Autore Topic: I primi passi del Motoalpinista: Tecniche di Base  (Letto 6353 volte)

Offline alex

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I primi passi del Motoalpinista: Tecniche di Base
« il: 12 Ottobre 2010, 09:06:13 »
Quello che segue è una summa, basata non su basi tecniche certe ma più modestamente su quel che so e che ritengo essere il modo non dico corretto, ma meno approssimato possibile, per quanto mi è dato di sapere, per impostare una base di partenza sulla quale costuire il nostro modo di ... motoalpineggiare  smche

Primo step: SEMPRE IN PIEDI!
O almeno, il più possibile. Io stesso ho la tendenza a sedermi nei trasferimenti semplici in sterrato, o quando inizio a sentire la fatica. Invece dovremmo mantenere quanto più è possibile la posizione "in piedi" sulle pedane. Ma basta alzarsi per avere una postura corretta in moto?
No. Visto che non dobbiamo fare il tempo, possiamo rimanere rilassati, quindi non in posizione aggressiva o "di attacco" come si dice nel cross. Però dobbiamo imparare a non rimanere a piombo sulle pedane. La posizione corretta è quella di busto leggermente avanti per aumentare la sensibilità dell'anteriore. Questo spostamento in avanti, allo stesso tempo ci fa aumentare la pressione sulle pedane e quindi la trazione.
Attenzione a portare in avanti tutto il corpo e non solo il bacino: molte volte si tende a spostarsi in avanti tenendo istintivamente il busto ancora perpendicolare al terreno: questo ci fa sembrare dei deformi, stanca prima e non giova a nulla, anzi le braccia lavorano male.
Abituarsi a stare in piedi ci porterà pian piano a fare in quella posizione praticamente tutte le manovre, anche quelle che in testa abbiamo catalogato come "da fare seduto". Io ad esempio tuttora mi siedo per fare una curva stretta, ed è solo perchè non ho ancora capito bene la distribuzione delle masse sul 4T. Ma se mi costringo a rimanere in pedi, vedo che la cosa viene bene lo stesso, e qualche volta anche meglio  ;D



La posizione fondamentalmente è questa in foto. Chi è di statura un po' sopra la media si troverà un po' a disagio e avrà l'impressione di caricare troppo il manubrio creando una eccessiva reattività dello stesso in situazioni di scarsa aderenza. L'istinto porterà quindi ad arretrare il busto o peggio il bacino: non facciamolo! L'avantreno diventerà leggero e perderemo direzionalità in modo considerevole. Paradossalmente, chi è avvantaggiato, in questa situazione, è proprio chi si lamenta dell'altezza delle moto da enduro  smban
« Ultima modifica: 12 Ottobre 2010, 09:13:33 da alex »
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Re: I primi passi del Motoalpinista: Tecniche di Base
« Risposta #1 il: 12 Ottobre 2010, 10:44:50 »
Secondo Step: PADRONI DEL MANUBRIO!
Chi inizia è prima di tutto concentrato sulla trazione e, conseguentemente, sulla erogazione da impartire tramite la manopola destra. Invece per ottenere un effettivo controllo del nostro mezzo quel che va fatto da subito é concentrarsi sull'anteriore: è quello il vero punto di contatto tra noi e il terreno che percorriamo, e quindi è quello che dobbiamo avere sotto controllo! La presa sulla manopola quindi dev'essere salda ma non spasmodica, insomma non aggrappiamoci al manubrio, perché tanto non è lui che ci tiene in sella  ;D
Quindi: presa salda. L'ideale sarebbe anche un dito (di solito l'indice, ma io preferisco il medio "anche" per questo) e, se si possiede un 2T, uno sulla frizione. Sul 4T il ditino sulla leva sinistra non è utile, importa semmai sapere come gestire di manopola l'abbondante range di coppia e di erogazione del motore valvolato. Quindi stiamo andando, le mani sono ben strette sulle manopole ma senza farci venire i crampi. Il polso destro è angolato in modo da essere dritto con l'avambraccio quando diamo gas, non quando siamo sul "tutto chiuso".
Adesso entrano in gioco le spalle: Sono le spalle, infatti, che seguono l'andamento del terreno e le reazioni trasmesse alle sospensioni, e non i gomiti. Le stesse spalle che accompagneranno le nostre "istruzioni" al manubrio. In Enduro tenere le spalle rigide e far lavorare i gomiti equivale a quello che, per lo sci, potrebbe essere paragonato al tenere il peso a monte. Tutto sbagliato, insomma. Ecco un altro buon motivo per il quale va mantenuta una certa mobilità articolare anche a dispetto dell'artrosi incipiente  :D
Per far bene questo lavoro il manubrio deve essere posizionato nel modo che favorisca quanto più è possibile la nostra guida senza che ci faccia incurvare la schiena quando ci alziamo sulle pedane, e che non ci faccia, al contrario, creare impiccio coi gomiti quando siamo seduti. Non esiste una regola per impostare il manubrio. Quindi: provate! Provate fino a quando non vi sembrerà di andar bene, e non date retta al guru della domenica che vi dice "devi tenere il manubrio più all'interno", o cose del genere: quello è il SUO modo di posizionarlo in base alle SUE esigenze.  Facendo così diventa facile pensare che siamo i più brocchi del gruppo, e invece basta un attimo ed una brugola :(
Se inclinare il manubrio in avanti o all'indietro è sufficiente per una corretta impostazione da seduti, che cosa si fa quando stiamo sulle pedane, visto che abbiamo detto che bisogna stare il più possibile in piedi?
Si trovano i riser di altezza tale da farci fare i movimenti nel modo migliore possibile e che ci consentano la postura più canonica. Senza mezze misure, perchè tutto parte da come ci posizioniamo. Per esempio, io tengo la sezione del manubrio in asse con l'inclinazione del cannotto, così le mie spalle lavorano esattamente sul movimento della forcella, e inoltre sono più neutro verso gli scarti che dà un pietrone non evitabile o una buca improvvisa. Ma non è detto che per uno di voi questa sia il posizionamento migliore! Entrano in ballo troppe variabili, prime fa tutte le nostre quote fisiche, per definire una regola comune. E comunque con la RXV questo mi porta ad avere le mani un po' troppo basse e quindi una errata posizione della schiena. Riser wanted...  ;D E' facile sistemare la cosa, basta capire ed agire.
Una volta che il manubrio è domato, allora sì, che avremo il controllo della baracca, e potremo iniziare a capire come mettere la ruota davanti dove vogliamo noi e non dove decide il telaio con le sospensioni: quella lì è una coppia di fetenti che appena gliene diamo l'occasione lavora contro di noi. E il nostro orgoglio ci dice che la moto .... è fatta male  :-[
« Ultima modifica: 12 Ottobre 2010, 10:49:10 da alex »
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Offline ilario

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Re: I primi passi del Motoalpinista: Tecniche di Base
« Risposta #2 il: 14 Ottobre 2010, 08:31:18 »
Perfetto Alex!
Sempre in piedi!
E' la mia posizione,la trovo molto rilassante,non affatica la schiena e il sedere,permette un controllo piu' preciso e sicuro,il baricentro si abbassa,il tuo
peso si scarica sulle pedane e non sulla sella.
Una volta abituati ci si accorge che ,a parita' di chilometraggio e difficolta' ,si e' molto piu' riposati.

Claudio.

kappa

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Re: I primi passi del Motoalpinista: Tecniche di Base
« Risposta #3 il: 14 Ottobre 2010, 09:35:31 »
A proposito di posizione del manubrio.
Dal momento che non credo sia solo per moda (anche se sono sicuro che incide per una buona percentuale)
da cosa dipende secondo voi la recente tendenza ad avere un manubrio parecchio alto e inclinato in avanti sulle moto da enduro?
cosa è cambiato nelle geometrie delle moto moderne che richiede questo accorgimento?
Anche sulle mie ultime moto ho osservato questa tendenza già di serie, io gradualmente l'ho avvicinato ed addirittura inclinato verso di me in una posizione all'antica insomma  ;D
Una posizione che in base alla lunghezza dei miei "braccini" mi permette quando sono in piedi di tenere la posizione corretta che dice Alex, cioè quella di stare con le spalle leggermente in avanti favorendo la spinta delle gambe verso il basso, mi accorgo invece che per molti la posizione che credono corretta quando sono in piedi e quella di stare più diritti possibile, posizione nella quale secondo me le spalle lavorano male.
Osservo anche che queste posizioni esagerate del manubrio di nuova tendenza che considerano solo la posizione eretta rendono la posizione di guida da seduti sgraziata e faticosa, e' vero che solitamente si guida in piedi ma dal momento che non è proibito dal codice della strada, anche quando siamo seduti e' giusto avere piena padronanza del mezzo.

Offline alex

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Re: I primi passi del Motoalpinista: Tecniche di Base
« Risposta #4 il: 14 Ottobre 2010, 10:02:21 »
Anzi, quando sei su bitume, guidare in piedi = verbale coi fiocchi!  :(
Tendenza ad avanzare il manubrio... non so, forse una semplice faciloneria in fase di assemblaggio? O una furbata del concessionario per dare anche a quelli "sopra la statura media" l'idea di buona maneggevolezza? Comunque la Kappa ha di serie diverse posizion per la regolazione dei riser, oltre alla inclinzaione del manubrio. Più che un piacere, direi che è doveroso trovare la propria combinazione.

Io sono davvero condannato ai riser. Per mantenere al meno peggio possibile la postura caricata sul davanti, sono costretto a tenere le gambe un po' flesse, altrimenti vado a caricare a piombo sulla piastra di sterzo e questo mi annulla quasi tutta l'avancorsa. Per dare una idea, la sensazione è pari a quella di quando si guida un mezzo agricolo con l'asse di sterzo davanti alle ruote: in sostanza l'angolo di caster è tutto negativo e non si riesce ad andar dritti se non a fatica. E procedere sempre con il quadricipite femorale caricato non è proprio una manna dal cielo  :(
Per questo dicevo che non essere altissimi in Enduro è un vantaggio, e non un handicap come si crede qui nel Forum....  ;D
Figurarsi come starei a mio agio su un trespolo da trial...  :o
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Re: I primi passi del Motoalpinista: Tecniche di Base
« Risposta #5 il: 14 Ottobre 2010, 10:38:06 »
STACCATA e CURVA
Direte voi "e che ci vuole?" E di principio avete ragione. Ma farlo da manuale forse non è esattamente come lo facciamo tante e tante volte ad ogni nostra uscita.
Posizione, parte sempre tutto da lì. E' corretta? vediamo.
In piedi sulle pedane, spostiamo indietro il peso del corpo. Manubrio tenuto in modo saldo nella direzione desiderata.

Fatto?  ;D


Bene, adesso facciamo forza sulle pedane e divarichiamo leggermente le ginocchia. Il nostro corpo è diventato un ammortizzatore  sm29 ed i carichi sono tutti ben ripartiti.
Giù le marce, per tempo e non come vediamo in motoGP, pressione decisa ma morbida sul pedale del freno posteriore, pelata leggera alla leva del freno davanti, che aiuta anche a stare in traiettoria. Leggera perchè darci con decisione porta alla chiusura del manubrio.  :(
Arrivati al punto dove dobbiamo iniziare a curvare, peso avanti per dare tenuta all'avantreno per l'entrata.
La tecnica canonica prevederebbe il bloccaggio del pneumatico posteriore per agevolare ed anticipare il punto di corda, ma a noi interessa relativamente, e non useremo questa tecnica per preservare il fondo, a meno di esser costretti dal raggio della curva stessa ad evitare una manovra difficoltosa. Ricordiamoci solo che, se lo faremo, in qualche occasione dovremo anche pelare un pochino la frizione, per evitare lo spegnimento del motore. Bisogna avere orecchio!  ;D

Contropendenza, niente appoggio
variante sgradita da alcuni e amata dai più tecnici. Qui non conviene nemmeno darci di brutto col freno posteriore, perchè anticipare troppo la corda ci porterebbe a una bella rotazione completa della moto.  :-[ Quindi anticipare la staccata e più delicatezza sul freno. Accompagnare col peso sulla pedana interna aiuterà la moto a cercarsi la traiettoria più a monte, portandovi automaticamente in sicurezza.
Lavoro di spalle sempre, fluidità e posizione corretta del busto, e anche questa l'abbiamo fatta  sm97

