Autore Topic: L'è mia la barca, l'è l'om!  (Letto 11638 volte)

Offline Pedro_CH

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L'è mia la barca, l'è l'om!
« il: 18 Novembre 2018, 16:17:38 »
Non è la barca, è l'uomo.
Parole di oltre 10 anni fa del mio allenatore di canottaggio. Un concetto molto semplice.
Per noi basta sostituire la barca con la moto.

Semplicemente non sono i mezzi che permettono di fare qualcosa, ma è principalmente la persona la parte più importante nel superare gli ostacoli della vita.

La moto "sbagliata" (Non la più blasonata ktm 690 /701 rally adventure), le borse sbagliate (Non le Magadan per i lati ed Enduristan per il sopra), non la tenda della MSR, non il sacco a pelo ultra performante o il completo della Klim adventure della klim.

 Dopo circa 50000 km con la XRV in meno di due anni, a giugno sono partito per un viaggio che organizzavo da quasi 2 anni. Anni di sacrifici per poter completare questo viaggio, sacrifici come il dormir a sfroso a scuola sullo stesso materassino che mi avrebbe accompagnato durante il viaggio. Non sto qua a raccontare tutta la storia, troppe emozioni e c'è troppo da dire.  Mi prende troppo tempo siccome sto già lavorando per il 2019 dove ripeterò qualcosa di simile.

Se vuoi fare veramente qualcosa lo fai. Ognuno poi ha il suo modo di fare le cose, di viverle e di organizzarsele. L'emblema di ciò è Wilson, un ragazzo canadese:



Ha trovato la moto in vendita ad Osh, l'ha comprata per meno meno di 1000$, ha organizzato i visti e ha preso l'aereo. Nella foto ci troviamo nel Wakhan corridor, uno dei posti più interessanti del Pamir e lontano dalla M41. Ad Osh avevo incontrato gente con Triump Tiger, CRF1000 e GS1200 e mi dissero che avevano incrociato il ragazzo alla dogana e sicuramente non sarebbe stato capace di fare la Bartang valley (Le sopra citate moto non l'avevano fatta) e molto probabilmente di arrivare a Tashkent.
Ho visto gente tutta bardata con bellissime KTM 690 sulla M41, mi dissero che seguivano la M41 e che è una strada tosta.
Notare l'abbigliamento tecnico di Wilson. Nella foto era fermo intento a pranzare, nei giorni antecedenti aveva percorso la Bartang Valley a scendere per poi risalire la M41 e scendere lungo il Wakhan corridor.
Non sto qua a dire che il metodo Wilson è il modo giusto di viaggiare, ma ciò è l'emblema che se uno vuole fare qualcosa lo fa, gli altri son tutti chiaccheroni.

Torniamo a noi e al viaggio.

Una carrellata di foto:



La moto il giorno prima di partire. Per finire sono partito alle 22 di sera e mi sono sparato 27 ore non stop sulla moto e oltre 2000 km fino a Chisinau. Non sto qua a raccontare tutta la storia ma dico semplicemente che l'amore gioca brutti scherzi e le deprivazione di sonno mi ha quasi ucciso tra varie allucinazioni.


La bandiera ucraina in una foto.


Tra Moldavia e Ucraina il panorama è molto strada dritta su e giù tra qualche collina e tutto circondato prevalentemente di campi.


Hotel Patriot a Belgorod. Stanza ok, niente acqua calda, situazione assai comune in Russia. Costo irrisorio.


La strada per Volgograd. Ci siamo imbucati in stradine laterali ma che finivano in piste di sabbia. Non il massimo con la moto carica e le gomme non consone per l'altra Africa twin. Inoltre la sua moto iniziò a mostrare dei problemi, come se il getti del massimo fossero toppi.


Cambio gomme a Volgograd e il cerchio anteriore mostra il primo segno. L'unica parte della moto di cui non avevo completa fiducia mostrava già i primi problemi. Lo comprai sul forum dell'africatwinclub tramite la italcerchio. Mea culpa.


