per quanto possa capire (ma relativamente) la soddisfazione di guidare una moto "difficile", io dopo aver guidato moto italiane, tedesche e giapponesi da strada e no, ho tirato una mia personalissima conclusione: le moto che si guidano male o con difficoltà (quelle che si usa dire di carattere) sono semplicemente moto sbagliate. qualunque modifica si apporti in gara o in strada è volta ad agevolare il pilota nella guida, perchè anche le ducati da corsa sono modificate al fine di renderele più guidabili. per vari motivi sono stato "vicino" al mondo delle corse e qualunque pilota, l'ho sempre sentito lamentarsi solo se a vario titolo non "sentiva" la moto, cioè se non aveva il feeling giusto, se la moto non era reattiva, non ho mai sentito nessuno lamentarsi perché la moto era troppo "facile". tanti anni fa a monza un mio caro amico iniziò la sua storia di produttore di guzzi speciali, io mi prestai per qualche piccolo consiglio e gli feci cannibalizzare la mia LM 850 III, ebbene la sua guzzi dopo la cura, fu provata da vari piloti e giornalisti che unanimente sbalorditi affermarono entusiasti:"non sembra più una guzzi!", era diventata una guzzi facile. questa cosa non l'ho mai sentita per esempio di una cbr 600, la moto più efficace che abbia mai guidato e che senza tante storie e complicazioni varie, è sempre stata al top. la passione è passione ma se le ducati in sbk hanno vinto tanto, è per il vantaggio regolamentare di cui hanno sempre goduto, quindi direi che il mito della moto all' italiana è solo quello del passato, per il resto secondo me, è solo un falso mito auto costruito per giustificare risultati mediocri