Autore Topic: Cagiva Wmx 125  (Letto 4374 volte)

Offline Valchisun

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Cagiva Wmx 125
« il: 27 Marzo 2016, 12:33:37 »
Oggi mi e' venuta in mente questa moto qui, la Cagiva Wmx 125 da motocross del 1981:





la meccanica era ancora made in Schiranna, qualche anno prima dell'acquisizione di Husqvarna da parte del gruppo Cagiva, erani i primi modelli con il raffreddamento a liquido, il posizionamento del radiatore era ancora sulla piastra di sterzo, sulla Cagiva ottavo di litro ci correva l'endurista/crossista Mauro Miele:





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Re: Cagiva Wmx 125
« Risposta #1 il: 27 Marzo 2016, 17:53:15 »
Miele. Che ricordi. La prima volta lo vidi allo Junior nazionale di Paderno, dove lui cadde nel punto in cui poi io mi ruppi lo scafoide nella cadetti di contorno. Il primo grande eclettico italiano delle specialità, già pluricampione in regolarità, fu il primo italiano a vincere una gara mondiale anche se nessuno se ne ricorda. Fu certo grazie alle cadute di Everts e Watanabe, ma in quella caduta fu coinvolto anche lui che, grazie al percorso fatto come un fettucciato su prato, ossia estremamente congeniale per un regolarista, tirò alla morte come se ogni giro fosse una P.S. ed arrivò secondo di manche vincendo la generale.
La cagiva fu uno sbarco "obbligato" per Miele. Nel senso che lui aveva un contratto con farioli per una moto ufficiale ed al contempo trattative in corso proprio con Cagiva che nel 79 aveva ben figurato. Però Farioli, forse per via di un ingaggio su cui aveva avuto ripensamenti, gli offeì l'alternativa dopo pochi giorni: o una moto di serie o poteva ritenersi libero dal contratto.
In realtò l'esperienza Cagiva di Miele fu tutt'altro rispetto a quanto preventivato. mentre la versione precedente adottava carter giapponesi, il modello 80 adottava carter Cagiva. Questo motore aveva un grosso problema tecnico: il pignone era troppo basso e distante dal fulcro del forcellone con il risultato che non c’era verso di dare sufficiente aderenza al posteriore. Moto inguidabile e sogni mondiali infranti. Tant'è che nell'81 tornò con Farioli.
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Re: Cagiva Wmx 125
« Risposta #2 il: 27 Marzo 2016, 18:17:49 »
Ecco il perche' di quella catena eccessivamente lasca... :omo: sm409

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Re: Cagiva Wmx 125
« Risposta #3 il: 27 Marzo 2016, 18:30:21 »
In effetti erano un po' tutte così, in alto, i forcelloni lavorano mica da scherzo. Ma quella mi sa che l'avevano montata senza tagliare le maglie in eccesso  sm444
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Re: Cagiva Wmx 125
« Risposta #4 il: 27 Marzo 2016, 18:49:04 »
Mi ricordo di mauro Miele quando correva con il Ktm 125, anche lui raffreddato a liquido, il Kappa non il Miele.... :57:





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Re: Cagiva Wmx 125
« Risposta #5 il: 27 Marzo 2016, 19:08:59 »
Eh, lì siamo già dentro gli anni 80, anni in cui io non seguivo più gli sviluppi delle varie moto per motivi contingenti, e Miele infortunio dopo infortunio capì che specie con una spalla a mezzo servizio non era il caso di continuare ed abbandonò le gare. Un vero peccato.
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Re: Cagiva Wmx 125
« Risposta #6 il: 28 Marzo 2016, 09:28:12 »
Mi ricordo di mauro Miele quando correva con il Ktm 125, anche lui raffreddato a liquido, il Kappa non il Miele.... :57:



Se non sbaglio quello appoggiato alla moto è Bruno Ferrari "il Ferro" celeberrimo meccanico o forse si può definire tecnico, campione nel suo campo tanto quanto quelli che ha seguito nelle varie specialità del fuoristrada. Peraltro anche lui agli inizi fu valentissimo pilota, ma dovette smettere molto presto, credo per un infortunio che gli compromise un occhio.

Conosciutolo ai tempi di Manzo, Puzar e Carlo Rinaldi in KTM, aveva un carattere non proprio facile, classico dei meccanici di una volta  :hee20hee20hee:
« Ultima modifica: 28 Marzo 2016, 09:43:00 da Bikerider »
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Re: Cagiva Wmx 125
« Risposta #7 il: 28 Marzo 2016, 09:42:04 »
Miele. Che ricordi. La prima volta lo vidi allo Junior nazionale di Paderno, dove lui cadde nel punto in cui poi io mi ruppi lo scafoide nella cadetti di contorno. Il primo grande eclettico italiano delle specialità, già pluricampione in regolarità, fu il primo italiano a vincere una gara mondiale anche se nessuno se ne ricorda. Fu certo grazie alle cadute di Everts e Watanabe, ma in quella caduta fu coinvolto anche lui che, grazie al percorso fatto come un fettucciato su prato, ossia estremamente congeniale per un regolarista, tirò alla morte come se ogni giro fosse una P.S. ed arrivò secondo di manche vincendo la generale.
La cagiva fu uno sbarco "obbligato" per Miele. Nel senso che lui aveva un contratto con farioli per una moto ufficiale ed al contempo trattative in corso proprio con Cagiva che nel 79 aveva ben figurato. Però Farioli, forse per via di un ingaggio su cui aveva avuto ripensamenti, gli offeì l'alternativa dopo pochi giorni: o una moto di serie o poteva ritenersi libero dal contratto.
In realtò l'esperienza Cagiva di Miele fu tutt'altro rispetto a quanto preventivato. mentre la versione precedente adottava carter giapponesi, il modello 80 adottava carter Cagiva. Questo motore aveva un grosso problema tecnico: il pignone era troppo basso e distante dal fulcro del forcellone con il risultato che non c’era verso di dare sufficiente aderenza al posteriore. Moto inguidabile e sogni mondiali infranti. Tant'è che nell'81 tornò con Farioli.

Della prima vittoria di Miele al mondiale 125 mi ricordo eccome, per me che vivevo di cross fu una gioia, un pochino mitigata solo dal fatto che vinse il GP con un terzo ed un secondo di manche, senza aggiudicarsene alcuna. Fu in Svizzera, mi pare.
Pilota fortissimo e versatile (ma per me il primo grande eclettico fu Gritti) tanto da vincere anche in auto nei rally e al Camel Trophy.

Ho avuto la fortuna di incontrarlo e passarci una giornata assieme grazie ad un amico con cui collaboravo ai tempi e che operava nel settore. Non bastava certo per dire di conoscerlo, ma ne ricavai l'impressione di una persona gentile ma determinata.
Mi rafforzò nell'idea un episodio che mi raccontò casualmente proprio l'amico citato: erano insieme in fila al bar quando un tipo piuttosto grosso e prepotente passò una ragazza che era in fila prima di lui, Miele senza dire una parola lo prese sotto le ascelle (!) e senza apparente sforzo lo sollevò di peso e lo rimise al suo posto. Il tipo valutando la situazione non disse beh  :arar:

E' un episodio che la dice lunga anche su quanto fossero preparati fisicamente i piloti del mondiale a quei tempi, che si sparavano manche da 45 minuti con moto dalle sospensioni non proprio eccelse.

Anche se credo che quelli di oggi non siano da meno.
« Ultima modifica: 28 Marzo 2016, 09:45:16 da Bikerider »
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