In Volgograd fummo accolti da dei biker locali. Estremamente gentili e ci invitarono ad una visita ad un campo estivo per bambini. Orfani e non, estremamente simpatici e curiosi visto che io ero la star straniera. L'altra Africa risolse il problema. A marzo gli diedi una lista delle cose da fare e controllare e lui non l'aveva seguita alla lettera. Le valvole sono state registrate e il filtro oliato siccome il suo k&n era secco, per questo motivo i getti del massimo si erano toppati.


Bad timing. Lungo la Volga tra Maggio-Giugno c'è un invasione di moscerini. Noi eravamo proprio nel mezzo. A Volgograd ed Astrahan c'erano nuvole attorno alle persone.


Prima volta della mia vita a pecorrere 400 km senza vedere nulla e tutto piatto.


Il ponte tra Astrahan e il Kazakistan. Al confine abbiamo dovuto aspettare 1 ora per poter uscire la Russia malgrado tutto fosse in ordine. Normale prassi. 15 minuti al confine Kazako ed eravamo entrati...nel nulla!


Ad Atirau, una delle borse iniziava a mostrare segni di cedimento, andare a 100 km/h sulle strade piene di buchi ha conseguenze. Per dare un idea, ho incrociato una suzuki utilitaria targata Italia, erano una coppia di Italiani che viaggiavano verso l'Asia Centrale. L'oro andavano a 20 km/h sulla stessa strada.


La strada tra Atirau e Aktobe. Nessuno vi consiglierà mai di passare di qui. Google maps la marca "gialla" ma consiglia di fare il giro lungo andando verso Uralsk all'inizio. La strada non esiste più, tutti i camion e poche macchine che ci passano stanno sui bordi. Ci sono forse 2 villaggi da 500 persone lungo la strada.


Loro ci aiutano, noi li aiutamo. Mi son fermato ad aiutare questo camion con una gomma bucata siccome non avevano più colla. Uno dei due villaggi era in vista, quindi se la sarebbero cavata.


Scesi a Shalkar, le strade rimanevano simili. Bellisimi posti nel nulla. In questa foto una antica città, Savran, vicino a Turkistan. Queste mura formano un cerchio lungo oltre 2 chilometri!


Dopo 3 giorni nella pianura Kazaka, finalmente in Kirghizistan. Un piacere finalmente potersi lavare con dell'acqua. (Volendo ci sono tanti hotel nelle città, ma hanno prezzi fissi troppo alti, quindi 2 notti di campeggio viicno a Baikonur e Kandyagash


Soprattutto finalmente di nuovo nelle montagne!


Arrivato a quasi 4000 metri, iniziava a diventare notte e scendendo dal passo, questa persona mi fermò, poteva parlare un po' di Inglese e mi chiese se volevo mangiare qualcosa. Dissi di sì e mi offrì anche di dormire sotto il tetto dietro di lui. Parlammo tutta la sera mangiando un po' di simil Plov, poi il mattino seguente lo stesso riso a mo di minestra. Mi disse di provare il Kumis, Kumiz, etc, il latte di cavallo locale. Gli regalai la medaglia della distinzione al tiro in campagna e ci salutammo.



Trovai questo uomo. Alcune tende avevano il cartello "Kumiz", ma la sua no. Non era nemmeno una Yurta ma un solo telo. Vive li con i suoi figli. Provai il latte, era conservato in un contenitore da 40 litri di simil pelle a temperature ambiente. L'odore sapeva di marcio, il gusto era peggio: per oltre 2 settimane avrei cagato a spruzzi al mattino. Ho fatto salire sulla moto il figlio, poi la figlia voleva anche salire sulla moto, ma non per provare la moto, solo per raggiungerei il pupazzo sul cupolino. L'ho slegato e glielo ho regalato. Al fratello ho lasciato il dinosauro.


ARrivato ad Osh, ho fatto riparare le mie borse ad un calzolaio locale. Le borse hanno resistito per i restanti chilometri, qualche caduta tra cui una a 100 km/h con un bell highsider.


