Prendo spunto da questo video, bellissimo il sound "gutturale" della Yamaha R1:
http://youtu.be/lHKqWClr0kMper dire che il manubrio largo ed alto tipico delle moto da enduro/motocross, che e' stato adottato sulle moto stradali, anche sulle maxi moto, da una trentina di anni a questa parte, cioe' da quando si e' iniziato a capire che, nella guida stradale, specie sul misto e sulle strade di montagna, la postura "alta" del pilota, favoriva il controllo e la guida della moto molto meglio dei classici semi-manubri montati da sempre sulle moto sportive. In pratica la "stradalizzazione" delle vecchie endurone, ancora chiamate "regolarita', copiate dalle prime gare di supermotard americane, e poi subito copiate dai francesi che iniziarono a diffondere anche in Europa la cultura della moto da supermotard, limitandosi a montare ruote e pneumatici stradali sulle moto da fuoristrada, fece nascere una vera e propria schiera di nuove moto, creando dei veri e propri "idridi", e non soltanto piu' con dei motori monocilindrici, ma con ogni tipo di frazionamento dei cilindri. Si puo' dire che le attuali maxi enduro stradali siano figli o "figliastre" della moto da supermotard, nate con un'attitudine votata al fuoristrada, evidenziata dalla ruota anteriore da 21", ma poi passata molto velocemente alla ruota anteriore da 19" e, addirittura da 17", per gestire su strada potenza e frenata sempre piu' importanti.
Queste sono i classici riadattamenti, o meglio, "supermotardizzazioni", delle moto da on-off alla francese, e se ne vendono ancora oggi in giro sulle strade d'oltralpe:



le Yamaha, sono, da sempre, quelle piu' "prese di mira" per le customizzazioni in stile supermotard.
I vantaggi nella guida su strada di quelle moto sono evidentissimi, posizione di guida alta, meno faticosa e piu' "naturale" alle basse velocita' tipiche della guida su strade tortuose, maggiore controllo delle reazioni della moto con un minore carico del peso del pilota sull'anteriore, baricentro piu' alto e possibilita' di "buttare" giu' il piede di sicurezza per gestire le eventuali perdite di aderenza delle ruote nei tornanti.
Poco alla volta le case motociclistiche recepirono il "messaggio", cioe' la richiesta degli utenti di avere una moto stradale con la posizione di guida di una moto da motocross, e la Yamaha nel 1988 debutto' con la Tdr 250, una bicilindrica a due tempi dalle prestazioni, ed i consumi, esagerati, la prima supermotard stradale di serie, 60 Cv. che le consentivano di raggiungere i 180 km. orari, e stiamo parlando di una 250 cc.:

qui da noi non ebbe grande successo, ma in Giappone ed in Francia, divenne ben presto un oggetto di culto, ancora adesso e' ricercatissima dai collezionisti.
Il passo successivo della Yamaha, in quel periodo, molto sensibile alle richieste dell'utenza francese, l'importatore Sonauto era quello che faceva di gran lunga i numeri di vendita piu' alti di tutta Europa, oltre ad essere, da sempre, la marca giapponese piu' all'avanguardia e piu' sperimentatrice, debutto' con l'antesignana delle maxi enduro stradali, o meglio delle attuali maxi motard, la Tdm 850 del 1991

Pensate che la Yamaha Tdm, nell'ultima versione di 900 cc, e' ancora attualmente in listino dopo ben venticinque anni dalla presentazione del primo modello, questa e' la 2012, quella tuttora commercializzata:

Questa realizzazione su base Yamaha Xt 500, e' degna di essere ammirata:
