Autore Topic: Il peccato originale  (Letto 6609 volte)

Offline Lamberto

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Il peccato originale
« il: 10 Febbraio 2013, 01:05:10 »
Il perché certe uscite in moto ti facciamo godere più di altre non è sempre spiegabile, anche a parità di percorso a volte il risultato finale e' molto differente.
È successo l'altro giorno, una giornata speciale, sino all'ultimo non sapevamo se partire, il cielo era plumbeo e c'era un vento forte che penetrava nelle ossa.
Alla fine decidiamo di andare, dopo il trasferimento man mano che saliamo in quota la pioggerella diventa neve e il sentiero una striscia bianca, per fortuna che il percorso s'e' fatto impegnativo e si comincia a sudare.
Arriviamo in cima, poco più di mille metri, ma sembra di essere a tremila.
Date le condizioni metereologiche non c'è in giro anima viva, decidiamo allora di scendere per la parete nord che ha pochi cm di neve, poi dopo la nevicata in corso sara' percorribile non prima di marzo/aprile.
In due si viaggia spediti, in discesa come d'abitudine teniamo i motori spenti e i soli rumori che si sentono sono i sibili del vento che entrano dentro nel casco e il fruscio delle foglie spostate dalla ruota.
Sembra di essere su una nave rompighiaccio nel lungo canalone che stiamo percorrendo, c'e' uno strato costante di mezzo metro di foglie e ogni tanto qualche sassone nascosto ci sposta facendoci prendere la strizza da ribaltamento.
Che bello il silenzio, incrociamo un ruscello, impegnativo ma non impossibile, poi il fatto di percorrerlo in discesa aiuta, bello, sto godendo, questo momento e' veramente catartico.
È uno stato di grazia che dura oltre dieci minuti, poi il massimo lo raggiungiamo nel momento in cui percorriamo in salita un altro ruscello, penso che questo genere di percorsi sia l'essenza del motoalpinismo.
In questo momento sono un tutt'uno con la moto talmente sono preso dalla situazione, poi il pensiero si rivolge alle mille seghe mentali che a volte ci facciamo per una moto quando per vivere questi momenti andrebbe bene qualsiasi moto anche di vent'anni fa.
Per due ore ho vissuto momenti intensi, non di alto livello tecnico, comunque il percorso non e' facile e forse proprio per questo mi diverto, poi questo bosco di quercie dove non passa mai nessuno ha un fascino unico.
In questa giornata perfetta mi sento comunque fuori posto perché in coscienza so che a causa di leggi assurde sono paragonato ad un delinquente, la moto qui non dovrebbe passare e questo pensiero mi rode, mi da fastidio.
È' come se portassi dietro un peccato originale che in fondo mi fa sentire una nota stonata in questo posto fantastico che sto percorrendo.
Chissà se quando potrò avere una moto elettrica ci sarà ancora qualche persona che pur se sarò silenzioso avrà l'ardire di coprirmi di epiteti. Io penso di si.
Intendiamoci, la moto elettrica non mi piace, almeno per quello che è allo stato attuale, però il pensiero di essere silente nel bosco me la piacere al punto che vedo l'ora di possederla.
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Fiver

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Re: Il peccato originale
« Risposta #1 il: 10 Febbraio 2013, 01:13:19 »
Molto coinvolgente questa descrizione di situazioni e stati d'animo, sembra di trovarsi la'.   :OK:

Comprensibile anche quella nota amara dovuta al fatto di non poter fare tutto cio' con la coscienza serena....

P.S.
ma quando dici che scendevate a motore spento...immagino non in folle  :tim:

Offline Lamberto

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Re: Il peccato originale
« Risposta #2 il: 10 Febbraio 2013, 08:59:44 »

ma quando dici che scendevate a motore spento...immagino non in folle  :tim:


Dipende dalle varie situazioni, se la pendenza non è eccessiva utilizzo solo i freni diversamente metto la marcia e utilizzo la frizione come ulteriore freno.
Lo so che il giusto sarebbe avere il motore acceso però questo è un modo diverso di utilizzare la moto e alla fine ci si abitua, e' fisicamente più impegnativo.
« Ultima modifica: 10 Febbraio 2013, 09:21:55 da Lamberto »
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Offline alex

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Re: Il peccato originale
« Risposta #3 il: 10 Febbraio 2013, 09:20:33 »
Peccato originale.
Già. L'unico che riesce ad intaccare la mia morale fino a paralizzarmi ed a farmi desistere. E' da psicanalisi  sm444
Non mi va di sentirmi fuori posto, non voglio divertirmi di meno perchè "potrebbero beccarmi". E' una vita da fondo della catena alimentare, quella da braccati delle talpe, delle lepri, che passano la vita in tana o guardandosi attorno ed ascoltando ogni rumore perfino quando mangiano o si accoppiano. Ma che vita è?
Influisce molto il peso dei precetti ricevuti, assorbiti da bambino "NON si fa" "NON è giusto" "Se è NO è NO". "Rispetta l'Autorità", così, maiuscolo. Giusto o sbagliato che sia. Mi sono iscritto a giurisprudenza con quel credo, con la visione romantica di un ragazzo, che pensa di poter seminare giustizia e vincere sul truffaldino, sul malversatore, su chi approfitta con il ghigno di superiorità, "io so figo". Ho rinunciato tra conati di vomito (quasi) al contatto con la cruda realtà. La disillusione fa bene, si impara a vedere le cose come sono e non come si vorrebbe che fossero. Alla prima udienza, cercarono di vendermi un cliente per condividere maggior profitto. Era una causa civile per risarcimento RCA, valore settecentomila lire. 350 euro. Briciole.
Da allora, non rubo briciole, preferisco tenermi la fame. Ho la malata convinzione che sia un accattonaggio morale che mi toglie il piacere e la passione. Non ho la necessità della disobbedienza civile e non la considero motivo di orgoglio.
So invece che farei solamente una cosa legittima, inoffensiva, peraltro la cosa che mi piace senza ledere effettivamente alcuna individualità, senza arrecare danno a nessuna collettività. Forse potrei accettarla se fosse una unica deviazione clandestina in mezzo a una serie infinita di possibilità, ma purtroppo è il contrario. Se ti beccano oltretutto sputtanano una categoria intera, se ti fai male addirittura finisci sul giornale, e allora apriti cielo.
Silenzi, momenti intensi, fatica e nuvole di fiato. Leggo e mi prende il magone. E' quello, che abbiamo il diritto di trovare ogni volta che usciamo, è quello che cerchiamo. Fatica significa anche consapevolezza che per arrivare da qualche parte c'è da impegnarsi, sudare, guadagnarselo. E' per quello che ai giovani farebbe bene il motoalpinismo, se non addirittura qualche attività specialistica. Imparerebbero tanto di più, anche il rispetto, di dove passano e di chi incontrano. Dandolo per scontato, o considerandolo alla stregua di un fastidioso formalismo, non lo impareranno mai.
Non credo alla panacea della moto elettrica, zittire il rumore non sopprime anche le assoggezioni alla normativa sulla circolazione. Se poi lo si considera un gusto proprio, allora è sacrosanto. A me, e forse qui sono molto più bandito di altri, il motore a scoppio piace.
Aprilia SL1000 Falco "Zia Frankenstein"
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Offline Bikerider

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Re: Il peccato originale
« Risposta #4 il: 10 Febbraio 2013, 12:35:21 »
Sensazioni note quelle descritte da Lamberto.

Per quel che mi riguarda il sentirsi in colpa a prescindere mi ha condizionato all'inizio della pratica dell'off road, ma mi ha via via abbandonato (anche se mai completamente) quando ho preso coscienza di alcuni fatti.

