Gli uomini e il loro pensiero > Filosofia motoalpinistica

Un grande, enorme grazie a "Lupo" Badiali per queste parole

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Valchisun:
Ti è mai successo ….

Di mollare il gas per un attimo e poi spegnere il motore?
Restare li, con il bosco che ti avvolge e protegge...

Scendere dalla moto e spendere il tuo tempo a guardare le piante,
le foglie in terra tra radici e ricci di castagna...
E pensare che quel bosco esiste da sempre...
Rigenerandosi in un continuo,
germogliare del nuovo in primavera e seccare del vecchio nell’autunno inoltrato...
E se un fuoco se lo porta via, entro venti trent’anni ricresce...

Ti è mai successo di guardare il profilo di una collina e poi scendere a valle con lo sguardo?
Guardare le case distanti, le ville, le borgate e il paese in fondo...

Poi immagina come doveva essere tre o quattro secoli fa o anche dieci, che importa...
Case di pietra e legno, campi coltivati, sentieri che attraversavano boschi vivi e accuditi
da contadini che da essi ne traevano vita...

Ti è mai successo di guardare una mulattiera e pensare che lì ci passavano con i muli
e portavano legna, carbone, e magari forme di formaggio nelle bisacce...

Quanta gente ci sarà passata nel corso dei secoli?
Magari ci sarà stato un ragazzo del 1550 che avrà fatto a piedi quella mulattiera per raggiungere
un gruppo di case in pietra di cui facilmente oggi non c’è nemmeno traccia,
o forse per portare funghi o legna o per andare a trovare una ragazza da prendere in moglie...

Ti è mai successo di sentire qualcosa che esce dalla terra e dal bosco che ti entra attraverso gli occhi
e ti si innesta dentro?

Quella cosa che sale dalla terra, quell’odore di foglie e humus…
e tu che lo respiri in silenzio!

Resti li a svuotare la mente e a lasciare che si riempia di bosco...
E del silenzio di secoli di passi di contadini che camminavano, probabilmente senza fretta...

Il bosco che ti restituisce quella calma di allora...
Respira ancora con gli occhi e poi rimettiti in moto...
E torni ad andare...

Accarezzando il gas, senza derapare, quasi a non ferire...
Quella terra così simile ad una pelle!

Scritto di Marco Badiali (Lupo Alato)
Era il 7 Aprile 2007 e Lupo Alato ci lasciava a causa di un filo spinato teso e preso al collo con la sua moto da enduro...

ilario:
Bellissimo!
Con il passare degli anni si tende a "vedere" la moto ed il mondo che ci circonda non piu' con l'animo di colui che conquista ma
con il desiderio di "passare" accarezzando senza lasciare danni.

Lamberto:
È uno scritto bellissimo che condivido totalmente.
È lo spirito con cui si deve affrontare la natura e la montagna.
A volte mi sento fuori di posto perché transito in moto e vorrei una moto elettrica.
Certo non è la filosofia dell’agonista che ‘vede’ il bosco con un’altra prospettiva.

nonnomiki:
Bellissime parole e devo dire che a me, che sempre più sovente esco da solo nei boschi ...pensieri simili mi assalgono.  Mi è già successo più volte di rimanere in silenzio ad ascoltare la voce del bosco...con la scusa di riprendere fiato....specialmente quando capito in qualche vecchia borgata diroccata e disabitata da chissà quanti anni il pensare che tanto tempo fa c'era gente che ci viveva e campava in quel posto, con ciò che la terra intorno poteva offrire...mi fa sentire una persona infondo, fortunata !!!!

maurrox:
Bellissima,
non conoscevo la storia di Lupo alato ... accidenti!
Purtroppo anch'io continuo a sentirmi in colpa anche se so che un trial è molto meno invasivo di una enduro.
Ma non è neanche questo il punto; come tutti noi, anch'io amo i miei boschi e colli e il motoalpinismo mi permette di viverli e conoscerli in modo completamente diverso a quando ci vado a piedi.

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