Non credo lo ricorderanno tutti. Un po' più meteora di altri, meno diffuso, ma una gran bella moto che se non erro aveva anch'essa origini tosco-fiorentine.
Era forse il 1975 quando Terzi in persona, durante un pellegrinaggio tra i punti vendita di tutta Italia, comunicò al mio meccanico di allora che, per scelte commerciali,
avrebbe preferito dare la concessione ad altra persona. Era il periodo in cui gli accordi venivano fatti con una stretta di mano ed erano sempre le persone a muoversi per, eventualmente, cambiarli. Terzi stesso comunicò l'alternativa nominando un nome tipo "Andrea Becocci", mi scuso se il nome reale non fosse questo, ma non mi sovviene più, sono passati una fracca di anni e sono pure rimbambito. Era, questi, un artigiano che aveva iniziato a produrre moto da cross, solito Sachs, solita componentistica di prim'ordine, anzi addirittura superiore alla media già alta. Destinazione: i campionati nazionali minori.
Fu così che in breve tempo arrivarono davanti alla sede, quotidiano luogo di ritrovo di noi clienti-amici-zecche nullafacenti

due gemelline esattamente così:

Belle quanto le TGM, forse ancor più fascinose per la minore spigolosità, avevano costi superiori ma su di esse trovava, di serie, il meglio della produzione di allora.
Ne provai una e questo mi scolpì in mente una migliore quanto netta guidabilità rispetto alla parmense, frutto soprattutto del telaio, assolutamente superiore, in confronto al quale quello TGM era un banco di scuola e il mio Simonini un assieme di tubi saldati a caso

Mai vista la versione, che so esistere (vedi anche numerose foto su google) da regolarità.
Magari c'è chi ne sa di più. Sarebbe bello tenere presenti tutti i piccoli capolavori che si producevano qui, per pura passione e non solo per profitto (anzi, spesso la passione soffiava contro e di molto) negli anni 70, e la AIM è senza dubbio uno di quelli.