Autore Topic: Dietro la moto c'è  (Letto 4040 volte)

Offline alex

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Dietro la moto c'è
« il: 22 Dicembre 2015, 22:29:10 »
L’enduro più profondo. Pensieri tra le whoops della vita.

Percorro la strada che da casa mia porta alla Slovenia, sono pochi chilometri, qualche curva, una decina di minuti per arrivare a dove oggi mi allenerò in moto.

Ho percorso questa strada molte volte, d’estate e di inverno. Il cambiare dei colori al trascorrere dei mesi mi fa pensare alla bellezza del mondo. Abbasso il finestrino e respiro la fresca aria che entra.

Una ragazza in un prato fa la ruota ridendo, i lunghi capelli biondi la seguono. Un ragazzo vicino a lei la guarda ridendo. Innamorato di lei e della vita.

Incrocio Una coppia di anziani tedeschi  intenti nel trainare una roulotte, la loro piccola casa che li ha visti anche per quest’anno trascorrere mesi spensierati sulla costa croata.

Una bici, un capriolo. Una moto da strada che sfreccia ed una mamma che tiene la mano alla sua bimba.
Quanti dettagli che noto oggi. Percorro l’ultimo chilometro sulla sterrata prima di raggiungere la pista.

Sento in lontananza delle marce rincorrersi, immagino il rettilineo percorso a “gas pieno”  ed attendo la staccata. Vedo puntuale uscire dalla curva la Suzuki 250 del mio amico Carlo che danza tra i canali prima di far scomparire la sua moto tra gli alberi. Non vedo più la macchia gialla ma sento l’akrapovic emettere note diverse, facendomi immaginare cosa sta affrontando.

Sono in una cava. Nel mezzo al nulla. Un percorso di enduro di molti minuti, con varianti difficili e passaggi crossistici.

Qua si incrociano frettolosamente persone di tutte le età. Il punto in comune è la passione per il fuoristrada a due ruote, ed oggi forse più che salire in sella ho voglia di farmi un giro in sella con ognuno di loro.

Nella zona trial sento l’elegante scoppiettio di una moto d’epoca. Mario aveva una splendida e nuovissima Beta ma perdendo il lavoro ha dovuto rinunciarvi e qualche mese dopo per poche centinaia di euro si è concesso il lusso di una Montesa sgangherata ma che per lui rappresenta la libertà. Con essa può passare gli ostacoli più impervi utilizzando la tecnica dello stop. La stessa tecnica che nella vita gli ha permesso di fermarsi ed affrontare con coraggio e dignità l’ostacolo che ogni uomo teme, la perdita del lavoro. Ora lavora part time in un call center, e quando i pochi spiccioli che gli avanzano glielo permettono gioca tra le pietre ed i tronchi, spensierato.

Luca invece è un latin lover, un innamorato delle donne. Cela invece una grande solitudine, i suoi viaggi in lidi lontani, le moto sempre dell’ultimo modello fanno trasparire che non sono i soldi che gli mancano. Ma l’affetto. L’esagerazione dell’uso dei social network in cerca di approvazione, l’esplosione di energia che lo accompagna nasconde una malinconia che nessuno riesce a colmare, la mamma ed il papà che non ci sono più, l’età che non rema dalla sua parte, la paura dei sessanta che si avvicinano e dello svegliarsi soli al mattino. Il letto freddo. E l’unico pensiero per scacciare questi demoni è l’uscire ogni giorno in moto con qualcuno, per scordare il buio delle notti.

Sulla sua Ktm impenna Matteo, accompagnato dalla fidanzata ilaria. Un ragazzo giovane. Vive nell’ombra del padre, paga conseguenze di un fallimento senza averne una colpa. Grande lavoratore ed abituato all’agio si ritrova con l’aiuto della sua compagna a rifarsi una vita, creare un’attività propria e guidare una “orange” usata perché senza di lei non si può stare.

Federico invece è uscito dal vortice della droga qualche anno fa, aiutato dal papà e dal suo coraggio. Un ragazzo dolce, buono, e con un grande cuore. Un campione che nel periodo più delicato della sua vita è inciampato ma ha saputo rialzarsi. Un onesto lavoratore con una grande manetta. Usa la moto per correre via dal passato e coronare il sogno di vincere il campionato della vita sposando la sua bella che da molto tempo gli tiene la mano e gli prepara i tempi da incollare sul traversino.

Mentre ho corso con la mente assieme a loro sulle loro moto ed oramai sono pronto ho una sensazione di strano benessere.

Metto il casco ed il "silenzio" ovattato mi circonda. Sono solo con i miei pensieri. I miei peccati, le mie bugie, i miei segreti, i miei amori, le mie paure, le mie speranze.

Sono pochi i momenti che ti permettono di assaporare con profondità chi siamo veramente. Indaffarati nel chiacchiericcio, impegnati nel coccolare il cane, nel litigare col capo, nel preparare una tesi, nel giocare coi figli.

