Autore Topic: Perchè passare al 2T  (Letto 1388 volte)

Offline Lamberto

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Perchè passare al 2T
« il: 23 Dicembre 2010, 00:46:20 »
Domenica mattina pioveva in modo esagerato e a malavoglia rimandiamo l’uscita a data da destinarsi, poi, a mezzogiorno, visto che smette di piovere, il mio amico Eco mi telefona ed ovviamente mi invita a fare qualche cosa a cui non si può rifiutare…un giro in moto dopo 36 ore di pioggia tosta.
In circa un decennio ne abbiamo percorse di strade insieme ed abbiamo sempre prediletto i percorsi lenti ma tecnici e, due enduristi che assieme fanno 101 anni oramai rotti a qualsiasi tipo di percorso non si fanno il solito giro….e che cosa cercano?
Eco mi fa la classica domanda “dove andiamo?” la risposta immediata che mi venne fu “sono tre mesi che non piove e le mulattiere saranno sicuramente impossibili perché si crea quella bella patina scivolosa che non ti fa stare in piedi…Eco cosa facciamo?….ci facciamo del male o facciamo il solito giro che oggi si farà già fatica finirlo?”.
Una vecchia manetta sai già cosa ti risponde “facciamoci del male”, come al solito lo spirito masochista dell’endurista viene a galla.
Nella prima mezzora facciamo gli sterrati e le prime mulattiere di avvicinamento alla montagna e la prima rampa di una decina di metri piena di radici ci dà l’antipasto di quello che sarà questa uscita.
Tra me e me penso povero Eco con il suo due tempi (Ktm 250 del 2006) oggi avrà da patire, io invece, dovrei andare tranquillo con il mio trattorino a 4T (ktm 400 del 2006) però in queste condizioni non l’ho mai provato.
Arrivati in montagna Eco mi domanda “ti ricordi quella mulattiera che facevamo anni fa dove non veniva su nessuno ?”, “si” rispondo io, “quella che chiamo variante due, ma è già durissima con l’asciutto oggi è da folli”, ed Eco “beh hai ragione….” io rispondo “ho capito facciamoci del male, andiamo”.
Eco parte per primo e dopo i primi 30 metri la sua moto comincia a scalciare come un cavallo imbizzarrito ed andando in disequilibrio si ferma, io parto con il mio trattore e aiutato dal peso della moto e dalle sospensioni a punto riesco ad andare diritto come un incrociatore, poi, appena faccio per sorpassare il mio compagno, nel piccolo spazio rimasto nel sentiero urto contro un sasso sporgente e mi trovo con il manubrio tra gli ammennicoli…fermo. Eco riparte e zampettando riesce a prendere la velocità necessaria per salire, io provo a ripartire ma la pendenza ed i sassi viscidi non mi danno un minimo di grip per ripartire. Decido a questo punto di tornare indietro per prendere la necessaria velocità per poter salire di inerzia nei punti impestati.
Porca trota non riesco a girare la moto! La mulattiera è troppo stretta e spendo molta energia per cercare di girarla e alla fine decido di tornare a gambero.
Intanto Eco torna indietro non vedendomi arrivare e mi dice “mannaggia alla pupazza su c’è una cascata di roccia da paura, non me la ricordavo così”, conoscendo a memoria quel punto perché difficile e impressionante dico al mio amico come fare per superarlo “prendi la curva che c’è prima con buona velocità, spostati a sinistra puntando il gas e dai peso alle pedane”. Ripartiamo ed Eco seguendo le mie indicazioni con un paio di pedate supera il muro, a questo punto parto anch’io sicuro di cosa devo fare come Claudio Villa quando intonava “Granada” senza le note iniziali dell’orchestra. Però prendo il muro a destra per rendere la cosa più difficile e……fermo. Non c’è verso di salire, spingo ma la moto è troppo pesante ed è incastrata…di nuovo a gambero è impossibile farla girare e troppa la pendenza. Per farla breve faccio tre tentativi ma le forze via via mi vengono a mancare, ho celestiali visioni vedo dei putti alati che si sganasciano dalle risate tirando dardi nel sedere dei santi ed intanto mi ritorna il pensiero che da un po’ di tempo mi frulla nel cervello “ma prenditi un 2 T vecchio babbione e lascia queste moto a chi le sa portare” mentre i pensieri si accavallano arrivo in fondo alla discesa sfinito; arriva anche Eco e mi apostrofa dicendo “cazzarola neanche un’ora di enduro e siamo già da rianimazione, ci stiamo facendo veramente del male, mi manca il fiato, non hai la bomboletta di ossigeno ?” gli rispondo “fratello se ce l’avessi gli metterei una “T” con due belle cannucce e ci faremmo una bella tettata….ma nisba”.
