Il rovescio della medaglia però è che, concordando sul fatto che il metodo usato dalle FdO sia quanto meno dubbio, qui i gestori dei locali dei passi appenninici pagano le conseguenze maggiori, in termini di mancato guadagno. Ed i locali per rimanere aperti devono guadagnare.
Stralci dell'articolo con testimonianze a riporto:
- Al sabato attorno al mio locale c’erano sempre più di duecento motori, adesso se ne vedono appena trenta
- Vediamo sempre meno motociclisti, per noi vuol dire ovviamente meno entrate
E' lo stesso discorso valevole per alcuni rifugi situati su strade frequentate dalle moto fuoristrada: anche loro hanno più volte asserito, lungo l'intero arco alpino (forse con l'eccezione del TAA) che con ciclisti e camminatori non ci mangi. I biciclari addirittura qui sulle prealpi iniziano a non volerli più. Entrano nel locale solo con la borraccetta in mano per mendicare dell'acqua e poi si dirigono al cesso. Incasso zero. I trekker si limitano a un giro di caffè (e la immancabile pisciatina) perchè anche loro si portano dietro tutto da casa. Per filosofia di vita, più che per reddito (che sarebbe una affermazione insulsa) i motari a un certo punto gli stivali sotto al tavolo li allungano, e non per un caffettino striminzito per guadagnarsi l'accesso ai gabinetti. E questo i gestori l'hanno realizzatoed affermato in modo quasi plebiscitario.