Fabio Avossa spiega bene il travagliato iter del ritiro di Spencer:
Credo che nella storia del motociclismo nessun pilota abbia mai avuto un fine carriera tormentato e misterioso come Freddie Spencer.
1986 GP di Spagna, prima gara del Motomondiale. Nella stagione precedente Spencer è entrato di diritto tra i grandi di tutti i tempi conquistando i titoli mondiali della 250 e della 500. Durante l’inverno ha provato poco per problemi di salute (una forte sinusite che gli ha comportato anche una labirintite) pertanto molti si aspettano che non sia in forma. Ma Spencer smentisce tutti conquistando la pole. Al via parte al comando e stacca tutti, come suo solito, ma al 13° giro il colpo di scena: rientra direttamente al box; forse è proprio in quel momento che finisce la carriera di Freddie Spencer. Ufficialmente è una tendinite che lo ha fermato. Al GP d’Austria è vittima di una caduta ed annuncia il ritiro dalle competizioni.
Nel 1987 ci ripensa e decide di rientrare; la squadra ufficiale Honda/Rothmans è già fatta ma gli viene comunque affidata una Honda con i colori della HRC, curata da Erv Kanemoto; purtroppo si rivela lento e cade spesso, misteriosamente a volte non si presenta alla partenza. Finirà il campionato con soli 4 punti ed alla fine annuncia per la seconda volta il ritiro.
Nel 1989, dopo un anno di stop, viene ingaggiato nel team Yamaha/Marlboro di Giacomo Agostini ma ancora una volta si dimostra abulico e lento; unica grande dimostrazione di forza a Phillip Island, 2° GP della stagione: parte in ritardo, rimonta sui primi poi cade. Farà poi un 5° in Spagna ma subito dopo viene il divorzio anticipato prima dell’Inghilterra. Ed è nuovamente il ritiro; siamo a tre.
Nel biennio 1991/92 partecipa al campionato statunitense AMA SBK in sella ad una HONDA RC30 del team Two Brothers con risultati modesti, almeno se rapportati al suo passato nei GP.
Durante l’inverno matura l’ipotesi di un rientro ai GP e gli viene concesso un test sulla Honda di Gardner ma il progetto non si concretizza.
Rientra comunque nel 1993 in sella ad una ROC Yamaha del team Motor France; la sua partecipazione, a soli 3 o 4 GP, risulterà assolutamente insignificante e subirà ancora un infortunio.
La sua carriera si concluderà nel 1995/96 in sella ad una Ducati 916 del team Ferracci con la quale partecipa al campionato AMA SBK ed a qualche gara del mondiale.
A fine 1996, undici anni dopo la stagione trionfale del 1985, si conclude definitivamente la carriera di questo grande e misterioso pilota che rimarrà comunque nella mente degli appassionati che lo hanno visto gareggiare se non altro per aver introdotto già 30 anni fa quello stile particolare di spigolare le curve e raddrizzare al più presto la moto.