Quando arrivammo alla clinica mobile per un check-up i commissari, riferendo le mie condizioni, dissero che la mia esitazione nel ripondere e il formicolio alle dita erano chiari segnali di una commozione cerebrale. Con il massimo rispetto per tutti i commissari di pista del mondo che impiegano il loro tempo per assicurare il corretto svolgimento della gara, non credo che siano qualificati per prendere decisioni sulle condizioni cliniche di un pilota. Eppure, per qualche ragione, i medici del circuito credettero alla loro versione e mi dichiararono non in grado di gareggiare.Non riuscivo a credere che avessero preso una decisione cosi' drastica quando io non avevo riportato neanche un graffio sul casco. Alla fine dissero che avrei potuto partecipare alla gara se mi fossi sottoposto a un'ecografia e fosse risultato tutto nella norma, ma dovevo fare presto, cosi' salii su un elicottero e andai in ospedale. Naturalmente risulto' tutto a posto, ma quando tornai al circuito gli ufficiali di gara avevano gia' confermato la griglia di partenza, dove la mia presenza non era prevista. Quella fu un'altra enorme delusione per me, ma non l'unica, dal momento che nel corso degli anni ho visto grandissime incongruenze nella scelta di chi puo' gareggiare in determinate circostanze e chi no.
Davvero c'erano di mezzo cosi' tante mosse strategiche quella stagione? Non saprei, ma ogni tanto lo pensavo. Ricordo che a Phillip Island, dopo aver superato qualche problema con la moto nel warm-up, stabilii il tempo piu' veloce della stagione...praticamente volavo! Poi, poco prima dell'inizio della gara, i funzionari Honda ci comunicarono che non potevamo usare il cambio cosi' come l'avevamo impostato perche', secondo quanto sostenevano, il carburante si sarebbe esaurito prima della fine della competizione. Forse avevano ragione, ma a me sembro' semplicemente che a Honda non piacesse non piacesse l'idea che io potessi battere le loro moto ufficiali. Si verificarono molti episodi simili, uno dopo l'altro, che mi fecero capire che un team privato aveva ben poco potere.
L'unica cosa che mi trattenne dall'abbandonare lo sport in quel preciso istante fu il fatto che durante il penultimo appuntamento della stagione a Estoril, in Portogallo, firmammo un contratto con Ducati per il 2007, Per la prima volta nella mia carriera avrei guidato una moto factory e, cosa ancora piu' importante considerando il mio sospetto che le gomme fossero responsabili dei miei podi mancati, avrei gareggiato con delle Bridgestone. Sapevamo del loro interesse da un po', ma eravamo in trattativa anche con Yamaha. Piu' o meno in quel periodo James Strong, durante una gara di Formula Uno, riusci' a paralre con uno dei dirigenti di Yamaha, il quale gli disse che io avevo fatto delle richeste economiche assurde. Non c'era niente di vero e James, essendo un mio ottimo amico e consigliere, mi racconto' che cosa stava succedendo.
Da quello che ci riferi' capimmo perfettamente che in Yamaha cpera qualcuno che non mi voleva nel team ed evidentemente stava inventando ogni tipo di falsita' per essere sicuro che l'affare non si concludesse. Noi non avevamo contestato l'offerta e avevamo accettato la loro prima proposta senza problemi. L'unica cosa su cui avevamo insistito era stata la richiesta di avere a disposizione lo stesso team di meccanici di Valentino Rossi e Jeremy Burgess per imparare da loro. In fondo era una squadra ufficiale, e noi volevamo farne parte a tutti gli effetti, quindi non credo che fosse una pretesa tanto irragionevole. Fu questo il punto di contrasto e, anche se approvammo il resto del contratto, non riuscimmo ad arrivare ad un accordo su questa semplice questione.
Essendo giunti ad un impasse con Yamaha, l'unica altra opzione era rimanere con Lucio, alle stesse condizioni e con la stessa moto del 2006. Cosi' decidemmo di dare una chance alla Ducati. Il fatto che un team ufficiale mostrasse cosi' tanta fiducia in me, quando io stesso stavo cominciando a perderla, significo' moltissimo. Volevo soltanto conquistare qualche podio e magari la vittoria sfumata in Turchia, volevo lasciarmi alle spalle tutte le Honda e la Yamaha ufficiali di questo mondo, e far rimpiangere ai giapponesi di essersi lasciati sfuggire un pilota come me. Non pensavo di poter vincere il campionato subito e lo comunicai alla Ducati. Ma questo non significava che non ci avrei provato.
Sapere che il mio futuro sarebbe stato insieme ad Adri mi fece desiderare piu' che mai di inseguire il successo, Ma il fatto che la mia vita privata andasse a gonfie vele non significava che la mia carriera iniziasse ad andare di pari passo. Quella stagione si concluse con altri due incidenti nelle ultime due gare, uno a Estoril, quando per ironia della sorte eliminai proprio Sete Gibernau, il pilota che avrei sostituito in Ducati, e uno a Valencia, portando a 14 il numero di incidenti stagionali. A parte Randy de Puniet (14) e dani Pedrosa (8), anch'essi debuttanti nessun altro pilota totalizzo' piu' di sei incidenti in quella stagione. Valentino Rossi ne fece soltanto tre, l'ultimo dei quali avvenne a Valencia e gli costo' il campionato. Quando rividi la scena in televisione mi sembro' stranamente famigliare.
La corsa al titolo si era ristretta a una lotta all'ultimo sangue tra Valentino e Nicky Hayden, con Valentino in testa di otto punti. In sostanza, a Nicky sarebbe servito uno scenario alquanto improbabile - un incidente a Rossi - per vincere un campionato che aveva dominato per gran parte della stagione finche non era stato messo fuori gioco da Dani a Estoril. Valentino era in gran forma quel weekend e si era qualificato in pole per qualche decimo di secondo, con Nicky quinto in griglia, percio' sembrava che fosse la sua grande occasione.
Ma non appena le luci si spensero, Valentino si trovo' nei guai. Fui uno dei sei piloti che lo superarono al primo giro e se si guarda il filmato si vede quanta fatica faccia Valentino anche solo per tenere il nostro passo. Le gomme anteriori e posteriori non volevano saperne di collaborare tra loro, e al quinto giro quella anteriore insipegabilmente si piego' e lui cadde, proprio dietro di me. E' soltanto una mia teoria, ma credo che gli avessero dato una gomma difettosa. Non so perche' qualcuno avrebbe dovuto farlo. Nello sport ci sono motlissimi interessi commerciali e potrebbero esserci centinaia di motivi per cui e' accaduto, ma sono convinto che Valentino sia stato incastrato. Ricordo di aver rivisto la gara in motorhome quella sera pensando: "Benvenuto nel mio mondo, amico".
