Autore Topic: La piega perfetta  (Letto 1593 volte)

Offline alex

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La piega perfetta
« il: 26 Maggio 2012, 20:36:07 »
Forse è questa la quintessenza del motociclismo da bitume.
Pennellare una traiettoria unica, impeccabile, entrando in modo preciso ed uscendone leggero come una libellula.
Da sempre inseguivo la piega perfetta, ma sono un bitumaro di età tarda, ho imparato tardi e non sarò mai un vecchio marpione che all’amico che striscia la saponetta risponde col gomito che gratta per dieci metri.
In pratica che succedeva (uso il passato perché con la Adventure la piega vera me la posso scordare, specie con i ritmi che tengo adesso) ?
Succedeva più o meno questo: quella curva mi piace, la conosco, adesso la pennello come non mai.
Però poi:
Occhio a quella crepa nell’asfalto, quello sarà umido o solo ombra, stai centrale che magari scende l’agricolo in Panda e canotta, e quelli tagliano le curve con la facilità con cui tagliano l’erba di campo.
Insomma, in pochi battiti di cuore, mentre ho ancora due dita della mano destra abbarbicate alla leva del freno, proprio mentre la punta dello stivale destro va a cercare la leva del posteriore, la curva è irrimediabilmente rovinata, l’entrata è troppo tarda, la moto deve scendere veloce e tanto, la raddrizzata con correzione è obbligatoria, la mano destra si chiude in avanti, esita e poi si ritorce, ormai tardi, all’indietro.
Esco dalla piega come un camion carico di blocchi di tufo.
Mannaggia.
Cosa serve per fare una curva perfetta?
Bisogna arrivare veloce, andare subito a prendere la corda con chirurgica precisione.
Si certo, ma non basta.
Infatti. Bisogna entrare veloce, avere una percorrenza lineare fino alla corda e progressiva dalla corda all’uscita, fino a quando si sente che la moto raddrizza ed allora si martella con gas.
Ok, vero, ma poi?
Già, è anche necessario che il busto si abbassi sul serbatoio, mentre all’unisono la chiappa interna scivola fuori assieme al gomito, la testa si protrae verso l’asfalto e il collo si torce per permetterti di cercare la traiettoria di uscita. La legge è legge: lei andrà dove stai guardando, come per un sortilegio dal quale è impossibile scampare.
Per cui se mentre calibri gli etti da mettere col tuo palmo sulla manopola interna, "lei" si lancerà verso il punto che si è fissato nella tua retina, disegnando su un'ideale lavagna una serie complessa di formule fisiche incomprensibili, ma che son pur tuttavia l’assieme di quel che si sta svolgendo.
Ok ma questa è la postura, è la componente artistica per quanto anch’essa indispensabile alla perfezione di una piega.
Quante volte ho messo assieme tutti questi requisiti imprescindibili, per poi buttarmi dentro, ed a volte mi pareva di essere finalmente riuscito a dare il colpo di genio, la punizione di Baggio, una nuvola del Caravaggio, un grappolo barocco di Mozart, una quartina dell’Alighieri.
Macchè.
Uno dei miei compagni di scorribanda, proprio in quel momento di soddisfazione, mi passava in uscita, 10 gradi più basso di me, 10 chilometri all’ora più veloce di me, e rimanevo lì a tentare di inseguirlo con l’impressione che provarci fosse inutile, vano quanto cercare di correre dietro, a piedi, a una pietra lanciata con una fionda.
Un giorno, come per tutte le grandi scoperte del passato, entrò in gioco il caso.
O forse il fato.
Più probabilmente l’empirismo, senza tanti fronzoli.
Nel senso che in Val di Cembra, uno dei più bei "misto veloce" che conosca, col nove-nove-otto entrai impiccato in una curva che ricordavo fosse aperta, ed invece chiudeva, ma chiudeva proprio di brutto.
Nella frazione di secondo in cui realizzai questa amena novità pregai San Metzeler e feci l’unica cosa che mi rimaneva da fare: buttai giù la moto e provai a fare la curva con la fede del disperato. 
Solo il tempo di rendermi conto che l’asfalto era quella cosa grigio-rossiccia che passava a qualche palmo dal mio casco, e mi trovai fuori quasi incredulo. Veloce come non mai, perfino.
Buono, analisi.
Che è successo, ripassa i dati: sbaglio, giù, tutto l’automatismo, che è cambiato?
Niente, solo avevo aggiunto l’ingrediente mancante, quello che fa la differenza tra la zuppa di fagioli dell’osteria di fronte e quella di Vissani.
Ci avevo, per forza degli eventi, messo la fiducia.
Fiducia nelle gomme, nell’asfalto, nella società di manutenzione, nel mio meccanico, nel telaista della Ducati, nel tecnico delle sospensioni, ma anche (e soprattutto) in me stesso.
Da allora capii che la ricetta giusta per la piega perfetta necessitava di quell’aggiuntina vitale fatta di un pizzico di fiduciosa incoscienza, nel prendere il raffronto con quel pezzo di asfalto come se fosse la cosa più impellente della mia esistenza, come se per vedere il resto della mia vita dovessi per forza passare attraverso quell’arco bitumoso il più presto possibile come se fosse un portale quantistico.
Iniziai allora a godermi la piega, quella vera, che è armonia, unicità di movimento e angoli che si pensavano assurdi e da aspiranti suicidi.
Intendiamoci, non sempre, a volte entrava in gioco una variabile che poteva essere l’ìincognita, un dubbio, e allora riecco la curva a puntate, il piegus interruptus, magari per una, due, tre volte, fino a che non si ripeteva, come una liberazione, la nuova magia della pennellata, strizzata di palle sul serbatoio, avvolto nell’amplesso, proteso morbidamente in mollezza plastica su un abisso che improvvisamente si azzerava quasi, il polso che si metteva da solo nell’angolo ideale, pronto a scaricare il resto della scuderia, l’occhio che già cercava la corda successiva, i terminali che passavano dal borbottio scoppiettante al gorgoglio in crescendo, per poi urlare con la fierezza di Simba….
Una volta il giochino è andato male.
La fiducia cieca espone e comporta accettazione di poste più elevate.
Ma mi manca, mi mancherà lo stesso, sempre.
« Ultima modifica: 08 Ottobre 2017, 09:01:02 da alex »
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Offline Valchisun

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Re: La piega perfetta
« Risposta #1 il: 26 Maggio 2012, 21:01:41 »
Intendevi questa?



o questa?


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Offline alex

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Re: La piega perfetta
« Risposta #2 il: 26 Maggio 2012, 21:17:09 »
 :57:  beh quasi... MOLTO quasi, diciamo...  :93:

PS: nella prima foto nè controllo di trazione nè diavolerie elettroniche, solo il pilota e la moto (e che Pilota e che Moto!!)  adoremus adoremus
« Ultima modifica: 26 Maggio 2012, 21:18:40 da alex »
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Re: La piega perfetta
« Risposta #3 il: 26 Maggio 2012, 21:32:54 »
Guardando la prima foto, sento pefino lo strusicare a terra della saponetta e anche della tuta in pelle.... sm409
La seconda invece sembra uno che adesso ha trovato un altro che gliele suona......e cosi' si ritira in buon ordine.... sm453 sm453 sm453

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