Non sono mai "volato giù" e spero che non debba capitarmi mai, ma il piedino nel vuoto, a parte le battute, è capitato anche a me come, penso, a chiunque.
Questo certamente non per sminuire i Jolly altrui, ma la conformazione delle aree frequentate è giocoforza irregolare ed hai voglia di avere leve lunghe!

A memoria, posso ricordare un cambio di pendenza con rampa sabbiosa dove persi trazione (e con la ruota davanti in cima e quella posteriore in fondo hai poco da allungare la gambina) e una uscita da torrente dove l'anteriore mi battè contro il bordo sporgente creato dalla corrente, con conseguente schienata in acqua con tanto di zaino che conteneva telefono, documenti, e...pranzo!

Comunque la sensazione dev'essere parificabile a quella di Willy Coyote nelle migliori interpretazioni, la zampina nel vuoto è davvero angosciante!
Nei limiti del possibile, guardando avanti scannerizzo anche il fondo e le sue irregolarità. Per capire come avanzare ma anche come è possibile affrontare uno "stop". Non è che sia una tattica di assoluto successo

ma a volte mi basta allungare la zampa per poggiare su un cespuglio, o un sasso piuttosto che una gobba del terreno.
Per contro, son riuscito a farmi male in modi molto meno fantasiosi. Ossia dando una zampata per raddrizzare la moto che era partita di anteriore, con conseguente trauma ai legamenti del ginocchio, oppure incrinandomi una costola per non aver voluto mollare dopo una perdita di posteriore a velocità abbastanza elevata.
La rotolata nel burrone la scampo solo perchè non mi piace affatto la sensazione di precaria tenuta delle enduro in sentierini esposti. Lì, invece di sperare di pescare la carta giusta, saggiamente o vergognosamente (decidete voi) giro la moto e vado altrove.