Peccato originale.
Già. L'unico che riesce ad intaccare la mia morale fino a paralizzarmi ed a farmi desistere. E' da psicanalisi

Non mi va di sentirmi fuori posto, non voglio divertirmi di meno perchè "potrebbero beccarmi". E' una vita da fondo della catena alimentare, quella da braccati delle talpe, delle lepri, che passano la vita in tana o guardandosi attorno ed ascoltando ogni rumore perfino quando mangiano o si accoppiano. Ma che vita è?
Influisce molto il peso dei precetti ricevuti, assorbiti da bambino "NON si fa" "NON è giusto" "Se è NO è NO". "Rispetta
l'Autorità", così, maiuscolo. Giusto o sbagliato che sia. Mi sono iscritto a giurisprudenza con quel credo, con la visione romantica di un ragazzo, che pensa di poter seminare giustizia e vincere sul truffaldino, sul malversatore, su chi approfitta con il ghigno di superiorità, "io so figo". Ho rinunciato tra conati di vomito (quasi) al contatto con la cruda realtà. La disillusione fa bene, si impara a vedere le cose come sono e non come si vorrebbe che fossero. Alla prima udienza, cercarono di vendermi un cliente per condividere maggior profitto. Era una causa civile per risarcimento RCA, valore settecentomila lire. 350 euro. Briciole.
Da allora, non rubo briciole, preferisco tenermi la fame. Ho la malata convinzione che sia un accattonaggio morale che mi toglie il piacere e la passione. Non ho la necessità della disobbedienza civile e non la considero motivo di orgoglio.
So invece che farei solamente una cosa legittima, inoffensiva, peraltro la cosa che mi piace senza ledere effettivamente alcuna individualità, senza arrecare danno a nessuna collettività. Forse potrei accettarla se fosse una unica deviazione clandestina in mezzo a una serie infinita di possibilità, ma purtroppo è il contrario. Se ti beccano oltretutto sputtanano una categoria intera, se ti fai male addirittura finisci sul giornale, e allora apriti cielo.
Silenzi, momenti intensi, fatica e nuvole di fiato. Leggo e mi prende il magone. E' quello, che abbiamo il diritto di trovare ogni volta che usciamo, è quello che cerchiamo. Fatica significa anche consapevolezza che per arrivare da qualche parte c'è da impegnarsi, sudare, guadagnarselo. E' per quello che ai giovani farebbe bene il motoalpinismo, se non addirittura qualche attività specialistica. Imparerebbero tanto di più, anche il rispetto, di dove passano e di chi incontrano. Dandolo per scontato, o considerandolo alla stregua di un fastidioso formalismo, non lo impareranno mai.
Non credo alla panacea della moto elettrica, zittire il rumore non sopprime anche le assoggezioni alla normativa sulla circolazione. Se poi lo si considera un gusto proprio, allora è sacrosanto. A me, e forse qui sono molto più bandito di altri, il motore a scoppio piace.