I rari momenti in cui temo di essere fuori posto sono solo quelli nei quali incrocio altri utenti (e succede di rado) a cui temo di potere dare fastidio, soprattutto ai camminatori. In queste occasioni quello che faccio/facciamo è passare più piano e lontano possibile o in alcuni casi fermarsi e spegnere il motore, come ieri quando abbiamo incrociato dei cavalieri.
Devo dire che se hai rispetto, tante volte la gente lo capisce e ti lascia vivere la tua passione; magari non la comprende, ma percepisce il tuo atteggiamento, così il rispetto e l'educazione diventano "contagiosi" per gli altri utenti. E' giusto essere onesti e ammettere che non è sempre così, ma è raro avere il consenso di tutti, in qualsiasi campo.

Però per la gran parte del tempo non ho sensi di colpa, perché nei posti dove passo non ci passa nessuno! Troppo difficili, erti, bui o non panoramici per attirare escursionisti.
Per cui penso: perché non ci posso andare io? Non rovino niente (peraltro tante volte non c'è un bel niente da rovinare) e non c'è nessuno. Perché no?

Quando esco sotto la pioggia o sotto la neve o fa troppo freddo e non c'è un cane in giro, non mi sento affatto in colpa.

Sono sincero, anche l'edonismo insito nell'andare in moto aiuta molto a non avere brutti pensieri..
« Ultima modifica: 10 Febbraio 2013, 17:34:11 da Bikerider »
If everything seems under control, you're just not going fast enough.

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Offline Valchisun

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Re: Il peccato originale
« Risposta #5 il: 10 Febbraio 2013, 13:12:08 »
Se uno mettesse in pratica quello che dice Alex, e cioe' di rispettare le norme del codice della strada non potrebbe piu' assolutamente utilizzare una moto da trial, finche' non si decideranno a lasciare circolare una moto con una targa in plastica o in cartone scritta con il pennarello, ricordo a tutti che in Francia le moto da strada circolano cosi', con le targe scritte con il pennarello in caratteri microscopici quasi illeggibili e quasi sempre nascoste dietro alla ruota posteriore e loro girano su strada, tranquillamente, anche se la Gendarmerie e' severissima, siamo anche noi un paese della Comunita' Europea e perche' loro si' e noi no?
Anche io mi sto' stufando di usare la moto da trial, un po' per sentirmi un bandito e dovermi sempre guardare intorno per il pericolo di imboscate, impensabile  da me girare ancora di sabato e di domenica, un po' perche' i sentieri sono sempre quelli, urge un anno sabbatico..... :73:

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Offline bibo

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Re: Il peccato originale
« Risposta #6 il: 10 Febbraio 2013, 16:36:22 »
Io devo confessare un cosa, Ho preso la T-Ride anche per ripulirmi la coscienza.
Con la 2t da enduro di prima andando in giro per le zone intorno a me vietate (non ce ne sono di non vietate) prima mi sentivo un po' in colp. In fondo la mot era più rumorosa del necaessario. Badate bene, non del normale, ho sempre pulito e manutenuto ad arte il silenziatore. Dico più del necessario. Siccome di cavalli ce ne è volendo a bizzeffe, il fatto di avere un moto rumorosa per averne "deppiù" mi dava fastidio. E la carburazione necessaria in quel tipo di motore (valvola scarico, espansione) la rendeva fumosa.
Certo, spesso la mia coscienza diceva "Vaffanculo, stai passando davandi a un capanno di caccia, dove la gente per divertisri massacra sadicamente esseri viventi e la natura tutta", ma questo "c'è chi è peggio di me" non mi piace mai, in nessun caso. Quindi vivevo anch'io le sensazioni descritte da Lamberto.
Il comprarmi una T-Ride mi ha messo a posto con quel tipo di disagio. Ho preso una moto che fa il meno possibile di rumore, e impatta il meno possibile sul territorio (pneumatici, potenza) e inoltre, questo l'ho scoprto usandola, fuma pochissimo.

Sarà un modo di lavarsi la coscienza? Non so, ma la moto è il meglio possibile, la targa ce l'ho in dimensioni originali e leggibile. Con la coscienza mi sento a posto e quando adesso incontro persone nelle stradine o nei "parchi" mi sento con la coscienza a posto.

Ciao!