Il mio io lo trovo quando mia moglie appoggia la sua testa sulla mia spalla quando siamo seduti sul divano. Il mio io lo trovo quando sono solo negli alberghi di mezzo mondo ed il fuso orario mi distrugge nelle lontane ore rubate alla vita con i miei affetto Seduto davanti ad una tv spenta il giorno di Natale.

Il mio io lo ritrovo quando passeggio in silenzio tra le arcate di una chiesa con le narici piene di incenso.

Il mio io lo ritrovo anche quando metto il casco e la maschera.

Sposti il pedale dell’avviamento, la prima spedalata a vuoto ma la seconda già fa borbottare lo scarico. Togli l’aria, si abbassano i giri.

Giri un millimetro il gas per paura si spenga il motore e metti la prima percependo il trascinamento della marcia.

Percorri qualche metro, sei in piedi sulle pedane e metti la seconda, la terza, scaldi il motore e non pensi più a nulla.

Non è forse magia? Alzi il ritmo, il cuore batte sempre più forte, scali la marcia, entri in curva, sei nel canale, ti siedi sul serbatoio, apri il gas e spingi forte sulle pedane, terza, quarta e sei di nuovo in piedi, gli alberi ti passano al fianco, impenni per passare la pozzanghera, un susseguirsi di azioni che amiamo fare e che ci portano nella dimensione dell’enduro.

Non è correre a piedi dove i pensieri della vita ti travolgono. Non è pedalare in bici dove succede lo stesso. Non è nuotare perché tra una bracciata e l’altra non lasci a terra i pensieri.

Nella dimensione enduro ci entri tramite uno “stargate”. Ci entri e dimentichi il passato se lo vuoi dimenticare. Dimentichi il lavoro. Dimentichi le tue paure. Dimentichi quello che non ti fa stare bene.

Ora capisco Mario, Matteo, Federico, Luca…
Lo “stargate”, la porta magica,  è il casco. E’ una volta indossato che entri in un altro mondo.

I nomi sono di fantasia, le storie invece sono reali anche se con sfaccettature leggermente diverse.

E tutte queste persone, anche grazie a questo sport ed ai benefici che porta, hanno trovato il lavoro, nuovi veri amici e qualcuno anche un grande amore che spero riscaldi il suo cuore per molti anni a venire.

Oliver Tresette - Soloenduro
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Offline Bikerider

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Re: Dietro la moto c'è
« Risposta #1 il: 22 Dicembre 2015, 22:39:16 »
Bello.
If everything seems under control, you're just not going fast enough.

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Offline gian74tv

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Re: Dietro la moto c'è
« Risposta #2 il: 22 Dicembre 2015, 22:41:57 »
Sì,  bello.
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Offline ilario

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Re: Dietro la moto c'è
« Risposta #3 il: 23 Dicembre 2015, 08:45:29 »
Bravo Alex.
La vita,la nostra vita di tutti i giorni.
Ormai nessuno ha piu' l'umiltà e la capacita di saperla leggere e comprenderla.
Sono le piccole cose che ce la riempiono e ci permettono di "tirare avanti con dignita".
Bravo.

Offline alex

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Re: Dietro la moto c'è
« Risposta #4 il: 23 Dicembre 2015, 08:53:01 »
Verissmo Claudio. Mi permetto solo di correggere con "momenti".
Troppo spesso accumuliamo "cose" perchè ci mancano "momenti" che ci diano un senso.
Valori sbagliati nati da input erronei e feticci falsi. Crediamo che acquistando, mostrando si possa essere qualcosa di diverso da quel che vedono gli altri, fumo negli occhi.
Ce ne accorgiamo quasi sempre quando è tardi. Ma non lo è mai per recuperarci.
E allora ogni volta che trovo qualcosa che ribadisca questo campanello d'allarme lo faccio mio.  :93:

Ci sono storie incredibili dietro la facciata di ciascuno di noi.
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Offline kermit

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Re: Dietro la moto c'è
« Risposta #5 il: 23 Dicembre 2015, 09:29:38 »
 adoremus
Tanto di cappello a chi sa mettere per iscritto sensazioni cosi belle e forti, facendo sentire chi legge parte di un fantastico, mondo per molti sconosciuto...
Cerchiamo di lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato!

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EM escape

Offline ilario

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Re: Dietro la moto c'è
« Risposta #6 il: 23 Dicembre 2015, 09:48:22 »
Alex e' moooolto di piu' dell'orso che finge di essere.

Offline alex

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Re: Dietro la moto c'è
« Risposta #7 il: 23 Dicembre 2015, 09:49:28 »
Una pantegana?  sm444
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Offline Stefano Miata

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Re: Dietro la moto c'è
« Risposta #8 il: 23 Dicembre 2015, 09:56:37 »
Bellissimo e vero, tristemente vero...ormai è sempre più difficile guardarsi indietro ed essere orgogliosi per quello che siamo..e allora via a cercare di dimostrarlo mediante ciò che abbiamo o che riusciamo ad avere...

