Autore Topic: Motocavalcata  (Letto 1208 volte)

kappa

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Motocavalcata
« il: 22 Settembre 2011, 22:13:11 »
Voglio "incollarvi" questa bellissima (per me) riflessione dedicata alle motocavalcate, segnalatami proprio questa sera da un amico di uscite di un altro forum e scritta da Tristimonia, non sappiamo chi sia ma, complimenti davvero  sm13

Sto scrivendo queste parole nella mia mente, in apparente silenzio, mentre la ruota anteriore copia minuziosa la mulattiera sassosa. Mi trovo alla Cavalcata dei Briganti di Roccaraso, una della manifestazioni più belle ed impegnative del centro sud. Ma potrei essere ad Arezzo, o ad Umbertide.

A volte sembra che non la coscienza, ma la strada sia a comandare il mio corpo. Una pietraia improvvisa: i muscoli si irrigidiscono, il tronco mi si solleva sulla sella. Le pietre terminano e il fondo terroso chiede alle gambe di flettersi, ai glutei di appoggiarsi con gratitudine. Sono stanco, ma ancora le energie ci sono.

Il sottobosco emana un sentore di arcana profondità, la coda dell’occhio spia grovigli e tronchi centenari. Forse è questo il luogo – c’è quasi sempre - che riesce a spingersi dentro e da qualche parte toccare qualcosa, forse nel cuore, o più giù ancora.

Perché? mi chiedo. Un gruppo di persone, giovani e meno giovani, che accomunati dalla passione per l’enduro si riuniscono e partono e percorrono strade sconosciute e selvagge. Cosa significa tutto questo? E’ un fatto, si può essere tentati di rispondere. Un semplice avvenimento. Ma voglio prendere in prestito le parole di un maestro del nostro tempo, Tzvetan Todorov, quando dice che i fatti in sé non rivelano il loro senso, che è ciò che m’interessa.
E quale può essere il senso di una motocavalcata? Un esame superficiale potrebbe incoraggiare un giudizio di pericolosa futilità, un’iniqua perdita di tempo che potrebbe essere dedicato ad attività più sane, elevate e corroboranti per lo spirito.

Tuttavia credo che qualcosa ci sia, anzi sia più di qualcosa. E allora cosa dobbiamo cercare? Dove è il senso?

Forse il senso deve essere scoperto nei ricordi, uno dei regali più belli che un’esperienza simile ci può lasciare. Sento un rombo alle mie spalle, mi accosto, il concorrente spalanca il gas, mi inonda di sassi e si allontana. Dopo meno di trenta secondi passo accanto alla sua moto rovesciata sulle pietre, verifico che sia tutto a posto e proseguo.
 
Forse il senso dell’umiltà, i passaggi difficili, quelli più duri, esigono sì fermezza, ma anche un accostamento alla natura che faccia spazio alla nostra ammirazione. Forse il senso di riuscire ad entrare in sintonia con la varietà meravigliosa del mondo, che non reclama sempre cattiveria, costituita da paesaggi interminabili ma anche di pietre fangose.

Arrivo al ristoro. Faccio rifornimento, scatto qualche foto e mi soffermo a guardare le moto: ci sono parecchi ultimi modelli, gioielli da otto o novemila euro. Automaticamente lo sguardo mi cade sulla mia Principessa, una Husaberg del ’99 che non ha avuto la fortuna di uscire dalla fabbrica con il prezioso pulsante dell’avviamento elettrico. Ci sono affezionato e non temo di dirlo.

Forse il senso dell’essenzialità. Il sereno accontentarsi di quello che si possiede, e possederlo nel tempo per imparare ad amarlo, anche quando si spegne nei momenti più assurdi. Mi rendo conto che Principessa mi ha insegnato varie cose, sul tempo e sulla pazienza. E non è poco per un congegno meccanico.

Riparto, lungo un tratto particolarmente ostico comincio un piccolo slalom tra alti scogli ricoperti di licheni. E’ un gioco d’equilibrio delicato e sottile. L’equilibrio è importante. Forse il senso di precarietà, sulle ruote ma anche esistenziale. Guardo i monti e le rocce che continueranno ad esistere per millenni dopo la mia scomparsa da questo mondo. Sono una creatura di passaggio, e sono felice di esserne cosciente.

Quasi all’improvviso sbuco sull’asfalto. Un cartello attira la mia attenzione: “Ultimo Km”. Sì, anche il senso della sorpresa, della scoperta improvvisa. Per conservare la capacità di stupirsi, in un mondo dove anche la notizia di una nuova guerra provoca un’annoiata alzata di spalle.
Motocavalcate…
Tristimonia

Offline alex

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Re: Motocavalcata
« Risposta #1 il: 22 Settembre 2011, 23:06:10 »
Tanto di vero, sempre bello leggerle anche in altri, certe sensazioni.  :PDT_Armataz_01_37:
Aprilia SL1000 Falco "Zia Frankenstein"
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Offline ilario

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Re: Motocavalcata
« Risposta #2 il: 23 Settembre 2011, 08:11:18 »
Ha espresso il senso dell' "andare"-dell' "osservare"-del "vivere".
Non quello deleterio che invade molti di noi che e' quello del "correre" del "essere i primi" nella corsa verso il "nulla".

Offline Valchisun

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Re: Motocavalcata
« Risposta #3 il: 23 Settembre 2011, 12:52:19 »
Uno che sa' scrivere cosi' e' perfino sprecato per una Motocavalcata.......Molto bravo a vedere del "bello" in quegli "ammassi" di enduristi da Mondiale "incompresi" dal Mondiale stesso........ sm414

Ktm Super Duke 1290 R

bramby

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Re: Motocavalcata
« Risposta #4 il: 10 Dicembre 2011, 14:17:15 »
"ammassi" di enduristi da Mondiale "incompresi" dal Mondiale stesso........
bella definizione smbrv