatoio (dopo circa 20 minuti la miscela protettiva non scorre più). Infine leva tutti i nastri che coprivano i fori e le crepe e lascia asciugare il tutto al chiuso per (sigh...) 7 giorni almeno.

Se il lavoro è stato fatto decentemente e con attenzione, il serbatoio è pronto per fare il suo porco lavoro ancora per un pacco di anni.
Alla riparazione estetica del danno ci penserai poi, con un po' di stucco per carrozzieri.


* = dimenticavo: se sei un fumatore, in questo passaggio fai un sacrificio e trattieniti, ti conviene, credimi  sm444

1900
Ciclistica / Sostituzione cuscinetti del mozzo anteriore
« il: 15 Dicembre 2010, 21:27:09 »
I cuscinetti si rovinano perché "girano" sempre e molto, risentendo degli agenti esterni (acqua, polvere, fango) e delle ... sollecitazioni cui li sottoponiamo, per cui è doverosa una ispezione periodica per accertare lo stato di usura ed eventualmente dare una generosa dose di grasso idoneo.
Ma se ci accorgiamo che esiste gioco, cosa fare? Portara dal meccanico, per la maggior parte di noi è quasi d'obbligo visto che non siamo più quei "duri e puri" di una volta. Eppure con un po' di buona volontà e qualche dritta possiamo farcela tutti. Come?


Occorrente

    * 2 cuscinetti nuovi
    * 2 parapolvere nuovi
    * Grasso idrorepellente
    * Brugola
    * Punteruolo
    * Martello in gomma e normale
    * Cacciavite a taglio
    * Un panno pulito
    * Una chiave esagonale



Per prima cosa si deve smontare la ruota anteriore: si svita il tappo del perno passante con una brugola, poi con una chiave si allentano i 4 perni esagonali che bloccano il perno sulla forcella, e poi va sfilato quest' ultimo. Successivamente sfileremo i parapolvere con un cacciavite e poi con l' aiuto di una pinza apposita, o di un cacciavite, sganceremo la molletta di sicurezza che si trova sotto il parapolvere (quasi in tutte le moto dovrebbe essere dal lato del disco). Poi provvederemo a liberare la pinza freno dal disco avendo cura di interporre uno spessore in materiale morbido (legno, plastica) nella stessa, in modo da non far fuoriuscire i pistoncini nel caso di inavvertita pressione sulla leva del freno.


A questo punto posizioneremo la ruota su di un piano rigido in modo che il foro di uscita del cuscinetto sia libero (al di fuori del bordo del tavolo di lavoro). Poi prendprnderemo un cacciavite a taglio abbastanza lungo e cercheremo con la sua punta il bordo del cuscinetto a noi contrapposto. Con un martello inizieremo a picchiare dei colpi secchi cambiando il punto d' urto costantemente per evitare che il cuscinetto si inclini.


Tolto un cuscinetto, dovremo a questo punto sfilare un cilindretto di acciaio (è un distanziale interno al mozzo che tocca sui due cuscinetti e li blocca in modo vincolato internamente al mozzo) e subito lo puliremo per bene con dei solventi sgrassanti. Puliremo anche la sede mozzo con un panno, verificando che non presenti abrasioni, rigature o qualsiasi altro danno: la superficie deve presentarsi pulita e liscia. Successivamente, picchiettando sul bordo del cuscinetto rimasto, sfileremo anche l' altro e puliremo bene anche la sua sede.
A questo punto prenderemo i nuovi cuscinetti e ne ingrasseremo abbondantemente tutti i lati e la superficie esterna con del grasso idrorepellente.


Ora bisognerà mandare in sede i due cuscinetti, ricordandoci di interporre il distanziale cilindrico. Per mandarli in sede utilizzeremo una chiave a tubo delle dimensioni del cuscinetto e con dei delicati colpi di mazzetta gommata li spingeremo in sede fino alla battuta di arresto.

Per allinearli perfettamente si prenderà un punteruolo col quale picchiettare sui bordi.

Infine riposizioneremo la molletta di sicurezza con l' apposita pinza seger o col cacciavite (evitando di farcela saltare in faccia) e ingrasseremo per bene i parapolvere nella loro parte concava.

Poi li spingeremo nella sede aiutandoci con la mazzetta di gomma. Fatto ciò prenderemo la ruota e la rimonteremo facendo passare il perno tra la forcella ed i cuscinetti. Dopodiché dovremo avvitare la testa del perno mozzo senza serrarla del tutto, pompare le forcelle 2 o 3 volte e concludere stringendo sia la testa del perno, sia le viti con testa esagonale. A proposito di quest'ultima, suggerirei di sostituirle, nell'occasione, con perni a brugola dello stesso passo e lunghezza. Qualsiasi bullone che potrebbe venire a contatto con pietre o col suolo rischia di diventare inutilizzabile nel malaugurato caso che si smangiasse la testa esagonale, con la brugola l'inconveniente è pressochè scongiurato.

Non ho parlato di coppie di serraggio perché normalmente nei mozzi troviamo cuscinetti piani che non necessitano nè di precarico nè di serraggio, e per loro sarà sufficiente l'opera del distanziale. Nel caso in cui doveste trovare dei cuscinetti conici (Timken o similari) farete riferimento al manuale di officina... io fin lì non arrivo, sorry!!

 :-*  Buon lavoro!


1901
Comunicazioni / Passione Moto, Padova
« il: 13 Dicembre 2010, 16:13:02 »
Vado a vercare aggiornamenti sul Bike Expo e che ci trovo?

Non più la data prevista per Gennaio, ma una nuova manifestazione con connotati, pare, differenti e una diversa agenda (marzo)
Se andiamo ad aprire la Homepage del sito dedicato ecco cosa appare:

http://www.bike-exposhow.it/

PASSIONE MOTO - 5/6 marzo 2011.
che sarà??

Semplicemente una sede stabile per la grande vetrina per le Moto d'Epoca organizzata da decenni a cura di Intermeeting.
Su una superficie di 20.000 mq si riuniranno commercianti, preparatori e restauratori; club e registri storici, ricambistica, accessori e abbigliamento, custom e il settore dei privati con moto d’epoca e usate in vendita.
Grande occasione per chi ha passione della moto e della sua storia, dalle origini ad oggi (o quasi).

1902
Comunicazioni / Rallentatori killer: qualcosa si muove
« il: 10 Dicembre 2010, 13:22:59 »
Ancora attaccati alle verità che derivano dalla corrispondenza a parametri tecnici e non a un senso comune di pericolosità.
Ma comunque è già qualcosa che in un modo o nell'altro la verità sia stata conclamata...

http://www.motociclismo.it/due-motociclisti-morti-sul-rallentatore-condannati-funzionari-comunali-moto-10127

1903
Comunicazioni / Ricambi Aprilia
« il: 07 Dicembre 2010, 21:03:35 »
Vivo in provincia di Treviso. Noale è praticamente al confine, poco dopo il capoluogo Treviso. Se sputo forte ci arrivo, con un po' di fortuna e il vento a favore.
Il magazzino ricambi dov'è?

a Pontedera!  smban

Avrà la sua logica, ma insomma...  sm409

1904
Ciclistica / Come abbassare la moto
« il: 06 Dicembre 2010, 16:36:33 »
- Visto che a quanto pare non c'è verso di fare altrimenti,
- nella speranza che dopo aver provato tutte le vie i "soliti noti" si rendano conto che

continuano a cascare e quindi non è colpa della moto alta  :P
Proviamo a metterci comunque nei panni di chi su una enduro ci sta da dio ma ... fa fatica a poggiare i piedi (ma perchè diciamo sempre "i piedi" se ne basta uno solo?) con l'ausilio della wiki del forum drz-italia.com (che ringrazio)

Problema comune, specialmente in fuoristrada:
“siccome mi sono stufato di continuare a cadere da fermo come un cretino perchè non tocco per terra, ho deciso di far abbassare la moto…” vabbé

Esistono varie tecniche per abbassare l'altezza da terra della sella, vediamo le principali.

Scavare la sella

In pratica si toglie un po' di spugna dalla sella. La ciclistica della moto rimane invariata anche se la posizione di guida nel risente parecchio. Viene alterato il triangolo sella-manubrio-pedane. La soluzione è irreversibile.

Diminuire il precarico del moto

Prendiamo in considerazione la sospensione posteriore. Una delle possibili regolazioni è il precarico. In pratica c'è una ghiera che consente di regolare la compressione della molla a riposo. Ora, avvitando questa ghiera, la molla sarà più compressa, svitando, si ottiene l'effetto contrario. A questo punto bisogna chiarire un dubbio frequente:

  il precarico non modifica la costante elastica della molla
(vedetevi la legge di Hooke si Wikipedia che fate prima).

Questo significa che se servono 10Kg per comprimere totalmente una molla, servono 10Kg per qualsiasi valore di precarico. OK?
Diminuendo il precarico, la ghierà risulterà più vicina all'attacco superiore del mono, la molla sarà meno compressa e una volta saliti in sella, il risultato finale sarà un abbassamento maggiore della moto.
Questo ovviamente modifica la ciclistica della moto. In particolare avremo un retrotreno più caricato e quindi maggiore trazione a discapito della maneggevolezza. Possiamo rimediare in quelche modo andando ad infilare di più la forca nelle piastre.

Modificare i leveraggi

Sembra che la strada migliore sia questa. In pratica andiamo a modificare le lunghezza della biellette dei leveraggi. Allungando le biellette (ma anche gli uniball) la moto si abbassa.

Considerate che 8mm in più sulla bielletta abbassano la moto di 5-6cm… per 4mm l'abbassamento è di 3cm… e 2mm l'abbassano 1,5-2cm.

Piu' si allunga la biella, quindi, e piu' si abbassa la moto da quel punto verso la coda. Ma che altro succede alla moto?
Se proprio vi interessa andate qui:  http://motoalpinismo.it/smf/index.php?topic=430.0

Anche in questo caso è consigliato intervenire sulle sospensioni anteriori, infilandole un po' nelle piastre. Ovverossia:

Infilare la forca

Allentiamo i bulloni delle piastre e infiliamo un po' di più la forcella. Questa modifica se non abbinata ad un intervendo alla sospensione posteriore, altera notevolmente la ciclistica ed il comportamente della moto, tant'è che una persona normale riesce ad avvertire modifiche anche solo di qualche mm.
Quelli bravi che hanno voglia di farsi un quadro completo della situazione, possono consultare lo stesso link postato poco sopra.