Le cose piu' interessanti le ho viste fare dalle ragazze in gara durante il Campionato Mondiale di Trial ad Isola 2000, nel senso che erano le uniche zone "abbordabili" dagli umani, Laia Sanz a parte, che e' tornata a partecipare al Mondiale Femminile, ovviamente vincendo a mani basse, anzi a "piedi alti":
Guardatevi la zona contrassegnata dalle frecce rosa: poteva benissino essere un classico sentiero di montagna, di sottobosco in mezzo ai pini, dove il terreno reso umido dalla pioggia della notte, rendeva difficilissima la ricerca dell'aderenza:
i giudici francesi erano severissimi, appena la ruota anteriore si fermava scattavano inesorabilmente le cinque penalita', molte ragazze tentavano il tre spingendo la moto, ma in mezzo ai sassi coperti di erba bagnata viscidissima era molto difficile spingere la moto senza mai fermarla nemmeno per una sola frazione di secondo, quindi la differenza la facevano proprio le pilotesse che riuscivano a mantenere i piedi sulle pedane, anche per loro il solo piede a terra voleva dire fare perdere trazione alla ruota motrice ed il "cinque" era assicurato, la tecnica giusta era quella di mantere il gas costante senza mai smettere di accelerare, il procedere a "scatti" faceva perdere aderenza alla ruota, quindi ho imparato: "gas costante e guardare sempre il piu' avanti possibile", piu' facile a dirsi....
La bravissima Sara Trentini:
