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Navigazione gps nel trial
Dynamite:
Qualche giorno fa il nostro amico matteo (matty-78) mi ha chiesto lumi relativamente all'utilizzo del navigatore gps nelle uscite trial.
La domanda va inquadrata nell'ambito di uscite "esplorative" motoalpininistiche e non della "zona" dietro casa.
Le ragioni, sostanzialmente due:
1. rilevare una traccia da consultare ed eventualmente trasmettere a terzi, per poterla caricare, a loro volta, sul gps, o per lo meno per farsi un'idea del giro;
2. sapere sempre dove ci si trova.
A parte una parentesi lavorativa nel settore delle applicazioni militari (di cui non posso divulgare dettagli per ovvie ragioni) la mia esperienza dell'uso gps sulle due ruote deriva principalmente dalla mountainbike e, solo marginalmente per una questione di "giovinezza" :), nel trial.
La mia opinione in merito prende in considerazione le specificità della moto da trial, che differiscono in modo sostanziale dalla mountainbike. Non prendo in esame il caso dell'Enduro, perché non ho esperienza in merito e preferisco che si esprima chi invece ne ha.
Relativamente al trial, ho potuto constatare due aspetti specifici:
1. frequenti contatti del corpo sul manubrio, rispetto alla guida in mountainbike;
2. difficoltà a leggere il gps rispetto alla mtb, dovuta alla necessità di prestare molta più concentrazione nella guida rispetto alla bici (quando non in discesa).
Per questi due fattori, la mia scelta del GPS ideale si orienta verso i modelli:
- da polso
- non cartografici
MOTIVAZIONI:
I GPS da polso, generalmente, comprendono una fascia che permette di indossarli al polso, appunto. Inoltre, la loro forma è generalmente ortogonale rispetto al braccio, di modo da non ostacolare il movimento della mano.
Sono inoltre piccoli e questo fa si che non siano cartografici, perché lo schermo è comunque piccolo e sarebbe poco fruibile con una rappresentazione cartografica della realtà.
APPROFONDIMENTO
La ragione della scelta di un GPS da polso è dovuta al fatto che, nel trial, gli spostamenti sulla moto sono marcati e spesso, almeno il sottoscritto che è un principiante, finisce a contatto col manubrio. Il GPS da polso, venendo montato al manubrio tramite la fascia (generalmente a velcro), fa si che il suo sviluppo dimensionale segua il profilo del manubrio stesso e non sporga verso il pilota, cosa che lo mette al riparo da contatti con quest'ultimo, che potrebbero essere pericolosi per entrambi (pilota e GPS).
La ragione della scelta di un modello non cartografico è condizionata sicuramente dalle dimensioni ridotte del GPS da polso, ma è legata anche all'impossibilità di distrarsi nella guida. Naturalmente ci si può sempre fermare, questo è chiaro, ma la differenza di approccio rispetto alla bicicletta è molto grande. In bicicletta si pedala da seduti, a velocità generalmente più contenuta di quanto non avvenga col trial e quindi si può consultare il GPS "in marcia", a meno di non trovarsi in discesa, situazione in cui, però, non si sta certo a guardare il GPS.
Insomma, guidare la moto da trial è un pò come guidare la mtb in discesa: sei in piedi, non ti puoi distrarre e quindi non guardi il GPS. Per cui la cartografia serve a poco.
Altra ragione della scelta di un GPS non cartografico è dovuta al fatto che, salvo rare eccezioni, non esistono cartografie che riportino i sentieri fuoristrada. Quindi nel 99% dei casi, la cartografia si limiterebbe a riportare le strade asfaltate, cosa non particolarmente utile in fuoristrada. Certo si transita sempre per strade e paesi, ma per la navigazione off road vera e propria, la cartografia ha senso se riporta in modo comprensibile e riconoscibile la realtà che stiamo "navigando" in quel preciso istante.
Al riguardo posso dire che, anche nella mia esperienza con apparati di navigazione militare, la cartografia non era presente (evidentemente per lo stesso motivo).
Per concludere, quindi, a mio avviso il GPS nella pratica del trial ha senso:
- quando si va in esplorazione in posti nuovi;
- in giri motoalpinistici di una certa lunghezza, o in posti completamente sconosciuti;
- per rilevare percorsi da analizzare e condividere;
- per sapere sempre dove ci si trova.
Un aspetto importante è anche quello di scegliere un GPS con batterie sostituibili (di norma batterie mini-stilo di tipo AAA).
Questo perché un GPS dotato di batteria interna dedicata ti molla senza appello una volta che questa è scarica, mentre se hai un modello con pile mini-stilo, basta portasi dietro un ricambio e la navigazione è assicurata.
