Le impressioni di guida di Roberto Ungaro della Ktm 1290 Adventure:
Test KTM 1290 Super Adventure
Mi mancava lei da provare. La 1290 Super Adventure. Quando la vidi al Salone a novembre non mi fece impazzire, perché era gonfia (30L), aveva 100 cc in più e quindi ancora più cavalli (10) della Adventure 1190 che già mi sembrava un aereo. Sbagliavo. KTM ITALY ha fatto riprovare la famiglia Adv al completo pochi giorni fa e ho potuto constatare che è una gran moto. E', di serie, il top dell'elettronica a disposizione: ABS di ultima generazione e cornering, sopensioni WP semiattive, 4 riding mode, controllo di trazione e di stabilità che interagiscono, insieme a tutto il resto, con la piattaforma inerziale. In più aggiungete cruise control, controllo di pressione dei pneumatici, assistenza di ripartenza in salita, manopole e sella riscaldabili oltre a fari a led supplementari adattivi che si accendono in curva. Le mancano solo le borse laterali rigide, che sono optional. Ruota anteriore da 19", 160 CV e 229 kg di peso senza benzina. Tralascio di dire com'è fatta e tutte le altre cose di cui dispone, perché non è questo il contesto in cui è giusto farlo.
Merita invece dirvi come va: posizione in sella naturale, non troppo alta da terra e con una seduta dal grip elevato, protezione aerodinamica ottima e serbatoio grosso, ma che si sviluppa verso il basso e in avanti. Non apre quindi troppo le gambe inficiando la presa di contatto. Non vi ritrovate a cavalcare una betoniera, per capirci. E' una moto importante, sì, ma ci si abitua subito e non è tanto più mastodontica delle enduro stradali di ultima generazione. Gran bella erogazione, meno pronta in prima apertura della GS, ma anche molto più distesa e potente. Rispetto alla Multistrada, poi, è più piena e corposa a metà regime. Sincera nella direzionalità, sconvolge per quanto riguarda le sospensioni: funzionano molto bene, sono tarate in modo giusto e comunicano un assetto costante in modo nettamente più marcato ad esempio rispetto alla Ducati. Non affonda in frenata e non si schiaccia dietro in accelerazione. Tradotto, si va mooolto forte e in modo naturale. Non ha la forza devastante della GT (180CV), ma spinge un sacco e fa strada, invita ad andare; grazie ai pochi cambi di carico, si fa un passo da paura. E qui arriva il mio unico appunto: l'elettronica è piuttosto conservativa, se tu spalanchi in curva a moto ancora piegata, lei dà tutto solo quando ti stai rialzando e arrivi ad essere abbastanza dritto. Risultato: in uscita dai tornanti con tanto grip e buona visuale, lei ti fa sentire così a posto e ti invita così tanto ad osare che vorresti avere più "birra" subito. Invece lei controlla, modera, parzializza e solo poco dopo ti lancia fuori dalla curva come spinto da una fionda. Oh... parliamo di sfumature e in condizioni di guida estrema, alla Supermotard per intenderci. Quella guida che ti viene ogni tanto, in quei cinque minuti di "vena chiusa" in cui ti dimentichi cosa stai guidando e che sei su strade aperte al traffico, proprio perchè ti senti così bene e così a posto che non riesci a trattenerti. E quindi, forse, meglio che l'elettronica sia sempre vigile sulla nostra "stupidera"...
Bella frenata, frizione morbida e cambio preciso. Si avverte, in tutto questo ben di Dio, solo la mancanza del Quick Shift. Ormai ce l'hanno in tanti e, quando ti abitui ad usarlo, non torneresti più indietro.
Prezzo? 18.640 euro. Non è poco in senso assoluto, ma se facciamo la lista dei "celo" che ha questa moto, alla fine non è poi così cara. Il viaggio è servito (quasi 500 km di autonomia), e con un'efficacia alla guida quasi senza pari.