Autore Topic: Fabrizio  (Letto 1778 volte)

Offline alex

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Fabrizio
« il: 30 Novembre 2016, 18:29:25 »
Tra le foto commemorative del recentemente scomparso Lorenzo Bozzi, aretino, uno di noi, Ride In Peace, c'è questa.



Una Fabrizio. Bella bellissima. Mai vista una dal vero. Eppure ha avuto una sua storia, per quanto breve. Mi piacerebbe saperne di più ma a parte la scarna Wikipedia altro non trovo,magari qualcuno degli anziani  :arar: riesce a tramandarci qualcosa in aggiunta, come venne fatto per la storia Azteca.

Quello, mi dicevo, è senza dubbio lo stesso motore che montava l'Hopi. E Wiki conferma. Ma il telaio è lo stesso del 125 Aspes CR? Dall'81 in poi se non uguale era molto simile, ma solo dall'81, troppo tardi. M'è venuto il dubbio che potrebbe essere una idea mutuata piuttosto da quello AIM ed allora me lo sono andato a cercare. Ineffetti c'è una buona similitudine, ma l'AIM quel telaio iniziò a produrlo coi primi Water Cooled. E col forcellone in alluminio. Insomma una sola certezza: quel telaio era avanti anni luce rispetto alla produzione di pari anno.
Anche la sella mi ricorda tanto Aspes, ma è anche vero che praticamente tutte le selle del periodo (stiamo parlando della prima metà degli anni 70) erano fatte in quel modo o molto simili.
Quindi ritengo che il telaio sia stato costruito artigianalmente in casa, prendendo per forza di cose lo spunto di base da Aspes e poi unendo ove possibile particolari che costituivano un plus per le altre, basti pensare alla superiorità del telaio AIM rispetto allo stesso TGM di quel periodo.
Di sicuro, il trave ascendente posteriore, quasi verticale e da solo in luogo della classica "V" in cui alloggiare il filtro, su un doppia culla chiusa io non sono in grado di ricordarlo nelle moto fino al 1977/78. O mi sbaglio?
« Ultima modifica: 30 Novembre 2016, 18:34:44 da alex »
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Offline Bikerider

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Re: Fabrizio
« Risposta #1 il: 30 Novembre 2016, 20:37:20 »
Cavoli l'avevo rimossa completamente! La ricordo, ma pur se anziano (o forse per quello   :hehe: ) non ricordo altro.

Però mi ha fatto venire in mente come in quegli anni ci fossero parecchi preparatori/assemblatori e quando andavo a correre le interregionali ogni tanto ci trovavo qualche moto mai vista, costruita da "artigiani" locali. Le vedevi solo lì, perché non avevano la "forza" per farle in serie o portarle fuori da stretti confini territoriali. Di solito guidate da un forte pilota autoctono (la moto la "davano" a qualcuno per correre ed ovviamente era veloce) erano al centro dell'attenzione di noi piloti. Vedevi anche moto che magari a casa tua erano poco diffuse, chiaro indizio della forza dei concessionari locali, come era tipico a quei tempi. E che tempi...se non altro ero giovane  sm471
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Offline Valchisun

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Re: Fabrizio
« Risposta #2 il: 30 Novembre 2016, 22:03:40 »
Ecco chi e' Fabrizio (Guidotti):

http://www.cronachemaceratesi.it/2015/08/10/il-meccanico-di-valentino-rossi-in-visita-alla-maxmotor-caproli/691510/

Adesso ad Alex, la Fabrizio piacera' un po' meno.... :57:
Le prima erano delle Aspes con il telaio verniciato di verde:



che, in seguito, divennero poi, delle Moto Fabrizio:




Fu il periodo d'oro dei preparatori e costruttori artigianali di moto da motocross e regolarita' dei primi anni settanta, molti rimasero dei piccoli artigiani come. Fabrizio, M.A.E.R. Bompani, Cmk, Barbiero di Torino, qualcuno altro, invece, usci' dalla dimensione di poco piu' di un garage, diventando delle vere e proprie piccole aziende, come la T.G.M., la Simonini, la Gori, l'Ancillotti, l'A.I.M., l' Accossato di Moncalieri e moltissime altre, purtroppo, con l'arrivo delle moto giapponesi nel motocross, nel giro di circa dieci anni, quelle aziende arrivarono alla chiusura o alla riconversione in altri settori, l'Ancillotti si mise a fare bici da down hill, la Simonini elaborazioni per ciclomotori e Vespe, l'Accossato particolari after market per moto stradali.

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Offline alex

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Re: Fabrizio
« Risposta #3 il: 30 Novembre 2016, 22:27:47 »
i giapponesi furono un ripiego perchè senza Sachs nelle piccole cilindrate non c'erano moto. Spagnole a parte che nella ottavo di litro erano dei polmoni.
Poi avevano un prezzo accattivante, già conseguenza della grande serie per distribuzione in tutto il mondo. e meno male che erano contingentate.
Tanto si compravano ovunque, le cross non hanno il vincolo della immatricolazione.
Hiro arivò quando ormai i giochi erano fatti, e fu un gran peccato.
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Re: Fabrizio
« Risposta #4 il: 30 Novembre 2016, 22:52:21 »
Con un milione e mezzo di Lire ti prendevi una 125 da regolarita' o da motocross, adesso non credo che con ottocento Euro te la diano, una moto nuova... :omo:
E poi ci fu il fallimento della motorizzazione Sachs a sette marce a dare una mano alla caduta di quelle piccole aziende, soltanto Ktm ebbe la possibilita' di farsi un 125 home made, ce l'aveva un mio amico, era un motore bello tosto con una brusca entrata in coppia, ma quella era tipica di tutte le motorizzazioni di quel periodo, pure delle 500 cc...




A proposito, mi e' venuta in mente la Swm Tf 440, visto che la Swm scappo' in fretta dalla motorizzazione Sachs a sette marce quando di rese conto del flop di quel motore, nato completamente sbagliato, vibrazioni, prestazioni modeste, alla faccia della progettazione con il "computer" come diceva la pubblicita' di allora, questa, invece, faceva proprio paura a guidarla:





Nel motocross, quando, arrivarono le prime Rm e le Yz 125 sembrava di vedere un disco volante atterrato in cortile, ma non fu soltanto colpa dell'avvento delle giappe, inzio' la moda della Vespa, e di conseguenza, i posteggi delle scuole superiore, smisero di assomigliare al parco chiuso della Sei Giorni....
« Ultima modifica: 30 Novembre 2016, 23:03:56 da Valchisun »

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