Autore Topic: Honda copiona?  (Letto 1905 volte)

Offline alex

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Honda copiona?
« il: 02 Dicembre 2012, 19:35:54 »
Agli inizi degli anni ’50 in Giappone iniziava la ricostruzione dopo la fine della guerra; fino a quel momento Soichiro Honda aveva applicato un piccolo motore su una bicicletta e nulla piu'. Quando la Honda decise di uscire dall’ambito nazionale pensò di farlo partendo dalla partecipazione alle gare del motomondiale ispirandosi a quanto di meglio offriva all’epoca la platea motoristica in materia di piccole e medie cilindrate, quindi puntò alla tecnologia delle moto italiane e tedesche. Soichiro Honda seguendo le corse rimase affascinato da una stupenda ed invincibile creatura italiana, la Mondial 125 bialbero. Questa piccola casa italiana era la regina incontrastata delle piccole cilindrate avendo dominato per 9 anni (1948-1957) quasi ininterrottamente la classe 125 vincendo 5 titoli mondiali marche e 5 conduttori, con campioni leggendari come Carlo Ubbiali, Tarquinio Provini, Bruno Ruffo, Nello Pagani, Cecil Sandford. Tra l’altro, a differenza di altri costruttori che spesso volevano illudere il pubblico che le moto ufficiali e quelle “clienti” fossero più o meno sullo stesso piano, la Mondial non provava neppure a mascherare le differenze tra i mezzi destinati al proprio team ufficiale e quelli destinati ai privati, anzi, queste differenze erano ben pubblicizzate. Questa schiettezza e l'eccellenza dimostrata nelle competizioni conquistarono al marchio bolognese la stima di Honda-san. Nel 1957 contattò quindi il Conte Giuseppe Boselli, patron della Mondial, per acquistare una delle sue moto ufficiali. Ci sono numerose versioni sul perché il Conte Boselli decise di cedere una delle moto ufficiali del 1956, una 125 Bialbero, a quello che sarebbe chiaramente divenuto un concorrente nell'immediato futuro ma pare che, molto semplicemente, avesse preso Honda-san in simpatia o forse perché inorgoglito dalla richiesta. Qualunque sia il motivo il Conte Boselli decise addirittura di regalare la moto a Soichiro Honda. Per questa disponibilità Soichiro Honda si sentì sempre grato nei confronti del Conte Boselli e perciò lasciò una sorta di testamento spirituale: oggi quella piccola GP italiana troneggia all’ingresso del museo Honda a Motegi e quando nel 2001 la Nuova Mondial di Roberto Ziletti cercava un motore per realizzare la PIEGA 1000 i giapponesi, che evidentemente hanno la memoria lunga, si sentirono in dovere di ricambiare il favore ricevuto 45 anni prima concedendo l’uso del motore della VTR 1000 SP1. La moto arrivò in Giappone nell'autunno del 1958 e venne immediatamente esaminata a fondo. Anziché limitarsi a copiarla, gli ingegneri Honda decisero semplicemente di studiarne le soluzioni ingegneristiche e di partire poi da zero. Il primo risultato fu la RC141, in pratica poco più di un laboratorio viaggiante, seguita a breve dalla RC142, un progetto completamente nuovo. Fu con questa moto che Honda poté finalmente partecipare al TT nella categoria 125: nel 1959 il team Honda si imbarcò per l'Isola di Man; il team era guidato dall'ingegner Kawashima Kiyoshi e consisteva in cinque piloti, quattro giapponesi ed un americano, più meccanici, parti e ricambi per allestire un'officina autosufficiente. I risultati furono più che incoraggianti per un marchio al suo debutto assoluto: 6°, 7°, 8° e 10° posto più il premio per il miglior risultato di squadra per la categoria 125; il resto della storia lo conosciamo tutti! E’ in questo periodo che iniziano le tipiche accuse all'industria giapponese di non fare altro che copiare i più innovativi prodotti europei: in particolar modo iniziò a circolare la voce che la RC142 non fosse altro che una copia a cilindrata ridotta della NSU Renmax 250. In realtà queste accuse erano completamente infondate anzi, da un punto di vista squisitamente tecnico la RC142 utilizzava soluzioni anche più avanzate rispetto alla Renmax. Per quanto riguarda la produzione di serie invece si riteneva che la Honda avesse copiato le caratteristiche del motore della Horex Imperator 400 del 1954. In realtà, anche in questo caso, i prodotti della Honda, dopo un accurato studio della concorrenza, erano assolutamente originali. Al riguardo riporto le parole dello stesso Soichiro Honda tratte dal libro “Il signor Honda, come si è raccontato a Yves Derisbourg”: <<Convinto che il motore a 4 tempi fosse assolutamente essenziale non solo per i ciclomotori usati comunemente ma anche per i bolidi da corsa, i nostri ingegneri pensarono a soluzioni originali rispetto alla concorrenza. Se avevo portato con me dall’Europa dei pezzi di tecnologia, non era certo per copiarli stupidamente. Era con l’intenzione di farli studiare e di cercare di trovare soluzioni diverse per ottenere migliori risultati. E’ sempre stato così che abbiamo affrontato la ricerca. La copia non ha mai fatto evolvere le cose. Per imporci a tutto il mondo dovevamo provare le nostre capacità di creare concetti nuovi. >>

[Fabio Avossa]
Aprilia SL1000 Falco "Zia Frankenstein"
SWM RS 500 R