salvo alcuni esempi di vecchie guzzi anni 80, non ci sono moto europee capaci di replicare l'affidabilità generale giapponese.
Ne sono pienamente consapevole e non fingo certo di ignorarlo. Non è prestiglio, albo d'oro, affidabilità -dote indiscusse dei jappi oggi- a farmi fuggire per preferire moto belle ma "meno perfette". E' il fatto che non mi piace un prodotto di massa, da grandi serie, da omologazione di scelta. Per Honda Yamaha o anche Kawa e Suzuki l'approccio col prodotto è pari a quello di un produttore di bottoni o di spazzolini da denti. fare la propria funzione nel modo migliore possibile e venir gestito in modo semplice. Un vantaggio indiscusso, ma si paga con poca estetica (venitemi a dire che le jappe sono belle, penso solo alla Fazer, alla XN, alla Bandit, alla Z1000. Prodotti giusti ad un prezzo giusto, ma con l'appeal di una Punto o di una Ignis. Per i jappi design e particolari, e il valore della meccanica in sè, contano poco o nulla, non perchè ignorati ma perchè parte di altre culture. Le dimensioni delle unità produttive europee (a me piacciono le moto europee, non solo italiane) sono tali che giocoforza devono portarsi su tipologie di prodotto differente per caratteristiche che a me piacciono di più e le sento più mie. A volte bastano due strisce sul serbatoio fatte in modo diverso, e qualcosa che sta dietro a un brand, anche se è costruito per bene. C'è lavoro e passione, ci sono serie assemblate in piccola quantità, e soprattutto posso avere una moto diversa per colore e finanche componenti.
Sui richiami non ho detto nulla perchè, per quanto un fondamento in via generale esista e sia inconfutabile, nello specifico sarebbe da citare la notizia nella sua interezza, per esempio che i 6 richiami della Panigale sono stati richiesti per aderenza alle NA Spec (specifiche omologative del Nord America) e non per difettosità costruttiva.