L’Africa Twin sfoggia le migliori finiture e l’equipaggiamento più completo della propria categoria.
Ha tutto per girare in città o per viaggiare su strada o nell’"off-road", da soli o con passeggero.
Il motore bicilindrico a 6 valvole è raffreddato a liquido. Risponde subito quando si vuole salire di giri, ed ha una grande riserva di potenza sia agli alti che ai bassi regimi.
La fama di moto affidabile che l’Africa Twin si è costruita nel tempo non teme confronti.
Un sofisticato sistema di sospensioni (Pro-Link al posteriore e forcella idraulica da 43 mm) risultano perfetti anche per un uso "da professionisti".
Anteriormente, troviamo un doppio disco da 276 mm, frenato da una pinza a doppio pistoncino con pastiglie in metallo sinterizzato.
Gli steli della forcella sono protetti da un solido rinforzo in materiale plastico.
Il doppio faro anteriore emana un fascio di luce molto potente.
La strumentazione comprende: un trip-master elettronico con timer digitale e tre calcolatori parziali del chilometraggio, uno dei quali calcola i chilometri che mancano alla destinazione finale. L’utilità di questa funzione è quella di calcolare la propria media oraria con più facilità, o seguire con maggior sicurezza l’itinerario sulla cartina nel corso di un rally.
La sella cela un capiente vano, cui si accede dopo aver sbloccato la serratura. Sotto chiave è anche il serbatoio della benzina.
Grazie alle esperienze maturate nei rally, l’Africa Twin ha mantenuto un telaio rigido, stabile, manovrabile, bilanciato e che fa affidamento su ottime sospensioni. Il forcellone è in alluminio.
Il carter motore è riparato da un’elegante e funzionale protezione in alluminio.
Il design del portapacchi posteriore consente di inserirvi un lucchetto ad U, mentre le maniglie per il passeggero presentano ganci per collegarvi le cinghie elastiche.
La carenatura fornisce una grande protezione contro le intemperie.
Grazie al suo serbatoio da 23 litri, l’Africa Twin può viaggiare per 300 Km senza soste.
La XRV750 ha due anni di garanzia integrale ed usufruisce della qualità della Rete d’assistenza Honda.
Evoluzione
L’Honda ha caratterizzato con decisione la sua "twin" da vera "Figlia del Deserto", rinforzandone così l’immagine di "Adventure Sport". L’Africa Twin nacque con l’intento di soddisfare quegli appassionati già pronti per avventurosi viaggi esotici… e di far sognare quanti stessero per accarezzarne l’idea.
La prima versione 650 cc aveva ereditato il motore della Transalp, con in più l’aggiunta d’alcuni centimetri cubici. La tecnologia del bicilindrico a V di 52° 6 valvole praticamente esente da vibrazioni, è comune a prodotti quali Transalp, NTV, Africa Twin ed alla custom VT600.
Un unico motore dunque per moto da strada, da fuoristrada e custom! Una grossa novità per l’Honda, che fino ad allora aveva sempre preferito realizzare motori specifici per ogni singola moto. L’elaborazione per farne una vera moto da corsa cominciò nel 1989, e l’anno seguente l’Honda debuttó nelle competizioni con l’Africa Twin 750 cc.
Non che il motore della 650 non andasse bene (per via del design, il Transalp non poteva superare i 650 cc); si trattò semplicemente di un nuovo propulsore che utilizzava la stessa architettura base del modello precedente, aggiungendovi però un circuito di raffreddamento esterno dell’olio.
La moto era divenuta già più una roadster che una vera "off-road fatto confermato dalla presenza di due dischi anteriori e di uno maggiorato dietro, e da un cupolino più alto per migliorarne la protezione aerodinamica. Bisogna però notare come i primi tentativi effettuati nelle corse africane con la precedente Africa Twin avevano fatto sviluppare un telaio rinforzato nella parte superiore e nella colonnina di sterzo, con una contemporanea variazione dell’avancorsa. Questi cambiamenti non avevano apportato modifiche particolari alla manovrabilità del mezzo. Il motore da 750 cc aveva comunque più "carattere", con più potenza sia ai bassi che ai medi regimi. I freni risultavano sensazionali su strada, grazie alla sensibilità della leva, alla presa, alla potenza e alla propria azione progressiva.
La tenuta di strada beneficiava dell’aumentata precisione dello sterzo, senza perdere mai stabilità.
Grazie a:
http://www.africatwinclub.org/public/sito/xrv_story.asp