Io condivido con tutti l'idea che alle mulatrial non deve proprio neanche essere preso in considerazione lo spirito agonostico: per quello ci sono le gare.
E di gare ne ho fatte per 20 anni in enduro.
Cio' non toglie che per quanto mi riguarda cio' che deve sempre prevalere su tutto deve essere il rispetto.
Se esistono le varianti un po' piu' semplici e quelle un po' piu' difficili è proprio perchè si presuppone che ci possano essere differenti capacità ed attitudini tra i partecipanti.
Altrimenti, se così non fosse, ci sarebbe un unico percorso uguale per tutti: ma così' non è.
Ma fare percorsi e varianti differenziate presuppone anche un'altra cosa: che chi fa quello piu' difficile sia in grado di farli.
Come accennavo prima il facile e il difficile è soggettivo.
E' influenzato da preparazione, attitudine ed esperienza e, come diceva qualcuno: c'è sempre qualcuno piu' bravo.
C'è pero' da dire anche che un pezzo un po' impegnativo diventa irrimediabilmente piu' difficile se trovi qualcuno piantato.
Sappiamo bene che un ostacolo se affrontato con decisione è decisamente piu' facile rispetto a trovarcisi sotto da fermi.
Condivido solo in parte le parole di chi dice che nel giro ci si aiuta.
Balle.
Domenica ne ho tirati su un bel po' e di quelli tirati su nessuno si è fermato a vedere se io ripartivo e se ne sono andati (scoppiati completamente).
Da notare che nessuno era aiutato da compagni e amici.
Ma allora che senso ha?
Io non ci troverei neanche gusto.
Poi potremmo stare qui a discutere per ore e so già che non giungeremmo ad una conclusione ma resto dell'idea che fondamentalmente per "provare" ci sono i giri con gli amici e che quando si è con altri occorre avere rispetto oltre che si se stessi anche degli altri.
Venza
Come sempre penso che la ragione sia in mezzo.
E' verissimo che nelle mulatrial e nelle cavalcate di enduro ci siano diversi fenomeni che per soddisfare il proprio ego si avventurano in situazioni che sarebbe meglio evitare per la propria e l'altrui salute.
Altrettanto fenomeni sono quelli che vogliono dimostrare di essere dei campioni, e tra gli enduristi ce ne sono più di quello che si immagina.
Quando si è in compagnia, parlo dei miei amici, che siano uscite normali o mulatrial si cerca di stare assieme e di aiutarsi vicendevolmente.
Però un conto è l'aiutino ogni tanto cosa diversa è la "pietas apostolica" che porta a grossi rischi per tutti, assicuro che ho visto scene bibliche. Ha ragione Venzagg quando dice che ci vuole decisione nell'affrontare certi ostacoli.
Occorre la giusta dose di umiltà e anche se si ha un minimo dubbio è meglio non rischiare, se gli amici preferiscono fare l'hard ci si mette d'accordo di ritrovarsi in un dato punto, sono situazioni rare ma possono capitare.
Ce se sono alcuni che conosco che alla fine del giro ci tengono dichiarare di aver fatto tutti gli hard......bravi!!
Alcuni sono capaci altri.....zampetting a tutto spiano...ma hanno fatto l'hard

Quindi la morale è che qualcuno si sente in cuor suo di cimentarsi in qualche tratto difficile è bene che lo faccia se si sente, altrimenti non si misurerebbe mai con le difficoltà, però ci vorrebbe qualche riflessione in più di chi invece si avventura in questi percorsi con troppa leggerezza, devono pensare che nel percorso non ci sono solo loro.