Questa e' stata la moto da trial a quattro tempi che, forse, ha riscosso meno successo di tutte:
Sherco St 3.2:

Quello in foto e' la versione del 2011. Motore monocilindrico a quattro tempi di 320 cc., distribuzione monoalbero in testa a quattro valvole, sistema di lubrificazione a depressione e mandata alla testa tramite condotto della catena di distribuzione.
Tutte o quasi le case produttrici di moto da trial, sette o otto anni fa', causa sicuro divieto di omologazione dei motori a due tempi per le gare di trial e omologazioni Ce, si erano date da fare a progettare ed a commercializzare moto da trial con motorizzazione a quattro tempi, ma si verifico' un successivo dietro-front della Federazione Motociclista Internazionale, causato dalle legittime proteste delle case produttrici che non avevano soldi da investire in progetti costosi e non ammortizzabili con le poche migliaia di vendite dei modelli da trial!Inoltre anche la nuova omologazione Euro 3 veniva estesa anche alle due tempi da fuoristrada, quindi perche' continuare ad investire sulle motorizzazioni a valvole, dove soltanto la Honda si era permessa di progettare e produrre un "capolavoro" tecnologico come la Montesa Cota 250 4Rt, dotandola addirittura di iniezione elettronica?
Il motore della Sherco a quattro tempi venne progettato per avere lo "scatto" e la prontezza a bassi regimi tipico della moto a due tempi da gara, si e' cercato anche di mantenere la leggerezza del motore a due tempi, difatti non adotta nemmeno la pompa di mandata della lubrificazione, ma si e' preferito adottare il sistema di lubrificazione con mandata a depressione, molto simile a quello gia' adottato dalla vecchia serie Te delle Husqvarna monoalbero da motocross/enduro!
Questa moto venne anche portata in gara nel mondiale di trial dal pilota ufficiale della Sherco Albert Cabestany:
http://youtu.be/MTFo1VZW1UwLa moto aveva effettivamente le caratteristiche prestazionali molto simili ad un motore a due tempi, forse perfino troppo, la eccessiva prontezza ai bassi regimi rendeva la moto difficilmente gestibile sui terreni viscidi, adatta alla sensibilita' dei piloti gia' piu' smaliziati, un po' meno per i principianti o per il trialista amatoriale, ma il problema piu' grande era la difficolta' di avviamento a caldo, quando la moto "decideva" di non partire, proprio non c'era verso...
Molto probabilmente il problema era causato dall'eccessivo surriscaldamento del proplusore che portava all'evaporazione della benzina nella vaschetta del carburatore, sui primi modelli era molto facile vedere la benzina che "bolliva" all'interno del serbatoio, probabilmente con una piu' adeguata messa a punto si sarebbero potuti eliminare quei difetti di gioventu' e creare un'ottima moto da motoalpinismo, speriamo che lo facciano! :sign0098: