Se tutti noi avessimo tenuto duro, forse, i dirigenti delle case italiane-europee, vedendo crollare le vendite del prodotto delocalizzato, avrebbero capito che non era il caso, non sto parlando di prodotti di consumo o di necessita’ come automobili e e telefonini, ma, almeno di prodotti ludici e da puro divertimento, personalmente, pagare al prezzo di listino una moto che ha il logo di una casa italiana-europea sul serbatoio, ma che e’ stata prodotta in Cina-India o Sud Est asiatico in generale, mi sa tanto di presa in giro, adesso che, per un furgone devi aspettare un anno e mezzo, per molte moto pseudo italiane o pseudo austriache siamo a tre mesi di attesa, le case stanno ritornando sui propri passi, la Bianchi apre un nuovo stabilimento in Lombardia, la Triumph ha dichiarato che tornera’ a produrre in Gran Bretagna e non piu’ in Thailandia, Volskwaghen ha un richiamo di 110.000 autovetture a cui si limitera’ a rimuovere la paratia copri motore difettosa, oggetto del richiamo, ma non potra’ sostituirla, indovinate la provenienza di quella paratia....Diciamo che, dopo, avere visto il disastro epocale dovuto alla loro delocalizzazione, i dirigenti delle case si stanno accorgendo delle conseguenze delle loro scelte scellerate, visto che da laggiu’ non sta arrivando quasi piu’ niente, soprattutto la componentistica elettronica, smartphone compresi, se poi ci mettiamo anche dentro il crollo dell’occupazione del mondo occidentale, direi che il quadro e’ completo, io su una moto delocalizzata, non ci salgo manco morto....