Autore Topic: Evoluzione della specie  (Letto 1663 volte)

Offline alex

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Evoluzione della specie
« il: 18 Dicembre 2015, 13:00:17 »


In questa interpretazione grafica sono rappresentati, da sinistra verso destra, i principali processi evolutivi ricostruiti dai moto-antropologi che hanno portato la specie del motociclista all’Homo Giessensis o Turisticus Modernum come lo conosciamo oggigiorno partendo dal più antico Homo Motardensis.
Già ad un primo superficiale esame si può notare come la sagoma dell’insieme uomo-motociclo si appesantisca e si ingrossi, mentre la posizione in sella diviene via via più eretta. Le livree si fanno sempre più sobrie, forse per una dimostrazione di sicurezza, utile richiamo per l’altro sesso. ( La cosiddetta “moto da figa”).
Nell’esemplare rappresentato a sinistra, si può riconoscere un tipico esempio di Homo Motardensis.
Si tratta di uno step evolutivo successivo al suo antenato Australopiteco Endurensis, che viveva nei boschi cibandosi esclusivamente di radici, tuberi e piccoli insetti, dormiva sul fogliame e si accoppiava indistintamente con omo ed etero sessuali.
Pur avendo perso le ruote artigliate, sostituendole con altre più piccole e lisce, l’Homo Motardensis ne conserva alcune interessanti caratteristiche soprattutto relative all’accoppiamento ( riflessione indotta dal fatto che si spostava quasi sempre in branchi di individui dello stesso sesso) e all’abbigliamento; anche se successivamente alle abrasioni indotte dal nuovo habitat ( l’asfalto) comincerà a vestirsi di pelli. A causa della limitata autonomia, della scomodità del mezzo e della quasi impossibilità a trasportare un bagaglio aveva un raggio di spostamento poco ampio, muovendosi soprattutto su stradine male asfaltate e bianche; cacciava piccoli roditori e, organizzato in branchi, sprovveduti cuccioli di supersportiva. Non conosceva la cottura dei cibi nutrendosi soprattutto di panini, e dormiva su brandine in casa di amici o in ostelli.
L’esemplare disegnato al centro, noto come Homo Maximotardensis è considerato da alcuni studiosi il vero anello mancante della catena evolutiva, mentre secondo altri si tratterebbe soltanto di una aberrazione dovuta probabilmente alla mancanza di dati certi e alla scarsità di reperti disponibili. È interessante notare però come trasportasse già un bagaglio, anche se ancora in borse morbide, avesse acquistato una piccola protezione aerodinamica e una postura maggiormente eretta dovuta alla necessità di affrontare spostamenti per ampliare i terreni di caccia. Il casco non è più da cross ma di tipo turistico, anche se su questo punto c’è una sostanziale divergenza di opinioni. È riconoscibile un abbigliamento che abbandona le pelli conciate per preferire tessuto impermeabile. Gli stivali da cross sono da interpretare come un appendice vestigiale. In preferenza, riposava in pensioncine economiche ma pulite e coceva i cibi, particolare evolutivo importante sia per la conservazione degli alimenti che per il metabolismo proteico, fermandosi talvolta per un primino veloce o una pizza.
Arriviamo infine al mototurista moderno, rappresentato in uno degli esemplari più antichi recuperati, ma con abitudini simili a quelle attuali. Esso assume una posizione definitivamente eretta; ha protezione aerodinamica totale, casco apribile, interfono per comunicare a distanza con la compagna e con la complessa struttura sociale che si è creata. Il bagaglio viene trasportato in valigie rigide, impermeabili e capienti dove trasporta il cibo da territori di caccia assai remoti. Interessante notare come la ruota anteriore abbia diametro più ampio; che se dal punto di visto evoluzionistico può apparire come una regressione, in realtà consente una capacità di utilizzo diversificata. L’habitat era già costituito da comodi alberghi a mezza pensione e si cibava in ristoranti dove si facevano fori una orata da venti chili in tre o una tagliata da un chilo e mezzo in due, tortelli, Brunello, acqua, dolcino, caffè e ammazzacaffè. 30 euro tutto compreso. Nel pomeriggio, visita guidata al museo del Delta del Po (facoltativa).
Questo il progresso fino a oggi; ma, come ci ricorda il prof. Charles Xavier, l’evoluzione è un processo che richiede milioni di anni, ma a volte può avere una improvvisa accelerazione.

Kiddo Nannini
Aprilia SL1000 Falco "Zia Frankenstein"
SWM RS 500 R

Offline motaldo

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Re: Evoluzione della specie
« Risposta #1 il: 19 Dicembre 2015, 08:33:00 »
 smbrv  e anche un po'    :bins:


ciao Aldo.