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Ktm acquisisce Mv Agusta

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Valchisun:
Pare che il Gruppo Pierer, e cioe' Ktm, Husqvarna e Gas Gas, stia per acquisire anche il marchio Mv Agusta, mentre il progetto delle nuove bicilindriche da enduro stradale Lucky Explorer non sia ancora nemmeno partito a livello di produzione di serie, per il momento c'era un accordo tra la casa austriaca per distribuire le moto di Schiranna negli Stati Uniti:

https://www.moto.it/news/mv-agusta-si-appoggia-a-ktm-per-crescere-negli-usa.html

Enzo:
https://youtu.be/jH3a1ZLXwg0
 Bello anche questo video di Misterhelmet , comunque anche Ilario potrebbe raccontare sulla vicenda qualcosa di sicuro.

kermit:
Viste le moto, la qualità,anche se con i problemi, pensavo che fosse già rinata alla grande, peccato che debba finire così... Si sta prendendo tutto, e sarà sempre più tutto uguale a se stesso...

Valchisun:
Diciamo che c'e' il prestigio del marchio storico e dei titoli mondiali conquistati, io non ci vedo altro, le moto della gestione Castiglioni erano bellissime per via che le aveva progettate Tamburini, ma erano nate gia' vecchie, per il solito problema della mancanza di liquidita' per andare avanti e di fare partire i progetti per tempo....
.

ilario:
Enzo hai proprio ragione--potrei scriverci un libro mooolto corposo.
Il gruppo Castiglioni  aveva acquisito la Aermacchi che era stata acquistata dalla Harley che si proponeva di creare una testa di ponte
in Europa per poter commerciare le proprie moto, solo come investimento immobiliare con l'intento di trasformare l'immensa area
aziendale ed i terreni circostanti in una grandissima zona residenziale in riva al lago.
I dirigenti Harley mal digerivano le continue rivendicazioni sindacali ed i frequenti scioperi frutto dei turbolenti anni 70/80e minacciarono
la chiusura aziendale al primo sciopero non concordato e cosi' purtroppo fu.
I dipendenti erano tutti fuori a scioperare ed i dirigenti staccarono tutte le utenze ed uscirono mettendo i lucchetti ai cancelli,pagarono tutto e tutti--utenze ,paghe,liquidazioni,fornitori--presero l'aereo e tornarono negli U.S.A.
Venne tutto abbandonato per 3 anni e la Harley mise in liquidazione il tutto,rimase senza risposta per un lungo periodo fino alla offerta
dei Castiglioni che acquisirono il tutto per una cifra ridicola in rapporto al valore.
La prima cosa che fecero fu quella di inviare dei rottamai a smantellare le linee di produzione ed i magazzini per procedere alla demolizione degli immobili.
I vecchi dirigenti Italiani si rifecero vivi facendo presente ai Castiglioni che solo il rimontare le moto gia' pronte avrebbe fruttato a loro
piu' del doppio della somma sborsata.
Dei 500 dipendenti ne furono riassunti 50 ma nel frattempo i rottamai avevano incominciato a "ragniare" i materiali piu' comodi
quali i serbatoi ed i parafanghi,allora in lamiera.
Quella fu la fortuna dei Castiglioni come imprenditori della moto perche' Tamburrini ebbe la intuizione di realizzarli in plastica.
I primi serbatoi a parafanghi in plastica nella storia della moto mondiale.
Primo anno di produzione 70000 moto 125/250. con il marchio CAGIVA--Castiglioni Giovanni Varese.  il padre.
Poi la vorticosa crescita con acquisti continui di marchi .MV AGUSTA-DUCATI-MORINI-HUSQVARNA-GILERA- e primarie realta meccaniche fino a raggruppare piu' di 9000 dipendenti.
Furono mooolto vicini ad acquisire la BMW quando fecero il grosso errore di impegnarsi con tutte le loro forze a fare ripartire la DUCATI.
Fu letteralmente un bagno di sangue--le Ducati venivano progettate e prodotte a Varese e poi spedite a Bologna per essere assemblate.
Inizio della fine di una realta'sana e gloriosa che si era fregiata di vari campionati mondiali di cross e Parigidakar + pista 500.
Il reparto corse smantellato e seminato in tutto il mondo--chi piu' venne avvantaggiato fu Beggio e la Aprilia che vinse una marea di
campionati del mondo con i progettisti e meccanici Cagiva.
Per "mantenere" la Ducati furono costretti a trascurare i fornitori--a Varese ci furono una marea di fallimenti ed in alcuni casi anche
suicidi di imprenditori coinvolti in questi avvenimenti,questo spiega la cronica mancanza di ricambi perche' si tentava di tenere viva
l'azienda fornendo lo stretto indispensabile.
Vari passaggi di proprieta',soci cannibalizzati,marchi venduti ma il problema e' sempre rimasto--mancanza di liquidita' e la nomea
di un marchio che produce moto bellissime ma che non ti assicurano il ritorno a casa e che fatica a fornirti i ricambi,spesso banali,
in tempi corretti.
Come vedo il futuro--spero che intervega un socio serio--che probabilmente si impadronira' del glorioso marchio portando la
produzione altrove,che ci permettera' di ammirare il marchio MV su moto da competizione.
La attuale sede diventera' il lido di Varese come era previsto 40 anni fa.




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