Solo un appunto, non è solo l'enduro che ci permette il salto spazio-temporale..sono le passioni.

Non penso chi ama correre provi sensazioni molto differenti indossate le scarpe da running e imboccato un silenzioso sentiero...con il ritmo del cuore nelle orecchie e la lunga salita da affrontare davanti a se..

Non credo chi ha la passione del nuoto continui a nuotare con i propri pensieri quando i muscoli si scaldano, il respiro si regolarizza e l'acqua scivola dietro di noi

Non credo che il gonfiarsi della vela, la possente forza sul boma del windsurf non siano in grado di trasportarci nel più profondo ed intimo "io introspettivo" quando la tavola inizia a scivolare ed avanzare...
Montesa Cota 4RT 2010

...e finalmente il DRZ è arrivato...

Offline alex

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Re: Dietro la moto c'è
« Risposta #9 il: 23 Dicembre 2015, 10:18:40 »
Solo un appunto

Concordo. Ma essendo scritto da altra persona, non potevo manipolarlo a mio piacimento.  :OK:

E credo che si è orgogliosi di quello che siamo solo se guardando indietro troviamo qualcosa. Una volta trovato, si sta bene comunque. Se invece quel che vediamo non ci piace, via a riempire il nostro vuoto con orpelli materiali. Perchè se ci si vede nudi, di qualcosa occorre pur vestirsi.
io soffro proprio l'aver scelto di vivere in un mondo di nudi vestiti come alberi di natale, tutti con gli acquisti appiccicati addosso e bene in mostra, ma dentro molto poco o addirittura nulla.
Per quello sono ben felice di aver conosciuto i Caproni di cui appena posso mi circondo, hanno una filosofia diversa, molto affine, e me li tengo stretti, se riesco  sm13
« Ultima modifica: 23 Dicembre 2015, 10:22:00 da alex »
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Offline Valchisun

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Re: Dietro la moto c'è
« Risposta #10 il: 23 Dicembre 2015, 10:28:27 »
Parole messe giu' molto bene.....L'enduro ma anche la moto in generale danno un senso di appagamento o addirittura sanno tracciare il senso della vita per molti, rimaniamo motociclisti 24 ore no-stop, chi di noi non butta uno sguardo nello specchietto quando arriva una moto o non guarda le moto posteggiate? E' una cosa che rimane dentro al Dna di noi tutti, guidare in fuoristrada serve anche nella vita di tutti i giorni, rimane un approccio a qualunque cosa ti si pari davanti, ti rimane dentro anche quando si abbandonano le sterrate ed i sentieri, molte volte, quasi sempre, si torna in moto appena possibile....Credo che pochi altri sport sappiano regalare tutte le sensazioni che da' il motociclismo.

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Offline alex

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Re: Dietro la moto c'è
« Risposta #11 il: 23 Dicembre 2015, 10:51:12 »
La gente vive per anni e anni, ma in realtà è solo in una piccola parte di quegli anni che vive davvero, e cioè negli anni in cui riesce a fare ciò per cui è nata.
(A. Baricco)
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Offline Sauro

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Re: Dietro la moto c'è
« Risposta #12 il: 23 Dicembre 2015, 11:30:42 »
...accidenti Alex, bel racconto davvero, ma soprattutto, mi è piaciuto quello che hai detto tu per sottolineare il pensiero
"Accumuliamo "cose" perchè ci mancano "momenti" che ci diano un senso"
***zo, non so che aggiungere, è così, purtroppo.

Grazie, davvero

Offline Lamberto

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Re: Dietro la moto c'è
« Risposta #13 il: 23 Dicembre 2015, 11:43:37 »
"Accumuliamo "cose" perchè ci mancano "momenti" che ci diano un senso"

Si, concordo, è proprio un bel racconto e soprattutto la frase che hai evidenziato Sauro.
La civiltà occidentale, sempre più permeata dalla cultura americana, ha spostato con il tempo un maggior valore su aspetti più materiali che spirituali e i risultati sono questi.

Penso che una frase del Dalai Lama possa essere ancor più esplicativa:

Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell’Occidente è che perdono la salute per fare i soldi e poi. perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere né il presente, né il futuro. Vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto.
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Offline alex

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Re: Dietro la moto c'è
« Risposta #14 il: 23 Dicembre 2015, 13:27:53 »
Ed è quello che voglio evitare. Quello di capire all'ultimo momento che della mia vita non ho vissuto un emerito ca**o. Correndo dietro a cose di altri, sacrificando le mie.
Ma per chi? Il dovere, il senso di responsabilità, il fare l'ometto, il cosifantutti? Scelgo i momenti, abbiate pazienza.
Scelgo. E son di nuovo vivo. Scelgo, consapevole che poi saranno cazzi miei. Almeno sicuro che nessuno avrà scelto per me, o che, peggio, non dovrò mentirmi con un "e cosa altro posso fare". Puoi sempre, basta volerlo.
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