pubblicata da ENDURO ITALIA il giorno mercoledì 3 agosto 2011 alle ore 14.17
Ho seguito con interesse il dibattito meritoriamente promosso dal presidente del CAI di Bergamo in merito alla presenza di moto da fuoristrada sui sentieri di montagna.
La questione sollevata ha suscitato le inevitabili reazioni delle parti coinvolte, prima delle quali cito la risposta del presidente della FMI che ha risposto con la dovuta pacatezza nel difficile ruolo coperto e dovendo assolvere istituzionalmente ad una difesa d'ufficio a mio avviso senza la necessaria conoscenza del mondo della montagna, a cui peraltro non è necessariamente tenuto
Più "frizzanti" ma allo stesso tempo a mio avviso “preoccupanti”, ho trovato gli accesi interventi dei lettori che si sono sentiti chiamati in causa, tesi a dimostrare il loro sdegno per l'"increscioso fenomeno” e che, temo, rappresentino un diffuso orientamento d'opinione.
Ritengo che una breve nota personale sia utile a giustificare il mio intervento che, almeno nei miei intenti, è mirato ad allargare la prospettiva della questione: ho 43 anni, amo la montagna dai tempi dei calzoni corti, sono socio CAI dal 2003, da quando, dopo aver frequentato il corso alpinismo di base “Leone Pelliccioli” sono passato dall'escursionismo ad eseprienze alpinistiche di vario grado, ma qualche anno ho anche riscoperto una grande passione per l'enduro che avevo praticato tra i 15 e e 21 anni, tanto da essere cofondatore di un piccolo motoclub affiliato alla FMI, ed ora altrerno l’escursionismo primaverile-estivo con famiglia al seguito, con la pratica dell’enduro.
Senza alcuna presunzione, per quanto detto, spero contributive le riflessioni che propongo da un punto di vista “strabico”.
Vorrei proporre alle parti in causa, motociclisti ed escursionisti/alpinisti un sereno confronto su temi di ordine pratico, ma anche concettuale, invitando entrambi a scoprire i vari punti di contatto e condivisione che possono essere la base per una sempre utile comprensione reciproca e magari per il sano esercizio della tolleranza.
Innanzitutto vorrei definire l'ambito della discussione perchè è noto a tutti che i sentieri fino a certa quota sono frequentati dalla simpatica famigliola che arriverà al rifugio o si fermerà per un pic-nic, dal cercatore di funghi fino all'alpinista che si spingeràfino alle vette più alte ed impegnative, mentre ho notato alcune "licenze giornalistiche" nel definire gli enduristi associandoli allo spettacolare e roboante "motocross", quanto segue, voglio precisarlo, si riferisce al mondo delle moto da enduro o regolarità come si chiamava una volta, ed al trial.
Per esprimere le varie sfaccettature di una questione complessa propongo un elenco: