In quegli anni di ristrettezze di mezzi, sia economici che di moto utilizzate, Casey racconta che lui dovevi farsi bastare quello che gli passavano, gomme usurate sulle tele che lui doveva ancora utilizzare in gara dopo averle gia' finite durante le prove libere e le qualifiche, inoltre lui ha sempre visto la necessita', anzi l'obbligo morale nei confronti della sua famiglia per i sacrifici che avevano fatto per farlo diventare un pilota di moto, di non potere tornare indietro, quello, secondo lui, ha fatto la differenza, dice di avere visto centinaia di pilotini con gli occhiali da sole e la pettinatura all'ultima moda, sparire nel nulla dopo una stagione, tutti quelli che gli hanno dato fiducia, dandogli una possiblita' con una moto un po' piu' performante o con un ingaggio, hanno visto nello sguardo di Casey la voglia di non mollare mai, di dare il 110% in ogni gara, quello gli ha permesso di fare il grande salto dall'Inghilterra alla Spagna dove c'erano i furoriclasse, perche' la Federazione Spagnola permetteva anche a chi spagnolo non era di correre nel CEV e di trovare un ingaggio con una moto, agli inizi, appena decente, il campionato nazionle di velocita' dove Stoner inizio' a confrontarsi con ragazzini chiamati Dani, Jorge e tanti altri fuoriclasse, allevati in una situazione favorevole per fare emergere le doti di quei piccoli talenti, per farla breve la differenza l'ha fatta la fame, quella che ti permette di vincere un Mondiale con una Ducati.