B!bo



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kappa

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Re: Il peccato originale
« Risposta #7 il: 10 Febbraio 2013, 18:01:22 »
I rari momenti in cui temo di essere fuori posto sono solo quelli nei quali incrocio altri utenti (e succede di rado) a cui temo di potere dare fastidio, soprattutto ai camminatori. In queste occasioni quello che faccio/facciamo è passare più piano e lontano possibile o in alcuni casi fermarsi e spegnere il motore, come ieri quando abbiamo incrociato dei cavalieri.
Devo dire che se hai rispetto, tante volte la gente lo capisce e ti lascia vivere la tua passione; magari non la comprende, ma percepisce il tuo atteggiamento, così il rispetto e l'educazione diventano "contagiosi" per gli altri utenti. E' giusto essere onesti, non è sempre così, ma è raro avere il consenso di tutti, in qualsiasi campo.

Io non ho mai sensi di colpa, in parte perchè, come dice giustamente Bikerider, se uno si comporta con civiltà gli altri lo percepiscono, ma soprattutto non mi considero un intruso nei boschi e nelle mulattiere che frequento.
Probabilmente perchè sono nato contadino ed assieme al latte materno ho anche assorbito quel particolare rapporto con la natura, piante ed animali, che solo chi è vissuto in campagna può capire. Per questo non ho mai considerato un cacciatore, un ciclista o una persona a piedi più in diritto di calcare quel determinato sentiero. Ho sempre rispettato la natura dove ho vissuto ed espletato da sempre la mia passione, ho sempre combattuto con i maleducati, motorizzati e non, e ricordo l'ilarità dei miei primi compagni di gite motorizzate, quando (da fumatore) raccoglievo le mie cicche e lo loro per portale via dentro al marsupio. In questi ultimi anni anche nella mia zona si è diffusa la moda degli "enduristi estremi" quelli che passano la domenica a scavare buche sui sentieri rendendoli impraticabili agli altri utenti, ebbene io, nel mio piccolo, combatto questa cattiva abitudine ogni volta che ho occasione di parlare con loro e soprattutto all'interno del motoclub proprio questo ultimo anno ho denunciato la moda di "invitare" amici e parenti a girare nelle nostre zone e non finirò mai di predicare più rispetto ed educazione. In prima persona ho sempre cercato di dare l'esempio utilizzando moto ed atteggiamenti adeguati al momento ed ultimamente sono arrivato alla conclusione che tutte le moto da fuoristrada in commercio dovrebbero avere gomme da trial ed una rumorosità infinitamente inferiore a quella attuale... ma quà il discorso divententerebbe spinoso e quindi diciamo che al momento mi limito solo a dare un esempio tangibile utilizzando un mezzo adeguato a quelle che sono le mie convinzioni di minimo impatto. Per tutto questo, non solo non mi sento in colpa, ma addirittura godo sempre di più a frequentare posti impervi dove raramente incontro persone che non approvano il mio passaggio, e nel caso che capitasse sono ben deciso e determinato ad esporre le mie ragioni.
Alex, ad esempio,  parla di una vita da fondo della catena alimentare, quella da braccati, da lepri o lupi che passano la vita in tana o guardandosi attorno ed ascoltando ogni rumore perfino quando mangiano o si accoppiano. Non è una vita strana Alex è semplicemente la vita normale del 90% degli esseri viventi del pianeta, animali ed uomini. L'altro 10% sono quelli che passano il loro tempo libero a vagare dentro ai centri commerciali.

Offline alex

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Re: Il peccato originale
« Risposta #8 il: 10 Febbraio 2013, 18:23:19 »
Sarebbe bello che fosse così. Questo dani è il "dovrebbe essere". Se un giorno, che ti auguro non accada mai, ti svegliassi e trovassi un sacco di tabelle rotonde ovunque attorno a te, forse quel che dico ti sembrerebbe più comprensibile e meno cretino, perchè dovresti scegliere anche tu se fare l'ultimo anello della catena, oppure andare al centro commerciale. Il che, detta francamente, è una scena che non mi vorrei perdere  :bins: :siga:
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Re: Il peccato originale
« Risposta #9 il: 10 Febbraio 2013, 19:36:39 »
Io sono nato e sarò sempre l'ultimo anello della catena  :SAD:
Per questo posso permettermi il "lusso" di ignorare qualche tabella rotonda.