« Ultima modifica: 14 Ottobre 2010, 10:41:06 da alex »
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Offline Valchisun

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Re: I primi passi del Motoalpinista: Tecniche di Base
« Risposta #6 il: 14 Ottobre 2010, 13:09:14 »
In merito alla "moda" o tendenza di alzare la posizione del manubrio con "risers" o manubri a piega alta o anche "altissima", cio' e' dovuto secondo me, alla necessita' di un maggiore controllo e postura ideale nella guida all'in piedi sulle pedane, ovviamente per quelli alti di statura e' una necessita' per evitare di ingobbirsi sul manubrio, ultimamente ho notato che si sta' assistendo ad un ritorno alle posizioni del manubrio meno "estreme", piu' old style!Lo svantaggio di alzare eccessivamente l'altezza del manubrio e' che da seduti in conduzione della curva non si riesce piu' a caricare a sufficienza il peso sull'anteriore dela moto, la forcella non avra' il sufficiente "carico" e di conseguenza la ruota anteriore tendera' ad allargare la curva, questo si nota soprattutto nei tornantini stretti, o si entra "decisi" o si e' in balia della moto..... :-\

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Re: I primi passi del Motoalpinista: Tecniche di Base
« Risposta #7 il: 15 Ottobre 2010, 13:39:28 »
O devi rivedere il setting delle sospensioni oppure ti tocca fare l'allungamento dei femori.  ;D
Ma scherzi a parte, fossi in te opterei per un manubrio a profilo più basso  ;)
Una soluzione ottima in molti casi è data dal Ramirez Basso 22-0370. Un 28,6mm di diametro in ergal, con misure piuttosto vicine a quelli coi quali ci siamo tolti ... il latte di bocca tanti anni fa: 808x107x65. Se il manubrio della tua GG supera i 9 cm di H, ecco pronta una valida soluzione con soli70 € a listino Vannucchistore.



Generalmente parlando, il fatto è che la tendenza odierna è quella di adottare manubri con uno sweep piuttosto accentuato (ossia con le estremità molto curvate verso il pilota).
Chi come me ha prediletto il mitico Barozzi piega alta sa bene cosa intendo, ed è l'unica piccola pecca in un manubrio che per me è sempre stato il non plus ultra, tanto che l'ho sempre riproposto sulle mie moto fino a questa, dove il Magura di serie mi pare perfetto per la impostazione delle mani e delle spalle. Se non fosse per la curvatura poco accentuata in rapporto al mio busto/braccia.
Questo aggiunge al discorso sul controllo dell'avantreno, e in senso lato anche alla posizione corretta nelle varie situazioni, che non necessariamente bisogna per forza tenersi il manubrio di serie. Se scegliamo l'abbigliamento in base alla taglia ed alla praticità, a maggior ragione cuciamoci addosso la moto in modo da potercela godere nel modo migliore possibile, che poi non è altro che il suo corretto utilizzo in termini prestazionali.
« Ultima modifica: 15 Ottobre 2010, 13:52:52 da alex »
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Re: I primi passi del Motoalpinista: Tecniche di Base
« Risposta #8 il: 21 Marzo 2011, 19:52:33 »
Alex Zanotti ce lo spiega senza tanti giri di parole  :93:

http://www.youtube.com/watch?v=-adqfhSev4g
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Re: I primi passi del Motoalpinista: Tecniche di Base
« Risposta #9 il: 22 Marzo 2011, 22:35:02 »
Ho letto tutto. Alcune tecniche non fanno x me tipo il bloccaggio della ruota post. però molto di ciò che c'è scritto lo uso. Solo una cosa avete tralasciato: la distribuzione dei pesi in salita ed in discesa.
A parte ciò concordo su tutto ed in particolare sul fatto che se i normali di altezza magari hanno più problemi a mettere i piedini a terra hanno però più avvantaggiati alla guida... premetto che non è moltissimo che mi sono avvicinato con una certa costanza alla guida fuoristrada [N.B. fuoristrada e non enduro] ma inizialmente proprio non riuscivo a guidare in piedi. Facevo una fatica bestiale e dopo pochi km avevo un male alla schiena pazzesco. Eppure tutti i miei amici guidavano in piedi senza problemi... e quando salivano in sella al mio Tenerè dicevano che la distanza pedane manubrio era perfetta. Si grazie... perfetta x loro che sono 1.80m. Io sono 20cm in più di loro!!!

