Dalle varie letture sul web e sulle riviste specializzate sembrerebbe che tutti i problemi della D16 siano riconducibili al motore per tre motivi fondamentali:
1) la caratteristica configurazione V90° che comporta un baricentro basso
2) l’erogazione brutale
3) il peso, dovuto al fatto che è stato progettato per essere parte integrante della struttura (motore portante)
Il baricentro basso comporta:
- difficoltà nei trasferimenti di carico con conseguenti criticità in frenata ed in accelerazione; in apertura, poi, il problema è anche accentuato dalla erogazione violenta che richiede un intervento dell’elettronica troppo invasivo.
- appena comincia a piegare, una moto col baricentro alto, anche con un solo grado di inclinazione, sposta lateralmente verso l’interno il proprio baricentro più velocemente di quanto non si sposti il punto di contatto a terra P. La moto col baricentro basso, invece, all’inizio della piega si ritrova con uno spostamento laterale del baricentro insufficiente; la moto, in questo preciso istante, non soltanto non scende in piega ma addirittura tenta di raddrizzarsi. Il suo peso, invece di contrastare la forza centrifuga opponendosi ad essa, si somma in quanto genera un momento di verso opposto a quello della piega e quindi invece di chiudere la traiettoria tenta di andare verso l’esterno curva. Ecco la mancanza di feeling: la D16 oppone resistenza, allarga l’ingresso di curva e deve piegare di più a parità di percorrenza.
Devo dire che questa è una caratteristica comune a quasi tutte le moto di Borgo Panigale, chi più chi meno, e non solo alla D16. E' anche il motivo per cui alcuni preferiscono le Ducati: è un modo di guidare più stancante ma molto soddisfacente. Richiede più capacità tecnica (stiamo parlando dell'utente della strada) e sortisce angoli di piega esagerati e che soddisfano anche i palati più esigenti. Sicuramente sono caratteristiche che, in gara, qualcuno accetta e qualcun altro preferisce farne a meno.
Analisi non scientifica...