E 4rt

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Re: Il peccato originale
« Risposta #10 il: 10 Febbraio 2013, 19:54:05 »
Io mi domando sempre una cosa quando incontro escursionisti a piedi come questa mattina , io mi fermo , spengo il motore e li saluto . Su 5 persone incontrato in totale solo 2 hanno risposto al mio saluto , allora la domanda e questa : perchè non c'è posto per tutti al mondo anche se uno si comporta in maniera educata e civile?

Fiver

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Re: Il peccato originale
« Risposta #11 il: 10 Febbraio 2013, 20:28:27 »
Si’, ne abbiamo sicuramente gia’ parlato. Mi sento di condividere le opinioni di Bikerider e dani.
Capisco che andare in moto nelle zone naturali, prati boschi e cosi’ via, puo’ contaminare (nel senso piu’ lato) queste aree.
Io credo che si possa e si debba cercare di adottare tutte le misure possibili per attenuare questo impatto ma non vietare tout court.
Mi sono trovato sia dalla parte di colui che passeggia a piedi nel bosco, sia sulle due ruote. Ma siamo le stesse persone: se si ha rispetto, educazione e sensibilita’ verso gli altri e verso i posti che si attraversa, essere a piedi o in moto puo’ fare poca differenza se si sta’ attenti a come ci si comporta.
Ovviamente basta un po’ di buon senso. Ci sono veramente zone di riserva con flora e fauna protetta dove penso sia giusto non andare.

Poi c'e' una domanda filosofica piu' profonda: le leggi, una volta che ci sono, e' giusto rispettarle o interpretarle e aggiustarsele di conseguenza al personale convincimento?
Bella domanda. Mia moglie, che non e' italiana, dice che in Italia siamo portati a "interpretare" molto...dal codice della strada, alle file, ad altre cose piu' importanti.
Magari e' vero....ma (come atteggiamento filosofico) e' sempre e comunque sbagliato porsi la domanda se una legge sia giusta o no anche se c'e'? Pensiamoci.
« Ultima modifica: 10 Febbraio 2013, 20:30:00 da Fiver »

Offline alex

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Re: Il peccato originale
« Risposta #12 il: 10 Febbraio 2013, 20:39:35 »
Non è sbagliato, è inutile!  :tim:
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Fiver

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Re: Il peccato originale
« Risposta #13 il: 10 Febbraio 2013, 20:48:14 »
Non è sbagliato, è inutile!  :tim:

sicuro sicuro? a volte ci sono epoche in cui anche le leggi vanno combattute...se cosi' non fosse oggi faremmo motoalpinismo nei feudi di qualcunaltro....

Offline Bikerider

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Re: Il peccato originale
« Risposta #14 il: 10 Febbraio 2013, 20:49:32 »
Posso dire che siamo un Paese:

Dove si legifera spesso con spirito demagogico?

Dove i politici fanno le Leggi e spesso e molti sono i primi a non rispettarle?

Dove si vieta perché è più facile e comodo che studiare soluzioni?

Dove c'è chi fa i buchi di bilancio e poi chiede a te di riempirglieli?

Dove i tuoi soldi sono buoni ma i servizi che ti danno in cambio sono scadenti?

Dove una volta ci si candidava per servire il Paese e adesso perché Esso serva (a) te.

Dove, come in altre Nazioni, le Leggi dovrebbero essere poche e chiare e invece sono tante e complesse, così chi sa e può farlo, se ne fa beffe.

Si può continuare per tanto..

Ecco, in un posto così di domande secondo me c'è da farsene tante..

E visto che questa gente con le Leggi regola la nostra vita, direi che domandarsi se una Legge è giusta, perché c'è ed eventualmente a chi conviene, sia necessario e legittimo.


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