Mi sono svegliato attorno alle 0630 locali, la notte ho dormito veramente bene perché la temperatura era sui 13° C. Ho preparato i bagagli e ho iniziato a seguire la strada per Shatili (cioè quella Ovest del lago di Ananuri, che per l'appunto è un sentiero su OSM e infatti è un sentiero). Panorami mozzafiato, simili a quelli che ho a casa mia, con la differenza che qua non c'è quasi nulla:

La strada è diventata sempre meno strada finché ad un incrocio, ho avuto il timore che non ci sarebbe più stata una strada, siccome i segni delle auto andavano tutti a sinistra e io dovevo andare a destra, continuando a costeggiare il lago. Ho dovuto farmi strada tra alberi caduti e rami che continuavano a frustarmi, finché la larghezza della strada è diventata per una sola moto e dopo pochi metri, è diventata un vero e proprio sentiero. Ho fatto 100 metri a piedi e ho constatato che, con un XRV650 a pieno carico e da solo, non era il caso di andare avanti, considerando che c'erano anche degli specie di scalini.

Sono tornato indietro ad Ananuri e sono salito a Shatili seguendo la strada normale, la quale (100 km di lunghezza!) è per il 70% non asfaltata. Nel mezzo c'è un passo che arriva fino a 2500 metri di altezza:

Si può continuare e si arriva fino al castello di Mutso, io purtroppo non sono andato fino a lì, per via dello stress. Sono stato uno stupido. Sono solamente andato poco oltre Shatili, fino ad essere a 200 metri dal confine con la Russia e la cosa interessante è che teoricamente ci sarebbe una strada per sconfinare, ma ovviamente è chiusa. Dall'altra parte la tristemente famosa Cecenia.
Abbandonato Shatili (ci sarebbero delle Guesthouse per dormire, forse la sera prima sarei potuto venire fin su qua e godermi la strada al calare delle tenebre!):

Shatili è assai carina ma per parere personale, la Truso Valley era più magica. In ogni caso la strada vale il viaggio fino a Shatili. Nel tornare indietro ho incrociato un KTM 450 pronto per enduro, simpaticamente non si è fermato

In ogni caso penso che si possa azzardare un enduro-freeride da Shatili fino a Omalo, sui sentieri, le zone sono assai belle ma con una XRV 650 non è fattibile. Potrebbe essere un buono spunto per dell'avventura futura!
La vista dal passo Datvisjvari:

Vecchie miniere o edifici militari lungo la strada per Shatili:

Tornato nuovamente sull'asfalto, dopo 140 km di sterrati, è stato abbastanza rilassante. Dopo un paio di km sento un rumore zona pignone. Tiro la frizione e penso di aver spaccato la catena. Mi fermo e vedo letteralmente che c'è qualcosa tra carter e forcellone. Faccio 500 metri e mi fermo all'ombra di un benzinaio, dove inizio a smontare il copri pignone e realizzo che lo scorri catena sul forcellone si è rotto. Riesco a mettere la parte che sta sotto il forcellone sopra, siccome è continuamente soggetto a strisciamento (il forcellone di alluminio si sarebbe mangiato come il burro!). Olio tutto e riparto verso Tbilisi.
Arrivato a Tbilisi, la mia prima idea è stata di andare da quel meccanico che aveva fuori la Rd04 smontata, ma purtroppo non era in vendita o tanto meno da buttare via, quindi non potevo avere il pezzo. Il meccanico mi ha consigliato di andare al negozio dove avevo comprato la camera d'aria e che li avrebbero potuto aiutarmi. Purtroppo era tardi ed erano già chiusi.
Passata una serata in Georgia in un ristorante locale e a letto presto, perché il giorno seguente volevo sistemare la moto.
Mi sono svegliato presto, sono andato a vedere al negozio e purtroppo, potevano aiutarmi, ma solo lunedì (era venerdì). Quindi ho declinato e ho pensato di arrangiarmi da solo:
ho seguito il diagramma di flusso del nastro americano e del WD40, il pattino non dovrebbe muoversi e quindi ho optato per il nastro americano. Ho riattaccato insieme i due pezzi del pattino con una fascetta e l'ho montato al contrario e nastrato il tutto. Non sapevo quanto avrebbe tenuto. Un lavoro di alta ingegneria! Inoltre questo giorno, per aumentare il mio morale, il GPS è morto, più o meno in contemporanea anche il tachimetro e anche una delle fastex della borsa a rotolo. Tutto si rompe mentre giro per città ma non mentre prendo buche a 120 km/h

Ero abbastanza demotivato.
Poi ho realizzato che si sono rotte una marea di cose inutili e che in un modo o nell'altro il viaggio sarebbe andato avanti. Ho pensato che tutto ciò fosse normale, d'altronde qui in Georgia la moto ha incontrato la vera libertà per la prima volta nella sua vita, non sto parlando della piazza Libertà di Tbilisi, ma parlo di essere cavalcata dove non ci sono strade, sentire la natura strisciare sulle proprie carene, usmare la terra sotto le proprie ruote. E come non c'è modo di tenere in cattività una bestia dopo averle fatto assaporare la vera libertà, siccome essa proverà a rompere le catene della sua prigionia, l'Africa Twin sta ora provando di rompere le catene che tengono lei in gabbia e le catene per lei sono tutte quelle cose inutili non necessarie ad essere cavalcate, come il GPS, il fastex della borsa o il tachimetro. Il viaggio deve andare avanti e la bestia deve sentirsi libera!
Il quindicesimo giorno ho lasciato Tbilisi portando la moto fino al monumento della battaglia di Didgori, passando per delle mulattiere assai impestate e scavate dalla pioggia, sia l'olio che l'acqua hanno superato la temperatura di 100° C e la bestia ha continuato a spingere, mentre la ventola impazziva e il pilota soffriva i quasi 40° C dell'ambiente circostante.

Ho guardato il monumento, veramente bello, spade ovunque, ma stavo morendo di caldo, tutto sudato e fermarsi tanto davanti a questa strada è stato impossibile...BRAAAAAP:

Sono volato fino a raggiungere il confine con la Turchia (Stress, non sono andato ad Omalo e in altre parti della Georgia come Bakuriani, iniziavo anche a sentire la solitudine).
Il confine che ho passato è stato aperto di recente e si trova sul lago di Kartsakhi. Tutta questa regione si trova a oltre 2000 metri di altezza, non sono abituati a veder passare molta gente, nei villaggi tutti mi guardavano sorpresi di vedermi lì:

Raggiunta la D010 l'ho seguita a tratti, tagliando lungo sterrate che accorciavano i chilometri ma aumentavano il divertimento.
Posti veramente meravigliosi, la moto faticava per via dei 2000 metri di altezza e il filtro sporco, non spingeva come poteva spingere, ma era ancora decente.
Qui la D010 e il Ç?ld?r Gölü:

Poi ad un certo punto una delle sterrate su questo altopiano si è aperta davanti a me, sembrava andare dritta verso Ani, la vecchia capita di un impero, una città che volevo vedere.
L'Africa Twin si sente a casa su queste strade, inoltre queste strade sterrate erano un biliardo senza un buco, ti facevano alzare un polverone assurdo, ma la moto rimaneva precisa e stabile, così tanto da raggiungere i 150 km/h:

Sono passato davanti ad Ani, ma non mi sono fermato per vederla. È una cosa che potrò fare in futuro. Però li vicino c'erano delle bellissime strade che ho dovuto affrontare sotto la pioggia:

Finito lo sterrato ero sulla D070 a Digor, dove dovevo fare benzina ma entrambi i distributori del paese erano a secco di benzina. Mi dicono di andare a Tuzluca, che era tutta praticamente discesa (circa 60 km). La provo, dopo 4 chilometri la spia rossa della riserva (restano poco più di 4 litri di benzina) si accende e so che non sarei mai arrivato a Tuzluca siccome la pompa a depressione della Mikuni non riesce a pompare gli ultimi 1.5 litri. Così a circa 6 km da tuzluca resto a piedi.

Fermo una macchina che sopraggiunge e cerco di spiegare la situazione al conducente, con il quale non parlo una lingua in comune, se non i segni. Segno di dover far benzina e capisce al volo il problema. Fa per partire e poi si ferma e mi chiede se benzina o diesel e se 5 litri bastavano. Evet con un sorriso di un chilometro e parte. Dopo 2 minuti ritorna, con 5 litri di benzina, dell'acqua e un the freddo. Riempo la moto e gli offro i soldi per benzina e il disturbo. Lui li rifiuta totalmente, io insisto ma mi augura Good Luck. Riparto e poco dopo raggiungo I?d?r, la via principale passa direttamente in città, vedo un hotel, mi fermo a chiedere e sono rimasto li a dormire la notte (20€ colazione inclusa). La Turchia dei Curdi, totalmente diversa da Istanbul o la parte ovest del paese. Nessuno parla Inglese e tutti mi guardano storto (Non avevo altri pantaloni lunghi se non quelli da moto

). Simpaticissimi e gentilissimi, mi hanno aiutato con tutto.