Qui lo Svizzero che ha aperto un negozio di moto ad Osh, vende ricambi quali olio e gomme. Molto conveniente come punto di appoggio per spedire i ricambi in anticipo. Ha qualche gomma Heidenau in stock ma nulla di garantito. I prezzi sono ovviamente alti, c'è chi si lamenta, ma siccome deve importare poche gomme alla volta, dogana e spedizione influenzano tanto il prezzo. L'olio costa poco ed è Liqui Moly o Motul.


Pulendo il filtro k&n, notai che era pieno di buchi. Buchi grandi, tipo da 1-2 mm. Nessuna idea del perché. Ci misi sopra questa calza ad alti denari per evitare di far entrare la polvere più grande.


La terra di nessuno tra il confine Kirghiso e quello Tajiko. Qui incontrai una moto guzzi scrambler.


Pamir, un posto meraviglioso, assai incomprensibile perché la gente vi ci viva.


Nel Wakhan Corridor, un tipico animale locale.


Sempre il Wakhan Corridor. A sinstra c'è l'Afghanistan. Una strada correva lungo il fiume dalla parte Afghana, magari sarà un progetto per il futuro.


Lo scollinare della Bartang Valley dentro la valle che porta di nuovo alla M41 nella zona del lago Karakul.


La valle Bartang è forse il posto più bello dove sia stato in tutti i chilometri in moto.


Di nuovo a 4000 metri, prima di arrivare all'M41 si può andare dove si vuole. Seguire la double track sarebbe solo una noia.  La XRV con carburazione orignale, la calza sullo snorkel tolta, riusciva ad andare al massimo qua sopra (gas completamente aperto) e ha raggiungo quasi i 140 km/h.


Continuo appena posso!
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Offline Pedro_CH

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Re: L'è mia la barca, l'è l'om!
« Risposta #1 il: 18 Novembre 2018, 16:51:33 »

Tornati a Osh, l'altra Africa inizio ad avere problemi alla frizione, slittava. La provai e gli dissi che il comando era molto duro, molto probabilmente c'era qualcosa nel filo, il comando stesso e l'attuatore. Qualcosa di esterno in ogni caso. Lui la controllo dalla Muztoo e il problema parve risolto. Partimmo e seguimmo il Sibirsky extreme su per una montagna, una strada scavata per mettere i pali della linea ad alta tensione e più tenuta. Dovemmo desistere siccome sull'altro versante era completamente erosa ed era impossibile passare.


Fu una bella avventura di pochi chilometri e moltre ore  :arar:


Ci si mise anche la pioggia che poi aprendosi permette ad una luce bellissima di illuminare tutto.


Il problema alla frizione c'era ancora e bisognava aprirla. Così abbandonammo il Kirghizistan e andammo ad Almaty, dove sarebbe stato più facile trovare ricambi.


LA frizione non mostrava nessun problema, solo qualche segno sulla campana, normale secondo me. I dischi glieli avevo cambiati prima di partire quindi non potevano essere la causa. Tirò i segni in piano e rimontandola sembrava andare bene. Partimmo dopo qualche giorno e dopo aver fatto il visto per la Mongolia. Qui al Canyon vicino ad Almaty.


Qualche strada alternativa sui vari laghi e la sua frizione incominciò di nuovo ad essere problematica.


Abbandonammo il Kazakistan e ci dirigemmo e Novosibirsk, dove c'era un concessionario honda e avremmo potuto avere dischi nuovi. Qui all'entrare della Russia.


A Novosibirsk c'era la pioggia e 7 gradi in luglio. Io avevo solo shorts e flip flops con me e siccome ci aspettavano svariati giorni d'attesa, comprai scarpe e jeans. Non compravo o indossavo
un paio di jeans da oltre 5 anni.


