Motoalpinismo. Nel concetto stesso sta una costante: salire. Indipendentemente da cosa abbiamo in mano, per andare su ci vuole forza e la forza la danno i cavalli, c'è poco da dire. Ma conta di più "quanti sono" o il come, i cavalli che abbiamo, vengono messi a disposizione quando, appunto, dobbiamo "salire"?
Quindi basterebbero anche pochi ma ben distribuiti?
Al di là delle preferenze personali, anche per me che preferisco averne sempre di scorta, direi di si.
Il commercial Pirelli di un decennio fa recitava "la potenza non è nulla senza controllo". E secondo me non c'è nulla di più ovvio. 70 cavalli su un rampone umido ti portano solo ad un effetto, se non sei un manico da mondiale: rampata e piantata galattica.
Vero è anche il contrario. Anche se ben distribuiti, 12 BHP con un cristo di omone sopra vanno poco lontano. O anche lontanissimo, a patto che la pendenza non rimanga a lungo su percentuali ostiche.
Per cui la discriminante da preferire è la trazione? Secondo me si.
Qui entrano in ballo le preferenze. Pochi kilowatt assistiti da trasmissione e coppia oppure tanti da addomesticare col polso e l'esperienza?
Personalmente, per quanto conscio che il mio limite mi porterà ad abbandonare molte possibilità, la strada da scegliere è la seconda. A una moto che assicura la trazione quasi sempre preferirò sempre quella che mi costringe a fare lavoro di squadra per guadagnarcela, sta benedetta trazione. A capire come utilizzarla per arrivare da A a B.
Qualcosa in più che selezionare la marcia giusta e dare il gasssss e hop-là.
La veritàè che a me la ricerca della trazione intriga da matti. E' il vero piacere della uscita in moto, e prescinde dalle condizioni meteo e dal fondo da percorrere. E' la variabile indipendente che impegna, fa sudare e ti spacca il fiato e i polsi, ciuccia energie e ti fa sentire vivo. Anche se ormai ce la faccio per un quarto d'ora alla volta
