Autore Topic: Britten VS moto Guzzi  (Letto 397 volte)

Offline kermit

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Britten VS moto Guzzi
« il: 21 Aprile 2021, 01:48:43 »
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John Britten e la V1000: perchè la sua storia è così importante?
John Britten e la V1000: perchè la sua storia è così importante?
10 Luglio 2016 alle 12:00
Redazione   
Di: Redazione
Il neozelandese che ha realizzato una delle moto più incredibili di sempre è stato protagonista di una fiaba moderna che fa sognare
Avrete sentito parlare, almeno una volta nella vostra vita, di John Britten e della sua Britten V1000. Nel giro degli appassionati di moto, si racconta sempre la sua storia e tutto quello che riguarda la vita e le opere di John è elevato a leggenda. John era un ingegnere meccanico e costruttore di moto, una persona che ha fatto della sua passione il suo mestiere e ha lasciato ai posteri una delle moto tecnologicamente più avanzate del mondo, ma perchè la V1000 è così importante per la storia del motociclismo mondiale?



L'uomo

John Kenton Britten è nato Christcurch, in Nuova Zelanda, il 1° di agosto del 1950. A circa 500 km di distanza c'è Invercargill, paese che ha dato i natali a Burt Munro, un altro personaggio leggendario del motociclismo che ha molti punti in comune con il protagonista della nostra storia.
Era dislessico, ma è riuscito comunque a completare un corso di laurea di 4 anni come ingegnere meccanico seguendo corsi serali, per poi essere assunto come apprendista disegnatore, un lavoro che gli ha dato la possibilità di imparare e sperimentare. Britten si è spostato anche in Inghilterra, dove per mesi ha lavorato al design di un nuovo raccordo autostradale che collegasse la M1 alla M4, due delle principali vie di collegamento della nazione.
Tornato in Nuova Zelanda, ha lavorato alla Rowe come designer engineer, concentrandosi su macchinari da lavoro e cominciando a sperimentare da sè. La sua prima creazione fu un lampadario di vetro fatto a mano, poi si è insinuato nel suo cervello il tarlo della motocicletta.
Per tanti anni, John, ha studiato per costruire una moto tutta sua e nel 1991, dopo anni di duro lavoro ed esperimenti nel suo garage (assieme a pochi ma fidati collaboratori), ha presentato al mondo la Britten V1000, una strana e colorata moto da gara che ha subito catturato l'attenzione degli addetti ai lavori e delle riviste internazionali.


La moto

Già dal primo sguardo si intuisce che la V1000 è una moto strana. Il motore, interamente costruito da John e dal suo team, è un bicilindrico a V di 60° con distribuzione 8 valvole DOHC e teste, valvole e bielle in titanio. Tratto distintivo della meccanica, il budello di collettori blu che si sviluppa sul lato destro, e affianca i due gruppi termici. La potenza di questo V60 è di ben 166 CV a 12.500 giri, valori impressionanti per l'epoca, paragonabili a quelli di una 500 GP a 2 tempi.
Se il motore, benchè completamente artigianale, non sembra così rivoluzionario, tutto il resto non si era mai visto. Il telaio non c'è, ma la meccanica svolge funzione portante e a reggere la ciclistica ci pensa la monoscocca, una soluzione che conosciamo perchè impiegata dalla Ducati Panigale, ma sono passati più di 20 anni!
La forcella di tipo Hossack è stata completamente ingegnerizzata da Britten e ha un singolo ammortizzatore dietro il parallelogramma che regge la ruota, collegato con un complesso link. Anche la ruota dietro è sostenuta da un mono, ma è sposizionato davanti al motore, collegato da aste di rinvio al forcellone? Lo scopo? centralizzazione delle masse, e per questo motivo troviamo il radiatore sotto la sella e il serbatoio carburante sul codino.
La prima impressione, guardando la meccanica, è che la moto sia tutta storta, ma la realtà è che si trattava di un mezzo così ben studiato da avere potenzialità superiori a quelle di una SBK ufficiale. Il peso era di appena 138 kg, e il rapporto fra peso e potenza era di 1,2 CV per ogni kg di moto. Impressionante per l'epoca.
La Britten corse, e vinse. Dato che non si trattava di una moto di serie, non potè partecipare a nessun campionato superbike internazionale, ma si distinse soprattutto nel campionato BEARS australiano e nella Battle of The Twins, con vittorie a Daytona e Assen. Con le dovute deroghe, riuscì a correre nel campionato SBK neozelandese annientando la concorrenza con entrambe le moto schierate. Nel 1993, inoltre, fece registrare il giro più veloce a Tourist Trophy e registrò numerosi record di velocità per la categoria 1000cc nel miglio lanciato, nel miglio da fermo, nel chilometro da fermo e nei 400 metri da fermo. Di V1000 ne furono costruite 10, nessuna uguale alle altre e tutte rappresentanti dell'evoluzione del progetto.


Il mito

Come tutte le storie belle, c'è anche una parte triste. John Britten ci ha lasciato a soli 45 anni, nel 1995, a causa di un brutto cancro. La sua prematura scomparsa ha abbandonato il progetto Britten V1000 senza eredi e ogni esemplare è diventato un ambito pezzo da collezione che i proprietari custodiscono gelosamente.
Ritornando alla domanda del titolo: perchè questa storia è così importante per il motociclismo e per gli appassionati? Dopotutto ci sono altri creatori di moto uniche e tecnologicamente avanzate, come Fior, come Lazareth, come NCR... perchè proprio Britten ha quest'aura di leggenda?
Se Disney avesse dovuto scegliere una storia con le moto per uno dei suoi classici d'animazione, avrebbe escluso tutti quegli altri. La vita di John Britten e della V1000 è in realtà una fiaba contemporanea, è l'esempio di passione viscerale che porta ad un livello molto più nobile il fanatismo per le due ruote. Si tratta di ambizione, di amore, di integrità morale, di voglia di realizzare il proprio sogno, di totale disinteresse per il business e delle cose materiali.
La V1000 è un oggetto, ma è nato dalle mani di una delle anime più pure che il motociclismo abbia mai avuto, è così anche quei pezzi di ferro e leghe metalliche hanno acquisito un carisma e una personalità che nel mondo delle due ruote non si è mai più vista.
Un altro motivo, molto importante, è la capacità che hanno le persone di immedesimarsi in John. Chiunque avrebbe voluto vivere quello che lui ha vissuto, molti avrebbero accettato il cancro a 40 anni pur di realizzare il proprio sogno, vederlo nascere fra le proprie mani e ricevere riconoscimenti e onori da tutto il mondo.
La fiaba di Britten è quel tipo di storia di cui il motociclismo ha bisogno, in un'epoca di poco interesse per la passione nella forma più pura, dove le competizioni sono soprattutto business e dove le moto sul mercato sono soluzioni di compromesso per far contenti un po' tutti, in attesa della rinascita di una passione nobile come quella di John.
Cerchiamo di lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato!

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Offline alex

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Re:Britten VS moto Guzzi
« Risposta #1 il: 21 Aprile 2021, 21:04:07 »
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