Dopo quasi un mese in culture diverse, finalmente eravamo di nuovo in una cultura simile. Qui uno dei miglior Hamburger che io abbia mangiato nella mia vita. Burger Records a Nsk, ho provato tutti i loro hamburger, estremamente favolosi!
Il prode compare andò dalla honda e appena toccarono la sua frizione gli cambiarono il cavo. Problema risolto, frizione a posto. Mi arrabbiai tanto siccome gli avevo detto di controllarlo e non l'aveva fatto e di conseguenza ho dovuto rinunciare a vedere il Kirghizistan e alla traccia che avevo programmato per il Kazakistan.


Lungo il fiume Ob, in uno degli svariati giorni a Novosibirsk. Le Mitas E07 non vanno nel fango.


Moshishe airshow, uno speccatolo vedere i Su-27 e Su-35 mentre nel sottofondo c'è un'orchestra che suona musica classica.


Ogni città in Russia ha un motoclub o più di uno. Hanno una club house o un bar dove si ritrovano. Nella foto quello di Barnaul.


L'Altay è una parte bellissima della Russia. Come la Svizzera ma con la differenza che le montagne sono selvagge.


Proprio come la SVizzera.


Mai fidarsi di google map. La strada era marcata come gialla ma gli ultimi 15 chilometri erano un sentiero. Famoso giro per le moto da enduro estremo, in pochi lo hanno fatto con moto cariche come noi.


Una delle parti più famose del sentiero, piena di graffiti di vari motoclub Russi.


La strada principale che porta alla Mongolia e che attraversa l'Altay è asfaltata e molto bella. Ma fuori dalla strada, c'è la parte più interessante. Salire e scendere dalle montagne in queste vaste pianure è una goduria.


La Mongolia e il tramonto sono una cosa pazzesca. Purtroppo poco dopo l'entrata nel paese, il compagno fece una cavolata che l'obbligò ad abbandonare il paese.


Da solo io prosegui e feci una delle giornate in moto più pesanti della mia vita. Incomincata con leggera pioggia, la strada non permetteva di andare veloce. Poi iniziarono i guadi e quello in foto era particolarmente alto, tipo 80 centimetri (L'acqua inizò a bagnarmi le palle). Il tempo poi peggiorò. Questa estate ha piovuto tantissimo nell'Altay mongolo e di conseguenza i fiumi erano assai alti e le strade tutte rotte.


Qua su una double track.


Qui a quasi 3000 metri a passare dentro una palude. Normalmente non doveva essere allagata.


Qualche fiume che non esisteva. Letteralmente la pioggia creava fiumi anche solo per poche ore.


Qualche passaggio da funambolo.


Dopo 500 chilometri e 14 ore di moto arrivai a Deluun dove dormi in una scuola per la modica cifra di circa 1€.
Sapevo di aver preso un colpo e controllando la moto notai che il cerchio anteriore aveva mollato.
Cercai un saldatore in zona ma nulla, tornai ad Ulgii e anche li, trovando un motoclub locale grazie a Horizons Unlimited, non trovai nessuno che potesse saldare il cerchio in modo performante. Semplice dilemma: Andare a Ulan Batoor, circa 3000 chilometri, o tornare a Byisk su strade belle, dove sapevo che ad un bike post me lo avrebbero potuto saldare. Andare ad UB per poi saldarlo non mi avrebbe lasciato confidente nell'affrontare la BAM, quindi non aveva senso. Inoltre se si fosse aperto in due in mezzo alla Mongolia il mio viaggio sarebbe finito.




Quindi tornai verso Byisk.


Qui a Byisk, al bike post Black African. Igor, il nano della foto, mi ha saldato il cerchio. È un manico e guida una Rd07a. Il ragazzo alto come me è di Vladivostok, si è complimentato quando ha saputo che avevo fatto il sentiero in Altay. Lui guida una Tenere 1200, la ha da 4 anni e ha su oltre 100 000 km. Le altre persone sono viaggiatori, quasi tutti con Africa Twin, che andavano in Mongolia, al lago Baikal e via dicendo.


Il maestro al lavoro.
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Offline Enzo

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Re: L'è mia la barca, l'è l'om!
« Risposta #2 il: 18 Novembre 2018, 17:04:28 »
Va bene, sono senza parole . :OK:
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Vertigo Nitro " la bomba"
Suzuki DR 650 SE " La Milf".

Offline Bikerider

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Re: L'è mia la barca, l'è l'om!
« Risposta #3 il: 18 Novembre 2018, 17:05:53 »
Gran bel report  :OK:

E complimenti come sempre, sei da ammirare.

If everything seems under control, you're just not going fast enough.

KTM 890 SMT - On
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Offline Pedro_CH

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Re: L'è mia la barca, l'è l'om!
« Risposta #4 il: 18 Novembre 2018, 17:37:45 »

A Novosibirsk mi incontrai con quest ragazzo, campione Russo di enduro e che aveva realizzato da se tutti serbatoi per la sua Rd07. Avevo visto la sua moto ad un evento moto a Novosibirsk e con un like su Instagram ci siamo "conosciuti". Appena seppe della mia rottura del cerchio tramite i social mi scrisse dicendomi che aveva un cerchio anteriore Rd07 a casa.


I materiali compositi sono il suo lavoro tanto che sui siti di moto russi si trovano in vendita ricambi aftermarket MRP (Medved Rally Production) da lui realizzati.


Mi regalo un parafango alto che fu un suo primo esperimento. Meglio del mio basso tenuto assieme dal nastro adesivo.


LAsciato NSK, direzione Europa. Qua a Yekaterinenburg, solo passato, non mi sono fermato. Su quelle strade asfaltate, si fanno facilmente 1000 chilometri al giorno tenendo una media di 100 km/h.


Non dico che sia divertente, ma è un esperienza da vivere.


Qui al Moto Lazaret a Perm, un giovane bike post dove ho potuto cambiare pulire la moto, la catena e comprare dell'olio.



Da Perm ho lasciato le strade principali e mi sono diretto verso nord a Kotlas seguendo strade laterali.


In Russia è una modifica tipa per sopperire al problema dei raggi che si rompono e arruginiscono.


Direzione Kotlas. Fu una giornata lunghissima, feci oltre 1100 chilometri di cui 400 su strade sterrate.


ARrivato ad ARchangelsk, si sentiva di essere al Nord. Posti assurdi dove vivere ma qui il riscaldamento globale è solo benvenuto.


Vicino ad Arhangelsk c'è Mala Karelii, un famosissimo museo.


Poi sono andato verso Onega, una cittadina sul Mare Bianco, fuori dal mondo e che è collegata da un treno e da strade bianche.


Sceso lungo il fiume Onega per andare verso il Ladoga mi son fermato a dormire a Kargopol dove ho incontrato alcuni viaggiatori dalla Kamchatka.


Seguito su qualche strada sterrata con l'idea di girare a nord del lago Onega. Putroppo ciò che non doveva accadare È accaduto.


Iniziò a piovere leggermente e a superare un'auto che mi stava davanti (io viaggiavo sempre ai 90-95 km/h costanti) la ruota dietro ha deciso di non seguire la ruota davanti nel passare sulla linea. Da notare che le linee sono spesse e sono fatte in modo da tenere i veicoli nella corsia. Così la ruota dietro sbanda, poi quando l'angolo con la linea è meno acuto ci passa sopra e prende aderenza sull'asfalto. Bum, io son volato e sono atterato sulla spalla/gomito sinistra, la moto è caduta a destra e per fortuna non ha iniziato a girare su stessa. Non stavo praticamente piegando per fortuna.


Finita nel fosso e io ero li a lato della strada. Penso sarò stato a terra per un minuto, mai avuto così tanto male nella mia vita. Mi alzo, tiro su la moto, una tuo si ferma, il tipo giudica che non ho nulla di rotto e dice Harasho e se ne va. Io continuo e decido di andare a St. Pietroburgo così da spendere qualche giorno di recupero in una città e se caso ci sarebbe stato un buon ospedale. 500 chilometri tra pioggia e freddo e qualche dolore ed ero nella più bella città della Russia. Trovato un hotel e sono crollato dal sonno.


Buon segno dormire, nulla era di conseguenza rotto. Preso una crema e delle bende per compressione in farmacia e via, la giornata era ancora lunga.


Sono andato a ritirare le gomme, era abbastanza scomodo guidare la moto e sembravo un vecchio nel muovermi (Mi sentivo uno di voi) :arar:
Preso un inculata e ho pagato 40 € per la sostituzione dei pneumatici siccome a Barnaul ne avevo pagati 5.
Fa niente.



Ho speso i restanti giorni a farmi coccolare e a sostituire il materiale rotto, nella caduta si è rotta la sola leva del freno e la tasca sul paramotore destro.


Dopo qualche giorno in città son partito presto come mio solito e son passato sui ponti fuori dalla città, un opera stupenda.


In Estonia ho iniziato a seguire il TET verso sud. Molto carino ma troppo patchwork per i miei gusti.


In Lettonia il TET è invece stupendo, quasi completamente su strade sterrate. Divertentissimo e panorami stupendi.


Traghetto manuale tipico della regione.


In Lettonia una parte del TET è completamente lungo la costa, non sulla spiaggia ma su una stradina interna tutta di sabbia. A Riga il linesman ha un ostello e hanno gentilmente accettato di spedirmi a casa il materiale inutile (tutti i ricambi che oramai non mi servivano per l'Europa). Circa 10 kg in meno sulla moto e viaggiare con 20 litri di benzina sotto l'altezza dei carburatori hanno reso il TET in Latvia assai divertente!


Una goduria fermarsi da qualche parte sulla spiaggia in Lettonia a dormire.


Una stazione di controllo lungo la costa Lettone.


Nida, un paese in Lithuania sulla Curonian Spit. Posto stupendo. Consiglio altuamente di percorrere il TET in Lithiuana e in Latvia.

Ho speso il resto del tempo a visitare un conoscente a Gdansk e un'amica a Vilnius dopo essere passato da Kaliningrad per comprare la benzina a prezzi Russi.

Il TET in Polonia sembrava un'altro patchwork, nulla di eccitante per me.

Arrivato a Tarnow mi sono poi sparato il giorno seguente il viaggio fino a Lugano passando all'Aprica e viaggiando così di notte nelle parti vicine a casa, il traffico È una cosa che non sopporto.
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Offline Lamberto

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Re: L'è mia la barca, l'è l'om!
« Risposta #5 il: 18 Novembre 2018, 21:12:53 »
Bellissimo report Norman!!!
Complimenti per lo spirito di avventura e per il coraggio, si perché per percorrere quelle strade ci vogliono non solo le capacità ma tanto coraggio e un po di incoscienza.
Concordo sulla teoria che è l'uomo e non la barca a permettere di raggiungere l'obbiettivo però ci vogliono dei correttivi a mio avviso.
Vedere Wilson affrontare quelle strade con le scarpe da tennis per come la penso io è incoscienza pura, poi si fa lo stesso ma non è il modo e lo spirito di affrontare un viaggio.
Di viaggi avventurosi (comunque non al tuo livello) ne feci uno nel 2002 attraversando per tre volte il deserto in Islanda, la cura che impiegai nei mesi precedenti al viaggio a preparare il mezzo (un pick up Mitsubishi) fecero la differenza quando alcuni compagni di viaggio ruppero le sospensioni o bagnarono il motore nei guadi (per la mancata adeguata preparazione del mezzo), perché poi toccò a me aiutarli,  farsi un c..o tanto per tirarli fuori dai guai perdendo giornate per le riparazioni.
Certe esperienze richiedono una grande attenzione nella preparazione del mezzo, dell'abbigliamento e del fisico ecc.
Quindi è verissimo che senza l'uomo giusto non si arriva da nessuna parte ma secondariamente se la barca non è a punto fai poca strada.
This is my opinion.

