Autore Topic: Balcani, Anatolia e un po' di Caucaso  (Letto 10071 volte)

Offline Pedro_CH

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Balcani, Anatolia e un po' di Caucaso
« il: 08 Ottobre 2016, 18:13:22 »
Circa 2 anni fa, dopo aver comprato la KLE, ho iniziato a curiosare su Google maps alla ricerca di strade sterrate e posti particolari da vedere. In concomitanza iniziai a giocare a Rugby e curiosando tra le squadre più forti al mondo, trovai la Georgia, nazione a me quasi sconosciuta. Sempre curiosando, su Google maps, trovai il passo Zagar e pensai che sarebbe stato stupendo poter percorrere quella strada in moto.

Così iniziai ad organizzare un possibile viaggio e già un anno fa, senza una preparazione adeguata, partii per un viaggio senza ben sapere quale fosse la mia destinazione (Se non magari il Zagar Pass). Dopo 13 giorni nei Balcani, durante i quali la KLE aveva raggiunto il suo limite, le lacune nella preparazione resero alcune fasi ostiche e soprattutto senza aver mai viaggiato così a lungo ero di nuovo a casa, conscio degli errori fatti e molto contento per la bellissima esperienza.

Allora incomincia ad organizzare meglio il tutto, chiesi aiuto ad amici nella vita reale e sui Forum (come ho anche fatto qui e ringrazio tutti vivamente), dopo neanche due mesi comprai una "nuova" moto (Grazie a Bibo per la pazienza nei consigli e al Topic dove mi pare Alex ha spiegato perché comprare una Rd03 o una Rd07 ma non una Rd04). Da allora ho dedicato molto tempo alla preparazione del mezzo e al test (da marzo ad agosto di quest'anno ho percorso circa 13000 km), alla preparazione dell'abbigliamento (un altro grazie al Forum) e soprattutto la strada che sarebbe stata alla base del viaggio.

La rotta l'ho tracciata completamente da solo, basandomi su consigli, istinto , lonelyplanet e siti come dangerousroads.org (Le strade contenute spesso e volentieri non Hanno nulla di pericoloso) e wikiloc (difficile trovare belle traccie e spesso e volentieri marcano difficili traccie su semi autostrade  :arar:).
Per i Balcani e la Georgia ho usufruito molto delle traccie di Nekay su wikiloc e sul suo blog:
https://nachotrips.blogspot.ch/
Purtroppo questa estate ha avuto un incidente in Grecia, nulla di grave, è stato un vantaggio per me perché rispondeva alle E-Mail volentieri e velocemente  :OK: (Soprattutto riguardo all'assicurazione in Georgia, la Georgia non è inclusa nelle assicurazioni....non è necessario averne una, infatti ho seguito questa non soluzione).
Per la Turchia ho ottenuto alcune traccie da ivanRUS di advrider:

http://advrider.com/index.php?threads/turkey-a-little-bit-of-caucasus-on-a-motorcycle-ktm-690.1018740/

Messo insieme un percorso a loop senza passaggi dalle stesse località, ero pronto per partire.

Gli errori più grandi che ho fatto sono stati i seguenti:
- Portarmi dietro tenda-materassino-sacco a pelo, utilizzati in totale due Volte per risparmiare forse 80€ in totale. Non pensavo fosse facile trovare Hotel e guesthouses in Georgia e Turchia, non ho nemmeno guardato su booking prima di partire, quindi è completamente "selberschuld".
- Mettere un punto fisso (sabato 10 settembre) per incontrarmi con due amici e risalire i Balcani assieme fino al 25 settembre. Ciò mi ha dato un po' di stress nel mio viaggio, in Georgia ero preoccupato di non riuscire ad arrivare in tempo a Igoumenitsa. Ho tagliato alcuni pezzi nella Turchia sud occidentale che avrei potuto facilmente percorrere.
- Utilizzare gli stivali forma Adventure pur avendo constatato che non tengono minimamente all'acqua...malgrado siano spacciati per resistenti all'acqua.

Burocrazia per il viaggio molto poca, ho dovuto fare il passaporto (Avevo solo la carta di identità, per la Georgia è necessario ), richiedere la patente internazionale per la Georgia anche se poi non mi è stata mai chiesta e mi sono vaccinato per il Tetano (richiamo, il caso volle che in Georgia mi sono tagliato con un pezzo di Ferro arruginito vicino ad un cantiere  :OK: ) e l'epatite A. Quest'ultima ho letto che la si prende col cibo, siccome provo spesso e volentieri i cibi locali di tutti i Tipi, l'ho fatta. (Questo vaccino non salva dalla caghetta  :arar:)

Qui la prima tappa, denominata Marathon, perché caratterizzata da molti chilometri per giorno. Il percorso da me disegnato non prevede in nessun punto di prendere l'autostrada (Anche se le strade normali in Turchia sono delle vere e proprie autostrade):



Le uniche differenze nella traccia GPS sono che passava vicino a Sofia e a Plovdiv, punta verso sud fino al confine con la Grecia, dove ci sono le Gole del Diavolo e dove ci sono un paio di strade bianche divertenti, necessarie per aumentare il Divertimento!

Sono partito sabato 13 agosto, in quanto giovedì 11 avevo l'esame di Nanorobotics a Zurigo. Partenza prevista per le 0700, ma siccome alle 0400 mi sono svegliato e non riuscivo più ad addormentarmi perché non stavo più nella pelle, sono partito alle 0500. Alle 0700 ero già in cima all'Aprica e malgrado fosse estate, la temperatura era di 7 gradi celsius. Dopo Ponte di Legno, ho passato Bolzano e ho risalito la Pustertal, nella parte italiana c'era traffico e le macchine ferme suonavano e mi facevano i fari abbaglianti siccome sarei dovuto rimanere anche io fermo in colonna...prima e ultima volta che è accaduto ciò durante il viaggio. Poco prima dell'Austria ero in riserva rossa (circa 4 litri rimasti), mi sono fermato e ho constatato che la moto consumava più del previsto (mai provata la moto da solo a pieno carico). Al benzinaio ho cambiato la pompa benzina rimettendo quella originale, pensando che forse migliorava i consumi siccome annulla l'effetto di gravità la pompa originale.
L'Austria ha strade stupende, tavoli da biliardo con velocità fino a 100 km/h, l'ho passata veramente in fretta!
Salito la forte pendenza del Wurzenpass, mi sono ritrovato in Slovenia vicino a Bled, dove avevo pensato di dormire la prima notte...ma erano solo le 1530, quindi sono andato avanti fino a raggiungere Ptuj (Circa 750 km da casa). Il secondo giorno sono entrato subito in Croazia vicino a Ptuj e ho preso la strada per Osjiek che percorre il Danubio, il quale rimane invisibile siccome è tutto piatto. La Croazia è uno stato a due facce: Moderno e turistico al mare, completamente Balcanico e più retrogrado nell'entroterra. Le strade sono sempre ben tenute ma quelle che ho percorso erano una sofferenza siccome erano constantemente circondate da case e quindi i limiti di velocità erano bassi. Ho passato il confine con la Serbia e ho visto per la prima volta l'immenso (ma relativamente Piccolo Vista la distanza dalla foce) Danubio. Passata la dogana serba mi sono accorto di non aver chiuso il marsupio, mi sono fermato per richiuderlo senza accorgermi che 100 metri più in avanti c'era un blocco della polizia. Mi Hanno ovviamente fermato, dimostrando che non avevo nulla nel marsupio, un grande sorriso e dirgli del mio stupore per quanto fosse grande il Danubio mi ha fatto proseguire senza problemi. Questo è stato lo stop più lungo di tutto il Viaggio ad un blocco della Polizia. Sono passato vicino a Novi Sad e poi Belgrado. Tutto è piatto e pieno di campi coltivati, inoltre sia al lato della strada che nei villaggi stessi, è pieno di rifiuti per terra, come se ci fosse appena stata un'enorme festa. Qui l'unica mezza collina accanto alla strada 129 in località Lok ???



Dopo oltre 500 km di strada piatta, ho raggiunto Golubac, una località sul Danubio, meta balneare estiva.



Ho seguito il Danubio fino alla Bulgaria circa, dove mi sono fermato a Vidin per dormire la notte in un Hotel completamente sovietico dopo aver percorso altri 750 km circa. La camera era un vero e proprio appartamento con soggiorno, cucina, tavolo, camera da letto e bagno (20€ colazione inclusa).



Il terzo giorno è stata una tappa marathon con tappa speciale. Ho lasciato vidin attorno alle 0730 locali e ho seguito la strada per Sofia, la quale era veramente bella all'inizio. Dopo un po' la strada ha iniziato ad alternare parti belle a parti veramente brutte, un po' come si alternano il bianco ed il nero su una Zebra. Per brutte intendo costanti vibrazioni e buchi con un diametro che permette il passaggio di un Bambino americano obeso e con una profondità di mezzo pisello di Motumbo.
Il meglio è stato un tombino mancante non segnalato. Raggiunta Sofia ho realizzato che la lampadina del faro era rotta. Ho deciso di seguire l'autostrada fino a Pazardzik e poi sud verso DEvin.



Vicino a Devin c'era un lago artificiale con delle vere e prorpie case galleggianti (Golyam Beglik su google):



La strada per Devin era veramente brutta, poi da Devin a Kozhari era ottima. La miniera di Yagodinska era piena di persone che facevano la fila per entrare, ho passato la visita. Poi la tappa speciale è iniziata: una bella strada Bianca che dopo 15 km non era più strada ed è diventata una mulattiera molto pendente. Arrivato in cima ad una specie di collina, il GPS mi diceva di andare dritto anche se non c'era nulla come si vede in questa Foto:





Mi sono fidato e dopo qualche chilometro si è dimostrato giusto e ho proseguito fino a raggiungere Trigrad e le la miniera delle gole del Diavolo (Devil's Throat cave), dove ho proseguito girando a destra lungo una bellissima strada non asfaltata (sconsigliabile per macchine) lungo un Canyon. Prima di raggiungere Smoljan sono passato in una regione di montagna piena di Hotel abbandonati, Hotel non finiti e alcuni che potevano anche essere aperti. Tornato su strade normali mi sono diretto ad Haskovo dove ho pernottato e cambiato la lampadina alla moto. Sono arrivato verso le 2100, dopo una giornata da 850 km. I Bulgari sono gentili e simpatici ma non sembra gli piaccia molto parlare inglese o per lo meno non gli piace parlare Inglese con me  :arar:
In ogni caso posti stupendi e meriterà un viaggio tutto a se!

Il Quarto giorno me la sono presa con comodo e ho fatto poco più di 300 km. Il cameriere che servivia la colazione si è dimostrato molto più sociale e mi ha dato un Kürpa (Io gli ho chiesto un Kurpa e lui non capiva Cosa volessi), in poche parole uno straccio, così ho potuto pulire la catena (Prima di partire ho messo il prodotto della castrol teflonato, ottimo ma la terra vi si appiccica tutta!). Ho controllato i cuscinetti e raggi della ruota anteriore (sulle strade il giorno prima avevo preso delle botte veramente forti. Ho preso l'auostrada fino al confine con la Turchia e al confine sono stato felice di constatare che davanti a me c'erano solo 8 macchine in colonna. Dall'altra parte, era pieno di macchine che suonavano il clacson. Tutte con targhe europee e la domanda di base è se i conducenti stessero tornando a casa o stessero lasciando casa...



Entrare in Turchia è stato veloce, mi Hanno controllato i bagagli velocemente toggandoli e nulla di più. Sono passato letteralmente dentro Edirne e dopo tutti questi giorni attraverso nazioni ex Yugoslave o post comuniste è stato uno shock vedere tutta quella gente per strada. Ai semafori molta gente mi faceva domande, ovviamente in Turco e si mettevano a ridere siccome la mia risposta era anche una risata. È pazzesco come la Turchia stia costruendo strade e infrastrutture ovunque in questa zona.



Ad un benzinaio un vecchio Signore ha guardato la mia targa e ha iniziato a immaginare da dove potevo venire, all'interno lo ha chiesto al figlio, il quale mi ha chiesto da dove venivo in Inglese. Poi mi ha chiesto se parlassi il Tedesco e gli ho detto di sì, ma che la mia madre lingua era Italiano. Lui conosceva la Svizzera siccome era stato in Germania un po' di tempo e ha spiegato al padre che in Svizzera si parlano tre lingue (a dir il vero 4) nazionali. Lo sguardo del Signore era veramente stupito. Ho raggiunto il Ponte nord sul Bosforo alle 1700, l'orario perfetto per beccarsi il traffico dei pendolari, anche se penso che ci sia sempre traffico. Mi sono adattato alle regole del traffico locale velocemente:
1) i veicoli a due ruote possono usare la corsia d'emergenza
2) Usa il clacson per segnalare la tua presenza, le Auto si toglierano dalla tua strada
Semplice. Ad un certo punto mi arriva dietro sulla corsia d'emergenza la polizia con le Sirene, mi sposto e loro proseguono per la loro strada...con dietro io che ho approfittato di loro. Ad un certo punto c'erano due agenti a piedi nella corsia, ho pensato che fosse l'ora di prendere una multa, ma non mi Hanno fermato e mi Hanno fatto segno di proseguire....mentre l'auto dietro di me è stata fermata. Dopo aver guidato sulla corsia d'emergenza per 15 km, ho preso una piccola strada in direzione di ?ile, una cittadina sul mar Nero che si erge sulla scogliera. Dopo 2667 km si conclude la tappa Marathon.

« Ultima modifica: 08 Ottobre 2016, 18:34:22 da Pedro_CH »
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Offline kermit

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Re: Balcani, Anatolia e un po' di Caucaso
« Risposta #1 il: 08 Ottobre 2016, 23:47:49 »
Molto bello! Attendo il secondo episodio!
Cerchiamo di lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato!

Triumph scrambler 1200
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Offline Sauro

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Re: Balcani, Anatolia e un po' di Caucaso
« Risposta #2 il: 09 Ottobre 2016, 15:03:07 »
Dai Pedro....dacci il seguito...
Bravo bel racconto e belle foto  :OK:

Offline Lamberto

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Re: Balcani, Anatolia e un po' di Caucaso
« Risposta #3 il: 09 Ottobre 2016, 15:50:44 »
Bravo Pedro!
Hai un bello spirito di avventura.
BMW R 310 GS
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Offline Enzo

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Re: Balcani, Anatolia e un po' di Caucaso
« Risposta #4 il: 09 Ottobre 2016, 16:43:58 »
Complimenti.  :OK:
Suzuki V-Strom 650 " solo asfalto"
Vertigo Nitro " la bomba"
Suzuki DR 650 SE " La Milf".

Offline Pedro_CH

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Re: Balcani, Anatolia e un po' di Caucaso
« Risposta #5 il: 10 Ottobre 2016, 12:45:01 »
Seconda parte del viaggio: Elbette!



Le uniche differenze rispetto al programma è per il monastero di Sümela, al posto di scendere verso sud sono tornato a nord sul mare. La strada (che non avevo sul gps ma era marcata su Google map), era in condizioni pessime e non facilmente praticabili con una moto assai carica. Magari ho preso io una strada sbagliata, ma spesso durante il viaggio le informazioni di Google map si sono rivelate sbagliate.

Il quinto giorno sono partito molto presto, volevo raggiungere Samsun, circa 800km di strada mi separavano da questa città (enorme tra l'altro!). Alle 0700 sono partito senza aver fatto colazione, ho seguito una strada molto piccola e abbastanza sconnessa e in alcuni punti era chiaro che entro breve quella strada sarebbe stata rimpiazzata.



In alcune parti ero già abbastanza fuori dal mondo, mi sono fermato per fare questa foto (Strada che stimola il senso di BRAAAP in ogni motociclista, ma che non ho percorso purtroppo :OK:):



Poco dopo aver realizzato la foto mi sono reso conto che sulla sinistra, un cane che avevo già visto, era diventato un branco composto da 8 cani randagi. Hanno iniziato ad abbaiare e venirmi in contro. Per fortuna lascio quasi sempre su il casco e la moto accesa per fare queste foto veloci. Panorama molto variato lungo la strada, prima la regione verdeggiante, poi un pezzo sulla costa fino a Ere?li, dove ho preso la strada per Devrek, parzialmente sterrata in alcuni punti siccome sta venendo ingrandita.



Devrek:



Da qui in avanti ho seguito la D030 passando per Karabük, città molto grande e con un campus universitario assai moderno:



Dopo Kastamonu, sempre sulla D030, sono passato da Boyabat e da qualche parte qua attorno, in un villaggio, c'era un mercato sulla strada, quindi mi sono dovuto fare largo letteralmente attraverso un fiume di persone, tutte che mi guardavano incuriosite o stupide, nessuno che parlava una parola di Inglese.
Mi sono fermato a lato strada a fare una pausa di riflessione per vedere dov'ero e dove sarei riuscito ad arrivare. Ho deciso già qui di arrivare fino a Samsun. La pausa si è svolta a lato strada in uno spazio antico, con muri simil medievali e segni di una presenza militare moderna.







La parte di D030 lungo Kizilirmak Nehri era perfetta per la XRV650 (Corona leggermente più piccola), la strada permetteva di mantenere una velocità alta rimanendo sempre in quarta o quinta marcia. Paesaggi stupendi.



Sono arrivato a Samsun relativamente presto, attorno le 18.00. Una giornata da quasi 800 km, nessuna colazione, nessuna pausa pranzo, ho bevuto solo due lattine di çay al limone fresco (È una droga!). Who dares, wins! And I always win.
Ho trovato un hotel su booking completamente in centro città (18€ colazione inclusa, da qui in avanti pompodori e cetrioli a colazione), la moto l'ho posteggiata letteralmente sul piccolo marciapiedi di fronte al hotel, lasciando le borse laterali sulla moto (Nulla è stato rubato o toccato).
La città è molto simile ad Istambul, la parte antica è un caos di persone e macchine. Nelle vie ci sta solo una macchina o una moto, penso di essere entrato in molte vie in contromano per raggiungere l'hotel, non si capiva nulla del traffico, la gente rideva e alcuni si arrabbiavano anche leggermente, nulla di grave. Il porto è molto grande e la via lungo il mare, è assai pedonale e molto tranquilla, con grandi spazi per i pedoni, un teatro, ecc. Le bandiere turche sono ovunque, poco prima di raggiungere Samsun, c'era un'area di servizio con un'immensa bandiera che sventolava al vento, sarà stata grande come un campo da Tennis! Per quanto riguarda Samsun, è una città che vale sicuramente la pena di visitare da sola. Questo è un altro punto del mio viaggio: Ho cercato di non passare molto tempo nelle città o nelle parti molto turistiche, perché sono visite che si possono fare semplicemente anche in un futuro con una famiglia, però, passare sulla D915 andare in luoghi abbastanza sperduti o "pericolosi", sono viaggi che posso fare ora.

NB: I siti porno sono bloccati in Turchia! sm413
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Offline Pedro_CH

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Re: Balcani, Anatolia e un po' di Caucaso
« Risposta #6 il: 10 Ottobre 2016, 14:56:05 »
Il sesto giorno è stato uno dei giorni più memorabili del viaggio. Sono partito da Samsun alle 0715, le strade erano deserte, ciò mi ha permesso di uscire dal centro vecchio senza preoccuparmi dei sensi unici, ecc. Ho seguito la Strada per Trabzon lungo la costa. Molte grandi città hanno le fondamenta lungo la costa sul mar Nero, ad esempio Ordu ha una cabinovia che porta ad una montagna vicina:



La strada era principalmente molto noiosa. A Tirebolu ho cambiato e ho iniziato a seguire la D877, strada che si arrampica lungo molte dighe. Poi ho preso la strada del passo Zigana e all'uscita dalla nuova galleria, mi sono fermato per bere un caffe turco e per mangiare un Negro (Biscotti di tipo sandwich, li ho presi solo per il nome  :arar: ):



Nella strada che dallo Zigana porta al mare, ho preso la svolta per andare a vedere il monastero di Sümela, chiuso ai visitatori, il tempo mi ha graziato siccome le nuvole erano alte e mi ha permesso di vederlo da fuori:



Tornato indietro ho raggiunto Trabzon e ho seguito la strada sul mare direzione Rize, per poi prendere la strada D915, la famosa Babyourt of Yolu, strada attualmente considerata come la più pericolosa al mondo (Anche se è stata chiusa da poco e c'è una deviazione più sicura). Appena entrato sulla D915, ha iniziato a piovere leggermente, quindi mi sono fermato per indossare la tuta dell'acqua.



Piccolo temporale di 15 minuti, poco dopo ho tolto i vestiti dell'acqua e sono andato avanti. 15 km dopo aver tolto la tuta dell'acqua, sono entrato sulla strada sterrata che conduce alla famosa serpentina di tornanti e dopo circa 6 km di strade sterrate, mi sono fermato per fare una foto e mi sono reso conto che avevo dimenticato il marsupio quando avevo tolto la tuta dell'acqua. Torna indietro a cannone e, grazie a qualcuno, ho trovato il marsupio sul bordo della strada. Dentro avevo tutti i documenti e parte dei soldi. Diciamo che se non lo avessi ritrovato, il viaggio sarebbe finito.
Torno indietro e tutti mi guardano ridendo siccome era la terza volta che mi vedevano passare.
Poco prima dei tornanti incontro l'unico dei due veri avventurieri che ho incontrato durante tutto il viaggio:




LA dimostrazione che con qualsiasi mezzo vai ovunque finché rimani su strada. Abbiamo passato mezzoretta a parlare del più e del meno, lui veniva da Istanbul e si faceva un giro di circa 2 settimane. Ovviamente ho proseguito per la mia strada, siccome l'Africa Twin mi permetteva di avere un ritmo assai maggiore.
Purtroppo la serpentina della D915 è stata una scalata in mezzo alla nebbia, forse meglio così, siccome non si soffre di vertigini!





Iniziata la discesa, dopo pochi metri di dislivello la nebbia scompare e lascia spazio ad un panorama mozzafiato.





La vista sul dorato altopiano era veramente meravigliosa. Ho seguito la strada D050 per Ispir, una strada meravigliosa che seguiva tutte le curve sinuose dell'altopiano. La luce del tramonto donava un colore d'oro a tutto, è stata un emozione incredibile:









In Ispir ho guardato sul GPS e la distanza da Artvin in linea d'aria era 100 km, quindi ho deciso di andare la per la notte.
Non mi ricordavo però che Google maps non fosse passato lungo questa strada e inoltre, la strada che avevo sul GPS era abbastanza una linea dritta, quindi pensavo che al massimo ci avrei messo due ore. Ma proprio al massimo.

Lascio Ispir e mi dirigo verso Artvin e subito mi è chiaro che la strada del GPS non è giusta: prima di tutto c'è un grande lago non marcato sulla cartina e inoltre la strada passa da tutt'altra parte. Poco importa, siccome la strada che stavo percorrendo era assai nuova.





