Stupidaggini a parte (la cosa mi prende la mano

) SE, e ripeto ci crederò quando ci sarà comunicazione ufficiale, Lorenzo dovesse andare in Ducati, per Yamaha sarebbe una dimostrazione enorme di cattiva gestione. Far pressione in tutti i modi sul proprio pilota migliore invece di rassicurarlo e infondergli fiducia è un suicidio strategico bell'e buono. Soprattutto nel momento in cui c'era da lavorare compatti e con calma, ossia nella pre-season, dove invece fu preteso che il rinnovo contrattuale arrivasse non oltre la gara di Jerez. Che ha fatto Lorenzo? Nonostante tutto ha vinto la prima gara dell'anno in Qatar. E come ha risposto Yamaha? Con ulteriore pressione e nuovo ultimatum. Perché Jorge non conferma? Perché vuol vedere come si comporta Yamaha, se lo segue e se gli garantisce un ambiente sereno.
Ora, chiedere solo al pilota che dal 2010 ti ha dato 36 delle 46 vittorie collezionate in GP (più 9 di Rossi e 1 di Spies) e tre titoli mondiali di dimostrare di meritarsi la Yamaha a mio avviso è folle. Ed ancor più folle pretendere che il pilota di punta corra eventualmente, per tutto il resto del campionato, senza aggiornamenti e senza scambio di dati.
La pallida esternazione di Jorge prima del GP di Austin, "Rossi utiliza i miei dati, perfino che marcia adopero in curva", non era stizza perché da vero numero uno non è quello il problema, ma solo un piccolo monito: senza i miei dati aarranca al massimo fino alle posizioni di rincalzo.
Dovesse passare a Ducati, si dirà che è stato per denaro, e invece a decisioni simili non si arriva da un giorno all'altro, specie se si è un pilota affermato, forte, motivato e già ricco. Occorre accumulare un mucchio di evidenze. A portare via il numero uno del panorama mondiale attuale non saranno due milioni di euro in più, ma la condotta di Lin Jarvis. Perché a un certo punto chiunque si scoccia se ogni volta che si supera una difficoltà gliene si pone davanti un'altra.