Autore Topic: Roberto Gallina: un pezzo di storia del motociclismo italiano  (Letto 2903 volte)

Offline Valchisun

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Interessantissima intervista a Roberto Gallina, che svela parecchi retroscena del mondiale di velocita' 500:

http://www.moto.it/news/roberto-gallina-oggi-conta-piu-moto-pilota.html

questa e' la Gallina Tga 1, e adesso si capisce da dove e' arrivata l'idea della Ducati Paso 750:

« Ultima modifica: 19 Marzo 2013, 22:01:17 da Valchisun »

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Offline alex

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Re: Roberto Gallina: un pezzo di storia del motociclismo italiano
« Risposta #1 il: 19 Marzo 2013, 22:18:12 »
ammazza 'ntebbrutt'...
Ora capisco perchè "meglio un uovo oggi che una Gallina domani"  sm453 sm453 sm453
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Offline old-cat

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Re: Roberto Gallina: un pezzo di storia del motociclismo italiano
« Risposta #2 il: 20 Marzo 2013, 09:32:27 »
... E li sotto c'è il primo telaio tipo deltabox in alluminio (mi pare...  :tim: ) altro che Yamaha...
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sgnaus

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Re: Roberto Gallina: un pezzo di storia del motociclismo italiano
« Risposta #3 il: 20 Marzo 2013, 10:57:05 »
Interessantissima intervista a Roberto Gallina, che svela parecchi retroscena del mondiale di velocita' 500:

questa e' la Gallina Tga 1, e adesso si capisce da dove e' arrivata l'idea della Ducati Paso 750:
non credo, la paso è il primo progetto di Tamburini in cagiva e risale al 1984, quindi visto che tamburini progettò insieme a gallina la moto da gp (TamburiniGAllina1) credo che i due progetti siano proprio contemporanei dal momento che la TGA1 debuttò nel 1985 visto un certo disimpegno della suzuki e, a dirla tutta, i progetti furono tre, perchè nel 1985 debutta nel mondiale endurance anche la Tesi di Bimota (sempre ad opera di Tamburini quindi)

Offline old-cat

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Re: Roberto Gallina: un pezzo di storia del motociclismo italiano
« Risposta #4 il: 20 Marzo 2013, 17:10:23 »
Sgnaus, mi sembra di ricordare che la Bimota Tesi non era opera di Tamburini ma di un giovane ingeniere della Bimota che come tesi di laurea aveva portato il progetto innovativo di un telaio moto, da qui il nome "Tesi" dato alla moto.
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Offline alex

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Re: Roberto Gallina: un pezzo di storia del motociclismo italiano
« Risposta #5 il: 20 Marzo 2013, 17:41:47 »
la Bimota Tesi non era opera di Tamburini ma di un giovane ingeniere della Bimota

 :OK:  il bolognese Marconi. Tamburini lo applicò in quanto co-titolare in Bimota.
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Re: Roberto Gallina: un pezzo di storia del motociclismo italiano
« Risposta #6 il: 20 Marzo 2013, 17:50:03 »
sì è vero, il progetto era di Marconi ma la veste estetica era di tamburini e venne progettata insieme alle altre due di cui sopra, dando così il via alle carenature integrali (cioè senza soluzione di continuità) che subito dopo, vennero riprese dalla honda con la sua prima cbr 600. potrei sbagliarmi ma mi sembra di ricordare che la storia sia proprio così. stasera mi documento per spolverare la memoria  :festa:

Offline alex

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Re: Roberto Gallina: un pezzo di storia del motociclismo italiano
« Risposta #7 il: 20 Marzo 2013, 20:04:42 »
Ecco, così dai una spolverata anche alle nostre. Spero che sia vero, almeno Tamburini sistemerebbe in parte l'onta di aver disegnato la Paso  :arar:
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Offline Valchisun

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Re: Roberto Gallina: un pezzo di storia del motociclismo italiano
« Risposta #8 il: 20 Marzo 2013, 20:09:43 »
Se questo post lo leggono Cereghini e Massimo Clarke......si licenziano per manifesta inferiorita'! sm419 :PDT_Armataz_01_37:

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sgnaus

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Re: Roberto Gallina: un pezzo di storia del motociclismo italiano
« Risposta #9 il: 20 Marzo 2013, 21:17:06 »
Se questo post lo leggono Cereghini e Massimo Clarke......si licenziano per manifesta inferiorita'! sm419 :PDT_Armataz_01_37:
no non si licenziano perchè credo proprio di aver sbagliato. la memoria insiste ma la realtà sembra essere differente, dato che Tamburini abbandona la Bimota nel 1983 (quindi non pare ci siano neppure i tempi giusti) però effettivamente come dicevo sopra, nel 1985 la tesi debutta nel campionato endurance con la suia bella carena integrale (ed è questo che mi lascia il dubbio, ovvero la coincidenza dei tempi, vabbè ma non insisto oltre).
per farmi perdonare aggiungo alcuni dettagli della TGA 1 che lasciano davvero a bocca aperta: carenatura in fibra di carbonio e kevlar, il motore è la sperimentata versione RG 500 power chambre, il telaio è composto da travi supeirori ricavati da una lastra in avional 24 mediante fresatura, il forcellone era in una lega "speciale" areonautica (parole di motosprint dell'epoca) rinforzato internamente (con una specie di nido d'ape) mentre il supporto del gruppo di sterzo era in lega di alluminio saldato, freni brembo, ruote tecnomagnesio da 16 anteriore e 17 posteriore e nota finale, il peso è di 112 kg!!!