
Concludiamo la prova delle moto da motoalpinismo in versione 2012 testando la Scorpa T-Ride 290 2T, abbiamo l’onore di essere i primi a testare questa interessante proposta arrivata ieri dalle linee di produzione quindi ancora da rodare.
L’amicizia e la disponibilità di Chicco Molteni, importatore Scorpa, ci ha permesso di utilizzare la moto per lungo tempo facendogli fare percorsi di tutti tipi, dal sottobosco, al torrentello ad una pipeline prima di sassi poi con un fangone in salita che ha messo a dura prova l’aderenza del mezzo.
La T-Ride utilizzata era dotata di frecce, pedane passeggero ecc. e, anche se apparentemente sembra la precedente versione motorizzata con il 4T Yamaha, è stata completamente rivista come meglio descriveremo in seguito.
Della precedente versione una cosa la eredita: l’azzeccata posizione di guida sia in piedi che da seduti, per le mie esigenze alzerei di poco meno di 1 cm il manubrio. In piedi si ha il perfetto controllo della moto con una posizione molto simile a quella della moto da trial, da seduti grazie alla sella comoda è possibile effettuare trasferimenti in modo decente.
Come dicevo, la posizione di guida è corretta ed arretrando si sentono un poco le pedane del passeggero però svitando un paio di bulloncini si smontano, tolte queste la moto non ha una sporgenza, davanti perché ha un piccolo radiatore come le trial e dietro perché la marmitta è posizionata sotto la sella.
Comunque l’imbottitura e la dimensione della sella permettono di portare dignitosamente un passeggero.
Partiamo dai comandi al manubrio, ben posizionati, la frizione è molto morbida e lo stacco è buono mentre il freno davanti ha bisogno di un minimo di rodaggio (mi son giocato un paio di jolly) poi funziona bene, è modulabile grazie al disco anteriore di grande diametro.
Il freno posteriore è buono ed anche in questo caso spessore e diametro sono superiori a quelli di una moto da trial.
A livello di telaio rispetto al 4T sono state rifatte le bretelle anteriori discendenti di fissaggio al motore, ora molto più strette, infatti l’ingombro anteriore è ridotto. L’inclinazione delle forcelle ora è maggiore e l’effetto si è sentito in termini di stabilità riducendo per contro leggermente il raggio di sterzo, infine l’altra parte rifatta è il forcellone che mantiene comunque l’attacco del monoammortizzatore privo di leveraggi.
Passiamo al motore che deriva dal trial in termini di carter però per il resto è tutto diverso, su questo organo si è lavorato tanto ed il risultato è evidente, questo è un motore da free ride a cominciare dalla spaziatura dei rapporti dove la prima è corta ma non in modo esasperato con in un trial, la seconda e la terza ci si fa di tutto grazie anche all’arco di utilizzo del motore, poi quarta in buona progressione. È stato eliminato l’evidente gap tra la terza e la quarta che era presente sulle moto da trial, qui invece lo si sente in modo minore tra la quarta e la quinta, quest’ultima permette di andare a 80 km/h in modo tranquillo senza sollecitare troppo il motore. Poi in base ai tipi di percorsi che si praticano è possibile modificare con un dente in più o in meno i rapporti.
Altri elementi rifatti rispetto alle trial sono la frizione, il cilindro, la testata (squish) e poi lunghe prove sono state dedicate al volano per dare il comportamento corretto di questo motore.
Per finire la marmitta, è stata una sorpresa, è silenziosissima (al contrario del 4T) e poi come in precedenza non sporge e quindi non si corre il rischio di danneggiarla.
Mettiamo in moto il 290 cc e, come dicevo sopra, ci ha stupito la silenziosità, il motore gira regolare ed anche se sono i primi km di vita è già sufficientemente sciolto e ci fa intendere la filosofia con la quale la Scorpa ha voluto costruire questa moto, ovvero ottimi bassi, buona progressione e allungo. L’erogazione regolare e controllata è si più prestante del 4T ma viene erogata in moto da dare aderenza, è una moto facile ma non banale!
Per capirci meglio, un KTM 250 2T pur avendo una erogazione dolce quando sale di giri scarica tanti cavalli che sono sicuramente adrenalinici ma richiedono perizia soprattutto in certe situazioni, invece il motore Sherco è proprio una via di mezzo tra l’enduro e il trial. In parte mi ha ricordato, sebbene con gli opportuni distinguo, l’erogazione del motore della Free Ride KTM, ovvero ottima coppia in progressione ma mai violenta.
Comunque per chi ancora non lo sapesse i motori 2T si prestano facilmente ad essere modificati nell’erogazione e nella potenza adattandoli alle proprie esigenze.
Il percorso della prova ricalcava quello che solitamente facciamo con le moto da trial e con la T-Ride l’abbiamo fatto allo stesso modo solo che invece di usare la terza o la quarta in diverse situazioni con la T-Ride si facevano con seconda o terza.
Sia da fermi che in movimento si sente la discendenza dalle moto da trial però a differenza della Ossa Explorer che ha lo stesso telaio della trial la T-Ride ha un passo più lungo che la rende adatta anche a endurare senza comprometterne l’uso anche in un trial non esasperato.
Scendendo dalla Beta Evo, quindi abituato ad uno sterzo leggero, sento un po di differenza ma se dovessimo compararla con una Cota 4T le differenze sarebbero minime.
Questo per dire che se si fanno spesso percorsi molto accidentati i 15 kg rispetto ad una moto da trial si sentono e posso affaticare di più, ci mancherebbe, ma la cosa è contenuta.
Per rendere una idea, con la T-Ride (come anche con la Explorer ovviamente) mulatrial tipo quella di Albenga o la Transculinaria mi sentirei di farle evitando (come faccio anche adesso) i tratti hard.
I possessori della vecchia T-Ride sappiano che la 2T è una lontana parente, tutta un’altra moto perché è decisamente più leggera, il motore più potente ed anche più stabile, qualità questa che è emersa dopo aver percorso poche centinaia di metri di mulattiera, le sospensioni lavorano bene ed il telaio perimetrale da stabilità ed invita a tirare dando immediatamente confidenza.
Le sospensioni, anche se di corsa limitata, lavorano egregiamente certo con questa moto non possiamo andare a fuoco e neanche in campo da cross, la taratura sensibile molto vicina al trial non può sostenere esagerate sollecitazioni.
Chicco Molteni è un trialista di buon livello ed anche per lui la nuova T-Ride era una novità avendo solo provato in fabbrica un prototipo, gli ho chiesto di effettuare alcuni passaggi trialistici e ha dimostrato il potenziale di questa moto anzi in alcuni passaggi diceva di sentirsi anche più sicuro complice la maggior stabilità del mezzo, certamente la T-Ride come dicevo in precedenza non è fatta per il trial racing ma per del sano motoalpinismo si.
Alcuni numeri : l’altezza sella è a 85,2 cm quindi adatta un po a tutte le gambe, il serbatoio contiene 7 litri e durante la prova i consumi sono stati oltre i 16 km/lt, la gomma posteriore (MITAS) ha rispetto alle normali gomme da trial un posizionamento più marcato verso l'esterno dei tasselli questo per dare maggior tenuta in curva. La gomma è risultata buona nelle condizioni di scarsa aderenza che abbiamo trovato. Prezzo di vendita 5.990 € f.c..
L’importatore stà già lavorando ad alcune interessanti “power parts” che renderà presto disponibili.
Prossimamente pubblicheremo la scheda tecnica ed i commenti dei miei “soci” che hanno provato la moto.
I tester :
Gianni Michelon
Luca Villa
Claudio Pierobon
Lamberto Galanti
Foto di Gianni Michelon e Luca Villa




















Cominciamo a prendere le misure e intanto con Ilario (Claudio) si fanno le prime considerazioni


Si parte!


Cambio di tester, è ora di Gianni


...lo sguardo è eloquente!

Ed ora Ilario



poi Luca

Ed infine Chicco ci fa vedere come si fa















Alla fine eravamo tutti soddisfatti