Comunque per essere così giovane hai due  :ple: così. Complimenti.
BMW R 310 GS
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Offline bibo

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Re: L'è mia la barca, l'è l'om!
« Risposta #6 il: 18 Novembre 2018, 22:05:37 »
Bravo Norman, bel report e bello spirito. Ho un paio di foto "quasi uguali" dal mio long raid Italia-Pakistan  del 2012 e dal viaggio verso la  Mongolia del 2015 (Altay russi), se le ritrovo le pubblico qui, è buffo rivedere gli stessi identici posti anni dopo.
Peccato tu abbia dovuto saltare la Mongolia, ma mi sa che hai fatto bene, la Mongollia è "pesante" per i cerchi (è dove mi si è quasi aperto in due il cerchio anteriore).

Ciao!

Bibo


In ordine di apparizione: TA600+K640Adv+K690E+TRide290+2*(Alp200)+Freeride250F+K390Adv

Offline Pedro_CH

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Re: L'è mia la barca, l'è l'om!
« Risposta #7 il: 19 Novembre 2018, 00:12:07 »
Certamente Lamberto, infatti il metodo Wilson non è per me, io il viaggio lo ho organizzato in due anni e ho anche fatto 50000 km di rodaggio per essere sicuro di come volessi la moto e che materiale portare  :arar:
Ciò mi da un enorme sicurezza e so ciò che posso fare.

Penso che per un viaggio simile (e anche più corti!), a meno che non lo si organizzi insieme, bisogni andare da solo e non accettare qualcuno d'altro quando il viaggio è già stato organizzato interamente, perché porterà a problemi. L'organizzazione è  una parte importante e farla insieme mostra subito se si è compatibili o meno, cosa non è avvenuta nel mio caso.

Per Bibo, sì, mi sa che quei posti non cambiano mai (A parte la Bartang Valley, li ogni hanno frana tutto). Il vantaggio è che metà delle traccie per l'anno prossimo sono già pronte, preparo la moto nuovamente e riparto a maggio-giugno. :OK:

Sempre la stessa moto, ne vorrei una più leggera per imbucarmi di più ma non c'è nulla di appetibile :-)

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Offline gianga

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Re: L'è mia la barca, l'è l'om!
« Risposta #8 il: 19 Novembre 2018, 07:11:11 »
Grandissimo. Coraggio e resistenza.
Quanto è durato tutto il viaggio? Quanti km al giorno facevi? Sui percorsi scorrevoli che medie orarie tenevi? Ho visto che ti sei avventurato in fuoristrada anche impegnativo, da paura con la "barca" che usavi...per capire quale sia effettivamente la moto migliore per queste cose.

Offline ilario

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Re: L'è mia la barca, l'è l'om!
« Risposta #9 il: 19 Novembre 2018, 11:15:33 »
Bravo e bellissimo giro.
Ti invidio tantissimo.
Avevo due desideri nella vita motociclistica--la Mongolia ed il giro del Mediterraneo.
Qualche anno fa progettai la Mongolia arrivandoci pero' da sotto,Turchia,Armenia,Iran,Turkmenistan,Samarcanda,Kirghizistan,Kazakistan,Mongolia e ritorno da Russia.
Andai in perlustrazione fino in Armenia e mi preparai per l'anno dopo.
Tutto sfumo' per il conflitto Irakeno e la tensione con tutti gli stati confinanti.
Quanto al giro del Mediterraneo lo programmero' per la prossima vita perché non sara' praticabile per un numero di anni tale che
sara ' fattibile dai miei nipoti--forse.
Ti capisco per la tua decisione di viaggiare da solo,io ci sono arrivato da parecchi anni ,mi sono stancato di farmi rovinare mesi ed anni
di progetti e preparazioni dal  solito amico cretino che si aggrega all'ultimo minuto convinto di andare a fare un giretto al bar e che
ti condiziona la vita gia' dal primo giorno.
Si diventa viaggiatori praticandolo sul campo ed imparando dagli errori commessi precedentemente non basta leggerlo sui forum
e guardando due foto,quasi nessuno posta quelle "normali" di quando era nel fango fino al ginocchio,di quando rimase senza benzina
nel nulla a 3/400 km dal primo paesino,di quando gli si spegne la moto e non riparte piu',di quando stava cercando l'arca di Noe e arriva
ad un passo molto alto dopo una intera giornata di acqua e neve e parcheggia la moto per fare una foto ricordo e quando si gira non la trova piu' perché e rotolata giu' di qualche metro fermandosi in bilico su uno spuntone.
Di questi avvenimenti non ho nemmeno una foto ma fanno parte indelebilmente del mio bagaglio di esperienza(non ho mai piu' parcheggiato verso il vuoto).
Hai due fattori a tuo favore,un fisico bestiale e la giovane eta',visto che i presupposti sono questi non oso nemmeno immaginare che cosa sarai in grado di fare da grande.
Bravo!

Offline Pedro_CH

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Re: L'è mia la barca, l'è l'om!
« Risposta #10 il: 19 Novembre 2018, 11:22:09 »
Il viaggio è durato circa 100 giorni.
In totale sono stati percorsi oltre 27000 km, medie relative, su strada asfaltata sto sui 92 km/h di gps, così facendo ho dei consumi di quasi 19 km/l, se aumento tipo a 105-110 km/h i consumi scendono a 15 km/l .
Non problematico in Russia (benzina 95 sta a 60 centesimi d'euri) ma più noioso è l'aumento dei consumi di olio del motore (da 1 litro ogni 3000 km si arriva a 1 litro ogni 1500 km).

Poi è assai relativo, appena vedo lo sterrato ampio io vado più veloce, ma quindi ero sempre sui 100 km/h sugli sterri dritti, ad andare piano mi sento sempre meno sicuro soprattutto se il fondo È sabbioso, cosa molto comune al nord della Russia.

Quindi in media teorica ho fatto 270 km/giorno, ma è assai relativo perché ho speso più di 30 giornate fermo allo stesso posto.
Ad esempio quando son partito da Novosibirsk per tornare in Europa ho fatto 2000 chilometri netti in 2 giorni. Fattibile anche con un CRF250 o ktm 690, l'importante è che la sella sia comodo e che si abbia un po' di protezione (non necessaria però), perché malgrado fosse agosto, c'erano 6 gradi e la pioggia.

Se uno vuole andare a Vladivostok e farsi tutta la russia, il mezzo migliore a livello di moto è il Goldwing.
Se uno vuole fare strade bianche, quasi qualsiasi moto va bene a patto di informarsi bene dove si va e cosa si trova, alcune strade marcate sulle varie mappe non sono strade, È facile che in Russia si finisca su una Zimnik che sulla mappa c'è ma in estate non esiste.
Se uno non vuole avere limiti, più piccola la moto e meglio è.

Non dico che la XRV sia piccola per me, vorrei una moto più piccola ma me la devo far andare bene per ora: https://www.facebook.com/101nolimits/videos/1877502725890550/

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Offline il pratese

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Re: L'è mia la barca, l'è l'om!
« Risposta #11 il: 19 Novembre 2018, 12:26:42 »
Sono senza parole, bellissimo.

Offline gianga

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Re: L'è mia la barca, l'è l'om!
« Risposta #12 il: 19 Novembre 2018, 13:19:00 »
Pedro ma sei una bestia...the beast sei tu non la tua moto! Hai tirato su l'Africa stracarica come fosse una EVO sm453

Offline Sauro

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Re: L'è mia la barca, l'è l'om!
« Risposta #13 il: 19 Novembre 2018, 15:28:53 »
 adoremus senza parole, bravissimo!
 smbrv

Offline vin-lap

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Re: L'è mia la barca, l'è l'om!
« Risposta #14 il: 19 Novembre 2018, 22:20:57 »
complimenti,
bel viaggio e magnifico report!
 smbrv
moto varie.....