Dopo alcuni chilometri raggiungo la diga e trivi un cartello marcante Artvin 130 km...  scendo fino al piano dove mi ritrovo sulla strada del GPS. Le tenebre iniziavano ad impossessarsi di tutto e io mi stavo iniziando a preoccupare, siccome il ragazzo sullo scooter mi aveva detto di evitare di guidare di notte. La strada, era piena di buchi, parzialmente sterrata in alcuni punti, spesso coperta di polvere e soprattutto quasi per un singolo veicolo. Inoltre era assai più tortuosa del previsto. Verso Yusufeli, erano già le 2030, tutto era buio, per fortuna il benzinaio era ancora aperto e il ragazzo mi ha anche offerto una tazza di çay. Ho passato mezzora con loro, mentre il minareto ha chiamato la gente alla preghiera e loro, invece, sono rimasti li a bere il çay, perché come mi hanno più o meno detto, preferiscono il çay alla preghiera. Artvin era circa a 80 km di distanza e 48 gallerie (nuove, come mi ha spiegato il ragazzo che lavorava nel settore del petrolio). Per finire ho fatto una corsa notturna lungo questa moderna strada e attraverso tutte le gallerie, per arrivare ad Artvin verso le 2210.

All'entrata della città c'era un blocco di controllo, non mi hanno controllato ma è stato il primo contatto con un blocco con mezzi blindati armati e uomini pronti a reagire. La città si erge lungo il versante di una montagna (che è un controsenso siccome è più difficile costruire in pendenza). La sesta giornata è stata meravigliosa e lunghissima, con quasi 900 km percorsi su strade di tutti i tipi!
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Offline alex

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Re: Balcani, Anatolia e un po' di Caucaso
« Risposta #7 il: 10 Ottobre 2016, 15:10:24 »
 smbrv  questo è viaggiare vero, non fare i fondovalle con la faccia nello Zumo!  adoremus
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Offline lumaunouno

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Re: Balcani, Anatolia e un po' di Caucaso
« Risposta #8 il: 10 Ottobre 2016, 15:56:20 »
Complimenti. Con poco hai fatto un bel giro. Ed in solitaria...

Offline Sauro

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Re: Balcani, Anatolia e un po' di Caucaso
« Risposta #9 il: 10 Ottobre 2016, 16:51:15 »
 smbrv smbrv smbrv

Offline Pedro_CH

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Re: Balcani, Anatolia e un po' di Caucaso
« Risposta #10 il: 10 Ottobre 2016, 17:22:50 »
Elbette! & Meeting the Kartvelebi, day 7, 4598km, Batumi in Georgia

Il settimo giorno ho voluto immediatamente guardare fuori dalla finestra appena sveglio, per vedere come fosse fatta Artvin. Era come immaginato, una città costruita senza senso su per una collina:



Lo scopo della giornata era entrare in Georgia, quindi sono partito tranquillamente alle 0800 dirigendomi verso Meydancik.
La strada D010 è nuova e si snoda lungo svariate dige. Panorami veramente suggestivi! Prima di entrare sulla Meydancik Yolu, all'incrocio di Çaya?z?, ho "chiesto" ad un pastore se c'era benzina lungo la strada per Meydancik (ho indicato il serbatoio e ho detto Meydancik), lui mi ha detto ?av?at, e ha detto Meydancik facendo segno di no con la mano. Allora mi sono diretto verso ?av?at, dove c'era un benzinaio in centro paese. Anche qui, prima del paese, c'è una bellissima fortezza (?av?at Kale, anche ad Ispir ce n'è una). Mentre facevo benzina mi sono reso conto che le persone che giravano erano molto diverse rispetto ai Turchi a cui mi ero abituato, infatti c'è una forte presenza di Curdi visto la vicinanza con il "Kurdistan". Purtroppo ciò comporta anche brutte cose, quali un avamposto militare accanto al benzinaio (Petrol Ofisi-yaz?c?lar Petrol, e l'avamposto su Google, da notare che Google map ha dovuto togliere o non mettere la parte davanti l'avamposto ?av?at ?tfaiye Müdürlü?ü), tornato sui miei passi, ho preso la Meydancik Yolu, strada meravigliosa:



La strada ad un certo punto è diventata di mattonelle nuove per poi diventare definitivamente sterrataa. Ad un certo punto, mi sono trovato davanti a questa struttura, ho immediatamente riconosciuto quei quadrati ripieni che compongono le mura di un forte.



