Autore Topic: Comparativa trial 2014 - seconda parte: Montesa, Ossa, Sherco  (Letto 13353 volte)

Offline Lamberto

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Montesa Cota 4RT 260

Questa e' forse la novita' piu' attesa del settore trial per il 2014.
La nuova Cota 4Rt 260 si aspettava da anni dopo che la Honda aveva decretato la fine della produzione del modello precedente, prodotto dal 2004 fino al 2011, senza avere mai subito grandi stravolgimenti ma soltanto lievissime modifiche di dettaglio.
Anche la nuova Cota ha, forse, lasciato l'amaro in bocca a chi si aspettava un mezzo completamente nuovo, le voci che correvano sul web e tra gli appassionati, erano della probabile presentazione di una replica "quasi" simile alla moto ufficiale portata in gara da Toni Bou, quindi l'attesa era di vedere una moto piu' leggera e piu' improntata al  racing, magari con un nuovo motore ed un peso sensibilmente inferiore al modello precedente,  ricordiamo che il peso della moto ufficiale del team Repsol e' di 66,5 kg. in ordine di marcia e si tratta di una moto a quattro tempi...
Ma rimaniamo con i piedi per terra, anzi trattandosi di moto da trial.....sulle pedane, e vediamo cosa ci propone la Montesa sul nuovo modello 2014.
Innanzitutto la veste estetica, di un bellissimo colore rosso vivo, classico da sempre per i modelli Montesa da trial, mentre il serbatoio in lamiera ha perso la classica "cupola" superiore, rimanendo a filo delle travi laterali in lega del telaio, perdendo anche 100 cc. di capacita' che adesso e' scesa a 1,9 litri di benzina.
Il motore e' sempre il "solito" di diretta derivazione dall'Honda Crf  di 250 cc. da motocross, molte componenti vitali sono addirittura identiche o intercambiabili, ha subito un leggero incremento di cilindrata, adesso e' di 258,9 cc., la cilindrata e' stata aumentata incrementando l'alesaggio passato da 76,5 a 78 mm.. la corsa e' rimasta invariata a 54,2 mm., anche l'albero a camme e' completamente nuovo, il sistema di iniezione elettronica del carburante e' sempre quella di derivazione dallo scooter Honda Pantehon modello 2003, sul nuovo modello sono cambiate le mappature, mentre la fasatura dell'anticipo accensione e' identico al modello precedente. Sono invece cambiate le sospensioni, sul modello base da noi provato, la forcella e' prodotta dall'azienda toscana Tech con steli da 39 mm. di diametro ed il monoammortizzatore e' lo spagnolo R 16 V (Olle), mentre le sospensioni della giapponese Showa rimangono sul modello 4Rt Race Replica che ha mantiene la veste estetica simile al modello ufficiale del Team Repsol oltre ad alcune sovrastrutture in carbonio. Tornando alla versione "base", questa e' equipaggiata di pompe idrauliche e pinze della spagnola Braktech.
























Giudizio complessivo
E’ stata una bella sorpresa la nuova Montesa Cota 4RT che, con una serie di interventi ha cambiato carattere, ora la moto sembra più leggera da condurre grazie alle sospensioni più sfrenate e ad un motore che oltre ad aver guadagnato 10 cc in più ha una differente erogazione che la rende molto più reattiva nel primo tratto di apertura del gas rispetto al vecchio modello, così che quando in mulattiera si sale tra un sasso e l’altro la moto regala sensazioni quasi da due tempi.
Parte bene, e' sufficiente ricordarsi di dare la pedata sulla leva della messa in moto in modo lento e costante, per permettere all'accensione batteryless ed alla pompa della benzina di attivarsi.
Il rumore di scarico e' sempre ben presente, purtroppo il motore del quattro tempi non e' proprio "ecologico" in questo senso per chi non e' un appassionato di motori.
Come si diceva la forcella Tech e' molto sfrenata e soprattutto in estensione fa' sembrare la moto piu' leggera e piu' facile da spostare nelle manovre da fermo, anche il monoammortizzatore risulta troppo sfrenato in ritorno, la moto in alcune situazioni sembra che rimbalzi.
Il freno motore in rilascio e' sembrato meno evidente sulla nuova Cota, ma non si capisce se la cosa sia dovuta agli interventi sul carter in zona imbiellaggio o al regime di minimo piuttosto alto della moto in prova.

 
 
Ossa TR 280I

Anche la Ossa modello 2014 ha beneficiato di notevoli migliorie, ricordiamo sempre che la Ossa e', attualmente, l'unica moto a due tempi di serie al mondo ad essere equipaggiata di alimentazione ad iniezione elettronica, ma veniamo alle modifiche adottate sul modello 2014.
Per quanto riguarda il motore e' stato definitivamente risolto il problema delle difficolta' di avviamento a caldo, modificando l'inclinazione dell'iniettore alla base della luce di travaso posteriore di 4 gradi rispetto a prima, questo facilita la messa in moto perche' aumenta la vaporizzazione della miscela sul cielo del pistone favorendo l'innesco della combustione evitando contemporaneamente l'eccessivo riempimento della camera di scoppio scongiurando eventuali ingolfature, inoltre e' stato modificato il gommino di riscontro della messa in moto dentro al carter motore, portandolo ad uno spessore di 2,15 mm., migliorando in tal modo la posizione di partenza per agire sul calcio.
Nuova anche la pompa della benzina della italiana Bitrom con pressione di esercizio aumentata fino a 3,2 bar di picco ai regimi piu' alti.
L'albero ha un cuscinetto a sfera che riduce gli attriti sul cambio e le vibrazioni, anche il cambio ha subito degli interventi di irrobustimento degli ingranaggi, mentre il gruppo frizione beneficia di una nuova molla spingidisco che la rende piu' precisa e piu' affidabile, aumentata anche la capacita' del carter, ora e' di 450 cc. di olio, 100 cc. in piu' della precedente versione.
Per quanto riguarda la parte ciclistica, sono state adottate delle nuove biellette dei leveraggi del monoammortizzatore, nuove anche le pompe freno e frizione della spagnola Braketec, nuova taratura della forcella Marzocchi con canne in alluminio da 40 mm. con paraoli Skf in butile a minore attrito e nuovo tampone di fine corsa del monoammortizzatore Ohlins Ttx piu' lungo e quindi piu' adatto a "spingere" la moto sugli ostacoli piu' alti, anche il monoammortizzatore Ohlins con il sistema Ttx e' una esclusiva della Ossa, nuove anche le grafiche con l'utilizzo del verde fluo., nuove anche le mappature dell'iniezione adottate sulla m.y. 2014.






























Giudizio complessivo
Sulla Ossa m.y. 2014 possiamo affermare che, dopo i numerosi interventi, la messa in moto è veramente facile in tutti gli ambiti, adesso il motore parte bene in ogni situazione sia a motore freddo che da caldo, anche se non si e' ben posizionati. Abbiamo volutamente spento e acceso la moto svariate volte e nelle condizioni piu' "scomode" per il pilota e la moto e' sempre partita al primo calcio, per il resto la 2014 e' una conferma delle gia' note doti di facilita' di guida, di aderenza sul viscido,  sensazione di avantreno "piantato" e stabile sui sentieri e nelle condizioni di guida piu' impegnative sulle mulattiere, anche il motore e' facile da utilizzare, con una erogazione dolce ma perfettibile ai bassi regimi che ha finalmente perso il caratteristico ritardo di partenza delle versioni precedenti, l’allungo come sempre è "infinito e permette di usare molto meno il cambio.

 

Sherco st 3.0
 
Anche la Sherco m.y. 2014 ha subito alcune modifiche di dettaglio, senza grossi stravolgimenti, si nota sin da subito il nuovo impianto di scarico completo, prodotto dalla spagnola Oxia, con un nuovo silenziatore in alluminio, anche il terminale ha un differente disegno ed e' smontabile per facilitare la sostituzione del materiale fonoassorbente, di conseguenza, la centralina di accensione e' stata completamente riprogrammata in funzione di "accordare" il rendimento del motore al nuovo impianto di scarico .L'estetica e' rimasta simile al modello 2013, cambia il colore di fondo delle plastiche, da bianche a nere sul nuovo modello, il telaio rimane verniciato di giallo, colore che contraddistingue e caratterizza le ultime realizzazioni della casa spagnola, sono stati fatti anche degli interventi sulla pompa della benzina del carburante per ridurre il fastidioso problema dell' eccessivo invasamento della vaschetta del galleggiante del carburatore che pregiudicava la corretta carburazione sui precedenti modelli.La Sherco rimane fedele alle pompe e pinze idrauliche della italiana Formula, la forcella rimane la Tech da 39 mm. ed il monoammortizzatore lo spangolo R16V di produzione Olle'.

   

   

   

   

   

   

   

   



   
   






Giudizio complessivo
La Sherco e' sempre la Sherco, nel bene e nel male, sensazione di moto molto leggera, specialmente sull'avantreno, invita alla guida a ruota "alta" per chi ne e' capace, ovviamente....
Moto molto maneggevole nelle curve piu' strette e nelle manovre da zona, grandissima trazione anche sul terreno viscido, frizione molto on-off difficile da modulare, erogazione della potenza tipica delle realizzazioni della casa  di Caldes de Muntbui, grande prontezza e coppia ai regimi piu' bassi e poco allungo, occorre sempre tenere una marcia piu' lunga sugli ostacoli per mitigare la scarsita' di allungo, sul modello 2014 sembra finalmente scomparsa l'irregolarita' di carburazione a gas chiuso dovuta alla pompa benzina che inviava piu' carburante del necessario al carburatore, l'unica cosa fastidiosa e' una certa "ruvidita'" di funzionamento del motore della moto da noi provata.



CONCLUSIONI
Quindi, come si diceva nella prefazione, le moto sono tutte ad un ottimo livello e più che idonee alla pratica del motoalpinismo, sport meno esasperato rispetto al trial classico.
Dai giudizi si può evincere che GAS GAS, Montesa e Ossa sono state da noi ritenute le migliori mentre lasceremmo una riserva sulla Beta e la Sherco perché siamo convinti che dopo un bella messa a punto queste moto possono dare delle impressioni ben diverse da quelle rilevate.
Grazie a Bertana ed agli amici Aldo, Massimo e Sergio che hanno condiviso questo appassionante ed impegnativo test che tutti gli anni ci vede coinvolti.

Lamberto
« Ultima modifica: 06 Novembre 2014, 20:12:23 da Lamberto »
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