Ad un certo punto, stufo di fare fatica, ho deciso di dare una svolta... +4.0cm di risers -1.5cm di pedane e manubrio ruotato in avanti. Ora penso che la differenza sia sui 6.0/6.5cm... ragazzi che goduria!!! Ora è veramente perfetta!!! Domenica scorsa mi sono fatto tutto il giorno in piedi sulle pedane e sono arrivato a casa relativamente fresco...

Piccolo consiglio, da chi ci è passato pochi mesi fa, x chi si avvicina alla guida in fuoristrada. Per imparare a guidare in piedi bisogna passare un certo periodo in cui ci si impone di guidare in piedi SEMPRE. Ho passato 15gg in cui andavo ovunque in piedi, dal benzinaio, a casa dei miei, dal giornalaio... SEMPRE!!! Inizialmente sembra che la moto cada in curva... poi si capisce la dinamica. E' la stessa cosa di quando si impara a "saponettare" con le moto da strada... e un diverso modo di stare in sella ma è molto utile.

Tutto qua... x il resto i miei complimenti ad Alex x l'interessantissima discussione tecnica!!!  sm419
La vita umana non è altro che un gioco della follia. Il cuore ha sempre ragione...

Offline alex

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Re: I primi passi del Motoalpinista: Tecniche di Base
« Risposta #10 il: 30 Marzo 2011, 18:58:30 »
Ti dirò di più Zio, io non sono certo alto come te, però anche io per tenere la moto bilanciata e controllabile devo spostare il corpo.
In particolare, sul dritto e ancor più in discesa, senza "manovre correttive" graverei troppo sull'anteriore e quindi devo tenere sempre una postura arretrata in piano e ancor più arretrata in discesa. A complicare la cosa c'è il fatto che sono marcatamente italico, ossia con proporzione quasi esatta tra tronco e gambe. Il che si traduce nel fatto che ho un lungo busto che, in condizione di guida standard, mi porterebbe la testa oltre il manubrio con gli errori del caso.
Questo, si dirà, basta memorizzarlo e finisce lì. Invece non è proprio così, dal momento che tutti sappiamo che la moto quando si sta sulle pedane non le si dirige con le mani ma con le ginocchia. E qui inizia il bello, perchè se faccio più fatica a stare arretrato anche in piano, caricando sempre il sartorio, il retto femorale e il vasto laterale in caso di correzioni o contropendenze, in discesa, col  sm401 fortemente arretrato, sono praticamente in costante esercizio isometrico. Lavoro che mi porta rapidamente all'affaticamento delle cosce, che infatti sono l'uica costante dolorante il giorno dopo.
E che mi limita nella mobilità per le manovre direzionali da affettuare con le ginocchia, ossia praticamente sempre quando sto in piedi.
Sto studiando dei riser idonei al mio problema, che a quanto ho potuto vedere non esistono sul mercato, anche perchè come quote la RXV é veramente bilanciatissima. Ed essendo bicilindrica, il bilanciamento si è ottenuto (stranamente ma efficacemente) anche avanzando un pelo la posizione delle pedane, il che aggrava la mia condizione.
Sulla schiena sorvolo, perchè lì le questioni sono ben altre, ma il tutto, ribaltando l'intero ambaradan che ho scritto, si traduce in un modo solo: la correttezza della posizione in piedi è fondamentale anche per l'affaticamento fisico. Chi arriva a terra con un piede solo, non sa quante volte io li invidi mentre sto guidando in piedi. Ma ognuno, come si sa, guarda prima in casa propria  sm443
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