Anche se è disponibile da pochi giorni sul mercato la versione del 2018 ho avuto modo di provare ora con tutta calma la versione 2017 e devo dire che il poter mettere a punto la posizione di guida ed avere la moto a punto fa la sua gran bella differenza, purtroppo quando si fanno le comparative il tempo è poco e bisogna prendere la moto come è, magari, come è capitato alcune volte, scarburata o con qualche cosa da sistemare.
Questo per dire che le sensazioni provate in questo test sono molto più precise.
Premetto che ho già avuto una EVO nel 2012, l'anno in cui venne introdotto il motore da 300 cc, sono passati alcuni anni e devo dire che la moto provata oggi è molto diversa sotto tutti gli aspetti.
Anche se tra di noi diciamo che la Beta Evo è sempre la stessa, in verità i continui affinamenti hanno portato alla stato dell'arte una moto che esiste da un decennio.
Nella versione 2017 Beta ha introdotto sulle EVO numerose modifiche contrariamente alla versione 2018 dove sono stati modificati i cuscinetti di banco, la taratura delle sospensioni, rinforzati i mozzi e realizzati nuovi adesivi (informazioni prese dal sito Beta), questo per dire che ormai siamo al top per questo modello. C'è anche da dire che pur essendo la EVO la moto da trial più venduta sul mercato, i numeri sono talmente ridotti oggi che non permettono grandi investimenti.
Comunque Beta ci ha abituati in trent'anni di trial a proporre modelli con cambi generazionali importanti, quindi mi aspetto prima poi qualche grossa novità.
Come sempre non mi perdo in numeri e tecnicismi rilevabili dalle schede tecniche piuttosto mi oriento sulle sensazioni che possono interessare al motoalpinista medio che ovviamente ha esigenze molto diverse dall'agonista.
Indubbiamente la EVO ha una sua personale originalità estetica e pratica, in quanto ha un telaio in alluminio che funge anche da serbatoio (2,8 lt).
Questo telaio determina la sostanziale differenza dalle concorrenti, ovvero una marcata rigidità nei tratti sconnessi lasciando alle sole sospensioni il compito di ammortizzare.
Le sospensioni del 2017 non sono neanche parenti di quelle del 2012 dove, ad esempio, il mono era pessimo e non assecondava nulla.
Oggi le sospensioni sono molto più scorrevoli e il mono è quello che mi è sembrato più a punto, occorre puntualizzare che la moto provata aveva una decina di ore di strade di campagna quindi le forcelle dovevano essere un attimo rodate.
In definitiva la maggior rigidità comporta un maggior sforzo alle braccia/spalle per tenere il manubrio, lo sforzo lo si sente soprattutto in discesa quando ci sono gradini e pietre fisse.
Per contro i pregi sono molteplici, vediamoli in dettaglio.
CICLISTICA
Va detto che si avverte subito di avere una moto "corta", svelta. Guardando poi gli interassi di altre moto effettivamente la sensazione era corretta.
Questo si traduce in facilità di spostamento della moto tra i sassi, ovviamente sto parlando di guida classica con le ruote per terra che copiano il terreno.
Si ha la netta sensazione di avere le pedane sulla ruota ed in effetti la EVO ha una trazione da riferimento.
Avendo piovuto durante la notte dopo diverse settimane di secco, abbiamo trovato lastre di roccia molto viscide e la moto non ha avuto alcun problema.
Come detto le sospensioni sono di buon livello, con la riserva sulla forcella che sarà da valutare meglio dopo il rodaggio ed eventuali tarature, la prova è stata fatta con i settaggi della casa.
Relativamente ai freni diciamo che l'anteriore lavora bene ed è modulabile, il posteriore è piuttosto deciso e porta facilmente al bloccaggio.
MOTORE
E' vero che è vent'anni che lo costruiscono ma ragazzi, ora siamo alla eccellenza. Certo esistono motori più piccoli e leggeri ma che non fanno certo rimpiangere qualche etto in più del Beta.
Rispetto alle annate precedenti è cambiato tanto. In primis il cambio, di una precisione tipicamente giapponese, corsa corta ed innesti perfetti.
Relativamente alla alimentazione è ovvio che le motorizzazioni a carburatore faranno sempre più fatica ad essere al passo con le normative sempre più restrittive, però questa versione a carburatori non fa rimpiangere l'iniezione.
L'erogazione ha una schiena incredibile anche con la mappa RAIN, è quella consigliabile per il motoalpinismo, molto potente ma non possente come la HARD che ha una erogazione quasi da enduro, perfetta per chi deve affrontare scalini molto elevati.
La progressione è rapida e, come detto sopra, solida, robusta. Su una salita ripida con un grip scarso stavo procedendo a metà gas in terza, chiudo parzialmente il gas e riapro, il motore, nonostante il basso numero di giri, riprende con grande forza e mi porta in cima nonostante non fossi convinto di arrivarci

quindi l'erogazione aiuta tanto riducendo anche l'uso della frizione. Quest'ultima piuttosto on/off da fredda, una volta in temperatura lavora bene.
Piccola nota, ma significativa, in questi giorni ho messo in moto la Evo almeno una trentina di volte....è partita sempre a caldo e a freddo alla prima pedalata!

Quindi una bella moto che ha anche la possibilità di montare il kit sella/serbatoio (da 4 lt) che permette di fare lunghe escursioni di motoalpinismo.
I consumi sono ottimi rispetto alla media.
Dato che il modello 2017 e molto simile al 2018 se qualcuno volesse acquistare questa moto il momento è ideale in quanto qualche rimanenza c'è e il prezzo sarà sicuramente interessante.












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