Se siete arrivati a leggere fino a qua, vuol dire che avete visto la foto del forte, quindi verrete uccisi dai servizi segreti turchi. A parte gli scherzi (forse), non ho da molto tempo visto il documentario Restrepo, che parla per l'appunto di un forte simile. Il fatto divertente è che mentre facevo la foto, i soldati sono venuti alle mura e alla torre, puntandomi le armi contro e intimandomi di andare avanti ad urli e fischi (O magari erano parole in Turco). Ho proseguito su una bellissima strada bianca:









Il passo che ho preso non ho nessuna idea di che nome abbia, non c'erano cartelli e su google non era marcato. La strada era appena stata scavata in alcuni punti (presumo ingrandita o rinnovata), la cima del passo è attorno ai 2300 metri sopra il livello del mare. La strada dall'altra parte passa a raso con il confine con la Georgia (Poche decine di metri).
In alcuni punti la strada è franata per temporali recenti ed è letteralmente un pantano come si può vedere nella prossima foto, la moto si è sporcata di conseguenza.
Attorno a Camili la strada (Borçka Camili Yolu) è diventata nuovamente asfaltata (appena rifatta, l'asfalto è un biliardo:





Di seguito ho preso la D010 direzione Mar Nero dove a Hopa sono andato verso la Georgia. Passare il confine è stato facile, non mi hanno chiesto la patente internazionale e non hanno nemmeno controllato la targa (da notare com'era sporca nell'ultima foto). La cosa divertente è che in Turchia era presente un minareto vicino al confine e in Georgia, per ribattere, c'era una nuovissima chiesa ortodossa. La strada per Batumi è stata una pena, molto traffico e tutta piatta. Appena entrato in Georgia non avevo nessuna idea di cosa potevo fare e cosa non potevo fare a livello stradale...poi mi sono reso conto che era come tutti gli altri paesi al dell'area.

A batumi sono arrivato verso le 1600, così ho avuto tempo per pulire la moto (mi hanno chiesto 2 GEL, ne ho lasciati 5 siccome gli ho chiesto di pulirla io personalmente, infatti fuori non era perfetta, ma dove contava era pulita e il ragazzo dell'autolavaggio non capiva cosa avessi fatto  :arar:). Ho passato due notti a Batumi in un hotel costoso per la Georgia, l'ho preso per due motivi: Vicinanza al centro e parcheggio privato. Il giorno seguente ho visitato la città (Non sto qua a scrivere nulla sulla città, trovate tutto su Google) e ho effettuato manutenzione più invasiva alla moto, che aveva già percorso 4600 km:
 Ho aggiunto 0.2 liters di olio, ho guardato le pastiglie anteriori, ancora a posto malgrado avessero 15000 km sulle spalle (Brembo blu, le ho cambiate a 22000 km per finire e penso sarebbero arrivate fino a 25000km...le ho cambiate con delle braking, frenata uguale ma dopo 3000 km sono già a metà usura!), ho smontato i cavi del regolatore di tensione (Alla sera toglievo la fianchetta sinistra e guardavo se c'erano segni di prolbemi, mai trovato nulla però). Pulita, tesa e oliata la catena. Ho controllato che tutte e 4 candele avessero scintilla e ho tolto la calza sul filtro e ho pulito il filtro mettendolo sullo scarico. La calza sul filtro ha allungato di molto la vita del filtro, da cui in avanti non l'ho più utilizzata perché ero spesso ad altezze oltre i 2000 metri, cioè stato un errore perché il filtro si è sporcato molto vista la marea di strade bianche che avrei affrontato nei giorni seguenti!

Vi "dedico" queste foto del Kolga Tbilisi Photo, parlano del sud d'Italia!





Mi ha fatto sorridere perché in Georgia è pieno di edifici non finiti :-)


Per concludere, una foto suggestiva di Batumi:




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Offline Pedro_CH

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Re: Balcani, Anatolia e un po' di Caucaso
« Risposta #11 il: 10 Ottobre 2016, 17:53:39 »
Meeting the Kartvelebi è il nome che ho dato alla 3 tappa del viaggio, tradotto vuol dire "Incontrando i Georgiani".

Il giro previsto è riassunto in questa immagine:


, day 9, 5033 km, Mestia in Georgia

I due punti ad est di Batumi sono stati uniti da un passo che su Google non è presente (Nekay alias nachotrips aveva provato a passarvi in Luglio mi pare, ma la neve era ancora presente e bloccava la strada!). Non sono salito fino ad Omalo purtroppo (Causa piccolo guasto e stress di conseguenza + lo stress di non raggiungere Igoumenitsa in tempo). Inoltre il ritorno in Turchia non è avvenuto ad Erzurum ma vicino a Ç?ld?r. Questo era già stato previsto, soltanto che non ho mai avuto la voglia di aggiornare l'immagine  zzz
Inoltre non sono nemmeno andato a Bakuriani, sempre per i motivi sopracitati. Capirete perché nei prossimi post.

Ho lasciato Batumi alle 0730 locali, ho seguito la strada per Gomismta, le strade georgiane sono piccole ma carine, molto ben tenute. 20 km prima di Gomismta la strada è diventata non asfaltata e si presentava in ottime condizioni per testare le Mitas:



Che dire? 20 km di puro divertimento e soprattutto che le Mitas e07 sono delle ottime gomme in tutti gli aspetti possibili.



