Molti rimpianti ed occasioni perdute!
Cerchero' di essere il piu' sintetico possibile ma stiamo parlando di 70 anni di moto e penso di essere tra i pochi "supestiti"in grado di
parlarne.
La provincia di Varese e' geograficamente una provincia povera,terreni alluvionali,basse colline,argille e ghiaia,molti laghetti,paludi e marcite nei punti in piano,lago Maggiore ad ovest la ricca Milano a sud e la poverissima Svizzera a nord(solo negli ultimi 50 anni
diventata ricca con i soldi e le ditte lombarde).
Niente materie prime,niente agricoltura--l'unico sbocco era il cervello e le braccia e l'Olona--lungo le sue sponde si e' sviluppata l'industria Varesotta--otto tessiture che superavano i 10.000 dipendenti con il Bustese che ne contava 27.000.(sono tutte scomparse
negli anni settanta perché le proprietà decisero di investire altrove) e la meccanica di precisione Isotta Fraschini ,decine di marchi
motociclistici e AEREO --le prime mongolfiere a Busto Arsizio e Gallarate(chiamati ironicamente Brusabalon -bruciapalloni dai Bustocchi
perché il loro primo tentativo fini' in rogo) .
Tutto l'aereo Italiano era progettato e prodotto nel Varesotto--Siai Marchetti-Agusta-Caproni-Macchi-piu' molti altri minori.
L'industria motociclistica importante nacque nei primi anni del dopoguerra perché l'AEREO venne "cancellato"dai vincitori (che si appropriarono di studi e progetti) proibendo qualsiasi attivita'che non fosse di manutenzione dei mezzi statunitensi.
Le nostre ditte si convertirono mettendosi a produrre moto e motocarri.
Macchi Aeronautica=Aermacchi Agusta Aeronautica=Mv Agusta Piaggio=Vespa ecc.ecc.ecc.
Veniamo a noi!
Mio padre(motorista aeronautico) era il motorista sull'aero del conte Corrado Agusta--dopo vari anni di raid(a farsi sparare nel sedere
come ai tordi uno a pilotare e l'altro a rabberciare i buchi con il fil di ferro) si convertirono a costruire moto--mi sono visto passare
in casa la storia del motociclismo Italiano.MV.Gilera,Guzzi,Benelli,Aermacchi,Aspes ecc.ecc.ecc.
Con il ritorno della possibilita' di ritornare a lavorare per l'aereo molti marchi abbandonarono la moto(che non era ancora diventata
l'oggetto del desiderio e rimpiazzata dall'auto come strumento di lavoro).
Furono anni duri e bui rischiarati solo dalla competizione e la storia la conosciamo.
Aermacchi abbandona ed e' assorbita da Harley ,che vuole avere in Europa uno sbocco per le sue moto.
Investono parecchio ma il tutto coincide con il periodo piu' turbolento nella storia dell'industria Italiana(scioperi selvaggi come se piovesse) Harley da un ultimatum comunicando che non sono piu' disponibili ad accettare una situazione del genere e che al primo
sciopero avrebbero chiuso (vi erano allora 750 dipendenti).
Lo stesso pomeriggio erano tutti fuori (e li rimasero perché la dirigenza usci' mettendo i lucchetti ai cancelli e chiudendo definitivamente).
Ora entra in gioco Castiglioni.Claudio Castiglioni era mio amico d'infanzia perché ,nato e cresciuto a 3 km da me ,veniva a passare le
vacanze scolastiche da sua zia che era la mia vicina di casa,la vicinanza di eta' e la mancanza di alternative ci faceva passare moolto tempo assieme.
I Castiglioni sono dei piccoli imprenditori che producono fibbie e bottoni per l'industria calzaturiera (altra ex eccellenza Varesotta)
che con la crisi del settore decidono di investire nell'immobiliare a cui fa gola la proprieta' Harley(3/4 km fronte lago per 1 in profondita'
piu' tutti gli immobili).
Passano tre anni e Harley mette in vendita ,nessuno si fa avanti pensando a cifre astronomiche,Castiglioni offre due miliardi ed Harley
accetta.Pochi giorni dopo ci sono le ruspe ed i rottamai al lavoro per radere al suolo e trasformare in villette a schiera.
Chiamo Claudio e gli faccio presente che sta facendo una emerita ca**ta ,siamo i piu' vecchi fornitori della ditta e conosciamo bene
la situazione,c'erano 4 miliardi di moto gia' pronte e che andavano solo assemblate,mi comunica che gli andava bene ma che gli avrei
dovuto dare una mano perché la prime cose che sono andate distrutte erano i serbatoi ed i parafanghi(allora in lamiera)--lampo di
genio di Tamburrini che propone di produrli in plastica----i primi al mondo!
Riassunti 70 dipendenti con l'obiettivo di eliminare il magazzino e poi demolire---il primo anno si produssero 70.000 moto -80.000 il
secondo ed ordini di 110.000 il terzo,numeri che non si raggiunsero mai perché vennero rilanciati marchi come MV-Husqvarna-Ducati-
Morini--erano quasi chiuse le trattative per l'acquisto di BMW (che stava attraversando un periodo nerissimo).
Fu l'inizio della fine--si riusciva a produrre a fatica il 50% degli ordini e si lascio' lo spazio a Beggio(che era un assemblatore per Cagiva)
di sfruttare i fornitori Cagiva che faticavano ad essere pagati.
La crescita di Beggio e l'intestardirsi a fare rinascere Ducati provoco' una grossa perdita economica e di materiale umano che porto'
alla migrazione del reparto corse quasi al completo(che aveva portato alla conquista di decine di campionati mondiali e Parigi Dakar)
e permettendo ad Aprilia di conquistare il ricchissimo palmares di cui si puo' fregiare.
Qui nasce la Hiro,Battaini che era il responsabile del reparto corse Cagiva non accetto di passare al nemico e creo' con alcuni fidati tecnici a Saronno la Hiro.
Non certo degli sprovveduti,tecnicamente e progettualmente i numeri uno.
I loro motori erano mooolto prestazionali e costruiti con grande perizia--meno quella ciofeca per il trial-che e' poi lo stesso della
Cagiva e della Merlin. Non puoi utilizzare un motore Ferrari da montare su un furgoncino per i corrieri.
La loro scelta era dettata dal fatto il reparto corse in Cagiva era stato smantellato e non avevano accettato di passare al nemico
(che si era comportato non in maniera cristallina) decidendo di costruirsi un loro motore.
Quando Cagiva si riprese (solo parzialmente ed a fatica) ritornarono ad occuparsi di sviluppo Husqvarna-Cagiva-MV.
Scusatemi se mi sono dilungato troppo ma e' l'unico modo per tentare di spiegare alcuni passaggi.