Mentre scendiamo Eco gira a sinistra e nulla valgono le mie urla ad avvertirlo che la strada non è quella, saliamo e così scopriamo la variante tre del percorso uno, meno impressionante della due ma ugualmente dura in queste condizioni, i sassi tondi, lisci e bavosi con un misto di foglie rendono la superficie impossibile, però quella vecchia manetta di Eco riesce a salire, ma come diamine farà con il due tempi ? Inoltre ha delle sospensioni schifide…beh certo la manetta non gli manca, zampetta, salta, gira, scende al volo e spinge, sale. C’è qualcosa che non mi convince !
Intanto io ritorno indietro e prendo una bella rincorsa e salgo, la moto scivola a destra e a manca sui sassi facendomi fare numeri da equilibrista e zampettando faccio sforzi sovraumani per non perdere quel briciolo di inerzia che mi permette di salire, intanto comincia uscire vapore a gogo, mi fermo, sono cotto….a vapore come un Shao Mai (specie di grosso raviolo cinese al pesce, cotto a vapore).
Eco si ferma e mi urla “ho finito la benzina” suo modo di dire per far capire che è lesso.
Siamo riusciti nell’intento di farci del male !
Decidiamo di ritornare indietro, anche questa seconda mulattiera ci mortifica nel fisico e nella mente.
A questo punto prendiamo il giro classico duro ma fattibile, ci sono sentieri talmente gonfi di acqua che è come risalire ruscelli, è libidine allo stato puro.
Mentre osservo il comportamento della moto del mio compagno ci stiamo avvicinando a una mula bastarda, affianco Eco e gli dico “change de femme ! Non volevi provare le mie sospensioni super special ?”
Salto sulla Kappina e parto a fuoco, sono due anni che non guido un 2T e del mio ultimo 300 Ktm non ho un buon ricordo per via delle sospensioni, anche questa comincia a saltellare, è ovvio la moto è più leggera e le forche originali non sono il massimo…però so come risolvere il problema, intanto incomincia la mula bastarda, gradini, radici, sassi smossi, insomma il peggio.
Gestire il peso di questa moto è una libidine, con i miei “muscoli da informatico” riesco a non strapparmi quando devo contrastare le reazioni del mezzo e poi la cosa che mi ha conquistato è stato il motore: garbato, con il gas riesco a dosare la potenza quasi come un 4T.
Non contento provo a far perdere giri al motore al punto di spegnersi ma il motore non si arresta, do gas e penso adesso si spegne e invece….riparte con una dolcezza incredibile come se avesse il volano di una moto da trial.
Il carattere dei 2T non è più quello di una volta ! Certo ai puristi che amano l’entrata in coppia qui non trovano soddisfazione ma per questo tipo di percorsi un’erogazione di questo tipo è una manna. Ho avuto diversi 300 ed un paio di 250 ed è vero che il 300 ha una coppia incredibile ma nei punti più scabrosi dove conta la trazione e magari devi giocare con l’apri e chiudi del gas il 300 è un pochino più irruento.
Mi piacerebbe provare un 300 2006/2007.
Il 4T mi ha sempre attratto per l’erogazione progressiva e prevedibile, per quel suono rassicurante del motore, le minori vibrazioni…..ma quanto pesa !
No, questa volta mi compero il 2T !
Continuo a salire per questo sentiero e la Kappina mi conquista sempre più, c’è un tronco di traverso, scendo dalla moto la inclino per passare sotto la pianta, accidenti non pesa una cippa!!
Mi fermo ed aspetto il mio amico, quando arriva guarda la mia faccia sorridente e dice “promettimi che domani ordini il 250!” ed io “caro amico e già un po’ che ci penso a compiere il malsano ritorno ma non riuscivo a convincermi perché il 4T mi sono sempre piaciuti sin dal tempo dei mio primo XR ricordi ? Comunque è una promessa che non faccio fatica a mantenere”.
Ripartiamo e ci “spariamo” altri quaranta km di percorsi umidi e tosti al punto giusto, Eco conosce un bel percorso da Cunardo a Brinzio (questo per i varesotti) pieno di bivii che non riesco mai a memorizzare, bello, impegnativo ma fattibile, Eco si ferma improvvisamente, in preda ai crampi al braccio destro urla di dolore, sostiamo una mezz’oretta siamo quasi al termine e ci aspettano una decina di km di asfalto e siamo a casa.
Ripartiamo, Eco stà meglio, io sono stanco ma soddisfatto del giro e soprattutto felice di essere questa volta ben convinto di cosa comperare.

Bert
BMW R 310 GS
GASGAS TXT 300