Il villaggio di Gomismta è immenso, mi aspettavo una specie di alpeggio, invece penso ci vivano attorno le mille persone. La rete elettrica non è presente e molte persone sono in giro a cavallo. Malgrado ciò i cellulari sono ovunque!







Dei bambini erano anche presenti e mi salutavano correndomi attorno al mio passaggio. Io ricambiavo con il clacson e tutti rispondevano urlando Biiiiip Biiiiip. Stupendo. Ho il rammarico di non essermi per farli salire sulla moto, ciò avrebbe potuto darmi delle forti emozioni. Il viaggio è andato avanti lo stesso senza rimpianti  :OK:
Ho preso la strada diretta tra Gomismta e Bakhmaro, la quale non era una vera e propria strada trafficata:





Nella foto la moto è letteralmente in mezzo alla strada del passo! È stato un momento stupendo di pura libertà poter condurre la moto lungo quella non strada a 2500 m di altezza.





Dopo 60 km ho raggiunto Bakhmaro e la strada è nuovamente diventata asfaltata e ho incominciato la lunga discesa fino a livello del mare sulla pianura dov'è presente il parco nazionale di Kolkheti . La strada principale era piena di traffico, per fortuna la mia traccia seguiva una vecchia strada sovietica attraverso il parco:


 
Da qui, su strade normali sono andato verso Zugdidi e ho potuto vedere il Caucaso per la prima volta. Nulla di eccezionale, sembra di vedere le Alpi da Milano:



E ho preso la strada per Mestia, la capitale dello Svaneti. La strada è molto lunga, circa 130 km ma è assai bella e piena di insidie dentro le gallerie. Qui a Jvari:



Perché insidie dentro le gallerie? Semplicemente perché sono molto lunghe e non illuminate, quindi con la forte luce estiva, l'entrata in galleria non faceva vedere nulla e io come un pollo mica rallentavo. Inoltre in Georgia gli animali domestici sono lasciati completamente liberi, questo vuol dire che spesso a bordo strada ci sono mucche o maiali e soprattutto le mucche, amano sedersi sull'asfalto per digerire. Con le temperature estive (quasi 40° centigradi nelle pianure), le mucche si rifugiano all'ombra per digerire e quale miglior posto all'ombra e fresco di una galleria? Le ho schivate per un pelo e la galleria successiva, per non ripetere l'errore ho rallentato ma c'è stata un'altra trappola: buchi. La moto ha iniziato a saltare di qua e di la. Nessun problema, se non controllare raggi e cuscinetti alla sera  :arar:
La strada per Mestia: Zudidi Javari Mestia Lasdili.



Quasi arrivato a Mestia, a Pechuari, ho potuto incontrare le prime torri difensive, tipico edificio del Caucaso e attrazione locale:



A Mestia ho passato la serata in al cafe Layla in centro al paese con due ragazzi Ticinesi (La ragazza mi ha visto lavorare sulle cartine in un viaggio in treno e per finire andavamo entrambi in Georgia nello stesso periodo!). Abbiamo mangiato cibo locale (Un pane ripieno di formaggio tipo di tutta la Georgia e lo stesso pane con dentro il manzo, tipico del Caucaso). Nel mentre un coro locale cantava della musica Folk dello Svaneti (Assomiglia ad uno yodel!). Una serata molto particolare e una buona birra! O forse erano più di una!
XRV650 the Beast
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Offline beppext

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Re: Balcani, Anatolia e un po' di Caucaso
« Risposta #12 il: 11 Ottobre 2016, 20:30:40 »
  sm419 ragazzo! .....bellissimo viaggio!  sm08


Offline Bikerider

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Re: Balcani, Anatolia e un po' di Caucaso
« Risposta #13 il: 12 Ottobre 2016, 22:06:40 »
Che dire...? Grande.  :OK:
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Offline ilario

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Re: Balcani, Anatolia e un po' di Caucaso
« Risposta #14 il: 14 Ottobre 2016, 08:38:55 »
Bravissimo!
Abbiamo lo stesso spirito ed amore per la moto e l'avventura.
Il viaggiare soli ti espone a molti rischi ma ti permette di vivere le giornate con il tuo ritmo e senza condizionamenti.
Stai ,per il momento,quasi ricalcando il giro che feci pochi anni fa--io venivo dai confini sud della Turchia e percorsi le tue strade a
ritroso tornando verso casa.
Le foto ed il racconto possono solo parzialmente fare capire quali sono le sensazioni che si vivono giornalmente,bisognerebbe fare un report
per ogni giornata vissuta.