Dal punto di vista delle funzioni di navigazione, ritengo che quelle essenziali per l'utilizzo che ho spiegato siano:
- indicazione del posizione (da preferisi in coordinate UTM, perché espresse in metri, che sono una cosa più facilmente comprensibile ed interpretabile rispetto ai gradi);
- visualizzazione della traccia percorsa;
- funzione di trackback per ripercorrere al contrario il percorso effettuato;
- navigazione goto (per potersi approssimare ad un waypoint, o punto noto);
- possibilità di rilevare waypoint sul percorso:
- possibilità di esportare ed importare tracce, rotte e waypoint;
- possibilità di interfacciarsi al pc, in modo da poter elaborare e studiare i propri percorsi, visualizzarli su una cartografia o fotografia georeferenziata della zona percorsa ed importare tracce, rotte e waypoint.
Quest'ultimo punto meriterebbe una trattazione a se, che al momento non affronto per motivi di lunghezza del post, ma anche perché, con tutta sincerità, ho esperienza di un solo programma, scelto dopo un attento studio e consultazione con esperti in materia (per cui non mi sono interessato ad altri programmi alternativi).
Tutto quanto sopra è scritto, naturalmente, a titolo di opinione personale. Probabilmente ci sarà chi ha usato, senza problemi, GPS cartografici (a colori) piuttosto ingombranti sul trial. Io ho cercato di illustrare quella che per me è la configurazione ideale, sulla base delle mie esperienze dirette. Che non preclude affatto di poterlo lasciare montato anche affrontando una "zona" improvvisata nel bel mezzo di un giro esplorativo o motoalpinistico, senza correre rischi.
Spero con questo post di aver scritto qualcosa di utile per il forum. Per lo meno, all'amico matteo, ho dato una risposta completa!!
Ciao, Dy.
alex:
Qual'è il programma che usi per interfacciaree il GPS al PC, Ozi?
Dynamite:
ciao Alex, uso Compe Gps Land da circa 4 anni e lo trovo molto valido.
L'avevo scelto come alternativa ad Ozi, sulla base delle esperienze di persone che usavano il gps in bici e lo interfacciavano col pc. Non ti saprei dire però in cosa sia meglio. Semplicemente mi sono fidato. Probabilmente lo preferivano per i formati utilizzabili o per la possibilità di georeferenziare (EDIT: calibrare, sorry!) eventuali carte topografiche scannerizzate. smsorr
Valchisun:
Mi dicono che sulle moto da enduro e' necessario posizionare un'antenna esterna, in genere sull'estremita' del parafango posteriore perche' la posizione in piedi sulle pedane del pilota oscura l'antenna del Gps, credo che sia cosi' anche per il trial, il problema credo che sia che sul trial l'unica posizione non oscurata dalla sagoma del pilota sia lo zaino o il casco!Mi chiedevo anche come faccia il Gps a funzionare in zone boscose con la vegetazione fitta... smhuh
Dynamite:
Anche io avevo questo timore, perchè la posizione in piedi del trial è svantaggiosa rispetto a quella della bici, ma le tracce che ho registrato sono continue e non interrotte, se non una, per un breve tratto, perchè in effetti il bosco era davvero foltissimo e in più io cristavo sopra alla moto come un disperato. Ma a parte quelle poche decine di metri, per il resto ho sempre rilevato tutto senza perdita di segnale.
Quanto alle zone boscose e fitte, anche in bicicletta mi è capitato di perdere il segnale, ma raramente e solo per tratti davvero contenuti. Ho fatto decine e decine di km in boschi e pinete senza alcun problema.
Considera che il segnale GPS non casca dal cielo in modo perpendicolare al GPS, ma è ricevuto spesso con angolazioni anche spinte. Mi è già capitato, ad es, di avere segnale anche col gps dentro casa, davanti alla finestra. Naturalmente, più le condizioni sono avverse (brutto tempo e vicinanza ad ostacoli solidi ed alti), meno satelliti si intercettano e quindi meno precisa è la posizione calcolata dal GPS.
Probabilmente la bassa velocità del trial, rispetto all'enduro, rende la ricezione del segnale più facile a parità di condizioni esterne.
Oppure l'alternatore/bobina di un motore enduro crea più disturbo al segnale GPS di quanto non faccia il motore di un trial (questa l'ho buttata li come ipotesi molto azzardata...)
Se fosse necessario utilizzare un'antenna esterna per avere una navigazione affidabile, avrei immediatamente scartato l'abbinamento GPS + trial, stanne certo! ;)
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